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sabato 14 giugno 2008

Pescara: Il Comune «adotta» la ragazza seviziata


IL DRAMMA DI VIA ADDA
di Maria Rosa Tomasello
La mozione dell’Udc in consiglio: «Non deve ricordarci come luogo di dolore»
Proposta dell’assessore Mimmo Di Giacomo «Doniamo il “gettone”»

MONTESILVANO. La città adotterà Maria, la ragazza romena strappata alla sua famiglia con l’inganno, costretta a prostituirsi, ferocemente seviziata. «Non vogliamo che ricordi Montesilvano solo come il luogo triste delle sue sofferenze, ma anche per la vicinanza che la comunità ha saputo manifestarle» dice l’assessore all’Urbanistica Mimmo Di Giacomo, che oggi, in consiglio, presenterà la proposta.
«Io chiedo che il gettone di presenza dei consiglieri, così come del sindaco e degli assessori sia devoluto a favore della ragazza che ha subito le torture, e chiedo anche al consiglio di conferire a Maria (il nome è di fantasia, ndr), considerata la sua strenua resistenza ad accettare le terribili richieste dei suoi aguzzini, il titolo di “figlia adottiva della città di Montesilvano”, perché dalla sua storia emerge una forte vocazione allo svolgimento di un lavoro dignitoso». Con queste motivazioni, Mimmo Di Giacomo si presenterà alle 18 di oggi in aula, sostenuto dal gruppo dell’Udc, che ha fatto propria la mozione. Un appello ai consiglieri per sostenere con un piccolo gesto concreto Maria nel suo percorso di guarigione, ma anche con un gesto simbolico: una «adozione» formalizzata con una pergamena in cui la giovane donna viene dichiarata «figlia» della città in cui è stata umiliata, ridotta in schiavitù, mutilata. «La sua è una storia che impressiona» sottolinea Di Giacomo, «perché la sua unica colpa è stata quella di non volere sottostare alle richieste dei suoi aguzzini. In questi mesi di governo della città, sono state effettuate numerose azioni repressive, grazie all’eccellente operato delle forze dell’ordine, nella consapevolezza che, dietro al problema sociale, esiste un forte radicamento di organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di immigrate». Ma per Montesilvano, sottolinea l’assessore, è arrivato il momento di rilanciare la propria immagine di città turistica «aperta all’accoglienza, alla solidarietà e con una forte vocazione sociale».
Da queste considerazioni nasce la proposta di aiutare Maria, che a quasi un mese dal giorno in cui fu torturata, resta in ospedale. Nel suo letto ha appreso due giorni fa che i suoi sfruttatori sono stati arrestati a Venezia: Petrit Gega, 26 anni, albanese, e Cornelia Ciudin, 28 anni, romena, la donna che l’aveva reclutata in Romania con la promessa di un matrimonio e di un lavoro. Sarebbe stata lei, nella notte di venerdì 17 maggio a seviziarla in un appartamento di via Adda perché l’incasso della serata, 300 euro, non era sufficente: bruciature e colpi di tacco sulla schiena, la pelle strappata dalle ginocchia, l’orecchio tagliato con una pinza. A pezzi nel corpo e nell’anima, Maria venne rispedita in strada la notte seguente, quando un provvidenziale controllo dei carabinieri mentre si trovava con un cliente in un parcheggio dietro la pineta mise fine al suo strazio. Per catturare i suoi persecutori, i carabinieri guidati dal capitano Enzo Marinelli hanno perso il sonno, si sono spinti fino in Veneto per indagare, perché le ferite di Maria bruciavano anche addosso a chi l’aveva salvata. Se il consiglio voterà sì, la somma offerta dagli amministratori, a cui in queste ore si vanno aggiungendo le donazioni di altri componenti dello staff (ma la raccolta fondi è aperta a tutti) sarà consegnata alla ragazza nei prossimi giorni in ospedale da una delegazione guidata dal sindaco Pasquale Cordoma, prima che Maria venga dimessa.(12 giugno 2008)
Fonte: L'Espresso.

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