Il difensore dell’Inter: «Negli stadi mi gridano “zingaro”»
TORINO, 1 dicembre - «È possibile che i romeni siano solo delinquenti? Facile catalogare un intero popolo per colpa di qualche mela marcia, che c'è ovunque. Quando qualcosa va storto e c'è di mezzo un romeno, il titolo è solo per lui». Cristian Chivu, nazionale della Romania, ex romanista ora all'Inter, parla alla rivista GQ della sua condizione di calciatore in Italia, quindi privilegiato, che pure non gli risparmia offese per la sua nazionalità. E sul razzismo dice: «Smettiamola di nasconderci. Ce n'è e tanto». Tu lo subisci? «In tutti gli stadi mi gridano: “Zingaro, vai a fare il muratore”. Di tutto. Credi che mi dia fastidio? Là dietro i palazzoni dove sono cresciuto c'erano tanti ragazzi rom. Mi sono sempre trovato benissimo con loro: “zingaro” per me non è un'offesa».
IL MOMENTO PEGGIORE - La situazione peggiore in cui si è trovato, racconta il difensore, «fu nel periodo in cui si parlava del mio trasferimento all'Inter. Facemmo un allenamento a porte aperte al Flaminio, davanti a 25 mila persone. Mi massacrarono d'insulti. Chissà perché, quando ti fischiano gli avversari, non li senti, ma quando è il tuo stadio a fischiare, li senti tutti. L'unico che mi colpì, però, fu quello di un mio concittadino che, in romeno, mi gridò: “Mi vergogno di essere romeno”». Per fortuna ci sono anche segnali che l'intolleranza può essere sconfitta: «L'elezione di Obama e la vittoria di Hamilton in F1. Ma è un processo lungo, che riguarda tutti. In Olanda hanno i marocchini, in Francia i tunisini. Bisogna avere il coraggio di affermare che il razzismo esiste, altrimenti non lo si può combattere».
Fonte: Tutto Sport.
TORINO, 1 dicembre - «È possibile che i romeni siano solo delinquenti? Facile catalogare un intero popolo per colpa di qualche mela marcia, che c'è ovunque. Quando qualcosa va storto e c'è di mezzo un romeno, il titolo è solo per lui». Cristian Chivu, nazionale della Romania, ex romanista ora all'Inter, parla alla rivista GQ della sua condizione di calciatore in Italia, quindi privilegiato, che pure non gli risparmia offese per la sua nazionalità. E sul razzismo dice: «Smettiamola di nasconderci. Ce n'è e tanto». Tu lo subisci? «In tutti gli stadi mi gridano: “Zingaro, vai a fare il muratore”. Di tutto. Credi che mi dia fastidio? Là dietro i palazzoni dove sono cresciuto c'erano tanti ragazzi rom. Mi sono sempre trovato benissimo con loro: “zingaro” per me non è un'offesa».
IL MOMENTO PEGGIORE - La situazione peggiore in cui si è trovato, racconta il difensore, «fu nel periodo in cui si parlava del mio trasferimento all'Inter. Facemmo un allenamento a porte aperte al Flaminio, davanti a 25 mila persone. Mi massacrarono d'insulti. Chissà perché, quando ti fischiano gli avversari, non li senti, ma quando è il tuo stadio a fischiare, li senti tutti. L'unico che mi colpì, però, fu quello di un mio concittadino che, in romeno, mi gridò: “Mi vergogno di essere romeno”». Per fortuna ci sono anche segnali che l'intolleranza può essere sconfitta: «L'elezione di Obama e la vittoria di Hamilton in F1. Ma è un processo lungo, che riguarda tutti. In Olanda hanno i marocchini, in Francia i tunisini. Bisogna avere il coraggio di affermare che il razzismo esiste, altrimenti non lo si può combattere».
Fonte: Tutto Sport.
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