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giovedì 9 dicembre 2010

Chiesa: da Cei no a preti sposati cattolici rumeni, non vengano in Italia

(ASCA) - Roma, 30 nov - Il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ha respinto la richiesta di permettere a preti cattolici sposati della Chiesa greco-cattolica rumena di venire in Italia per assistere le comunita' di immigrati rumeni presenti nel nostro Paese. In una lettera dello scorso 13 settembre e pubblicata dall'agenzia Adista, Bagnasco scrive a mons. Lucian Muresan, primate della Chiesa greco-cattolica rumena, che la Cei, ''dopo aver attentamente esaminato la questione anche alla luce dei dati numerici relativi alla consistenza delle comunita' etniche provenienti da Paesi dell'Est europeo e alla situazione del clero nelle diocesi italiane, ritiene che, al presente e in linea generale, non esista la 'giusta e ragionevole causa' che giustifichi la concessione della dispensa''. Secondo la legge ecclesiastica, i preti sposati delle Chiese orientali non possono esercitare al di fuori del territorio storico della loro Chiesa - un limite contro cui hanno protestato anche i vescovi riuniti il mese scorso in Vaticano per il Sindoo sul Medio Oriente.

''La convenienza di tutelare il celibato ecclesiastico - ha spiegato ancora Bagnasco - e di prevenire il possibile sconcerto nei fedeli per l'accrescersi di presenza sacerdotali uxorate prevale infatti sulla pur legittima esigenza di garantire ai fedeli cattolici di rito orientale l'esercizio del culto da parte di ministri che parlino la loro lingua e provengano dai loro stessi Paesi''. Su circa un milione di rumeni presenti in Italia, i greco-cattolici sono circa 800mila.

Fonte: ASCA

Leggi anche:
Dalla CEI nuovo veto alla presenza di clero uxorato in Italia

3 commenti:

Ernesto Miragoli ha detto...

Rimango letteralmente basito dalla risposta del card. Bagnasco alla richiesta di mons. Muresan.
Solidarizzo con la comunità rumena che si trova privata dell'assistenza religiosa da parte di propri sacerdoti.
Le motivazioni addotte dal card. Bagnasco sono a mio avviso inconsistenti.
Ernesto Miragoli

Anonimo ha detto...

Non capisco e non condivido. In talia sono già presnei sacerdoti di rito greco-bizantino sposati e non creano alcun sconcerto. Fra un po' ci saranno anche quelli di rito anglicano. Credo che lo sconcerto ci sia per le situazioni irregolari di sacerdoti di rito latino che vivono more uxorio.
Speriamo che la deisione possa essere presto rivista nel segno della carità e dell'acccoglienza nei confornti dei fratelli di rito greco-bizantino.
Guido

Anonimo ha detto...

What this cardinal said is an abuse.

He, as roman-catholic, can not make decisions regarding the greek-catholic priests, which have their own hierarchy and discipline.

Also, he jeopardized the future ecumenical dialog with the Orthodox Churches.

If the Orthodox Churches will come in the communion with the Catholic Church, is he going to demand celibacy to the Orthodox priests serving in Italy as well?

This is one of the features that most of the Orthodoxs had about the ecumenical dialog with the Catholic Church, and the Cardinal just confirmed that.

This was a very very bad decision.

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