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martedì 3 giugno 2008

Romeni, colpo grosso in ambasciata: 70 euro per un timbro


I NUOVI ITALIANI di Corrado Giustiniani
03-06-2008

E' davvero un brutto momento per i romeni in Italia. Non soltanto vengono bersagliati da media e politici di basso profilo, che vedono in ciascuno di loro, se maschio, un delinquente, se femmina, una mantide che vuol succhiare il tesoretto dell'anziano di turno. Adesso ci si mette anche la loro Ambasciata a tartassarli o, per essere più esatti, i Servizi consolari. Ma tartassare è un verbo che non rende l'idea. Taglieggiare forse andrebbe meglio.

Per farsi tradurre in italiano dal suo Consolato il certificato di nascita, un romeno deve sborsare infatti 70 euro. Sì, avete letto bene: 70 euro per mezza paginetta di traduzione preimpostata. Il funzionario deve solo digitare nome, cognome, sesso, data e luogo di nascita, codice personale dell'interessato. Il certificato di nascita è necessario per l'iscrizione in anagrafe. Secondo la direttiva comunitaria n.38 del 2004, recepita dal precedente governo Prodi, un cittadino che si trasferisca in altro Stato dell'Unione, non ha infatti alcuna incombenza per i primi tre mesi dall'arrivo, ma poi deve registrarsi all'anagrafe del comune dove vive, dimostrando di avere lavoro o mezzi di sussistenza pari alla pensione sociale (da noi, 550 euro al mese). Il recente decreto legge del governo Berlusconi ha stabilito che la registrazione debba avvenire entro i primi 10 giorni dopo i tre mesi dall'arrivo.

L'ultimo venerdì di maggio, a metà mattinata, nel Consolato romeno di via del Serafico, a Roma, c'erano trenta persone in attesa. Da quell'ora all'una, un'altra trentina. Mezz'ora di pausa pranzo e poi avanti fino alle 16. Diciamo, 80-100 persone in tutto. I conti fateli voi, moltiplicando la somma dovuta per cinque giorni a settimana, venti al mese. Non è nemmeno da dire che il Consolato faccia pervenire il certificato dalla Romania: è l'immigrato che lo porta. L'unico servizio è far sapere che Certificat de nastere sta per certificato di nascita, Numele de familie è il cognome, sexul il sesso, e codul numeric personal il codice numerico personale. Settanta euro in Romania equivalgono a una settimana o due di retribuzione, a seconda dei casi. Il funzionario avrà impiegato sette minuti a riportare i dati personali sul modulo italianizzato e apporvi il timbro dell'Ambasciata.

E' proprio vero che gli immigrati, la stragrande maggioranza che lavora onestamente, intendo, sono una manna. Per chi offre loro un lavoro, normalmente indesiderato dagli italiani e sottopagato. Per il paese d'origine, che riceve da questi lavoratori laute rimesse in valuta. E, infine, anche per ambasciate e consolati, che ci fanno la cresta sopra. Alla luce del sole, e con tanto di ricevuta, si intende.

P.S. Andrea D'Ambra, il giovane protagonista della vittoriosa battaglia per l'abolizione dei costi alla ricarica dei telefonini, ci ricorda che l'Unione europea non richiede il certificato di nascita da un suo cittadino che voglia registrarsi in un altro Stato. Resta il fatto, però, che molti comuni lo pretendono, vuoi per ignoranza della direttiva, vuoi per "far melina". Sarebbe opportuno , una volta per tutte, un chiarimento governativo.
Fonte: Il Messaggero

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