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giovedì 9 dicembre 2010

Romeni anti-Ramona

Il caso

La soubrette Badescu contestata dai connazionali.

...di Adelaide Pierucci

Romena e romana come la Badescu? No grazie. Guai ad accostare alle romene romane l'immagine della bella Ramona, la soubrette romena designata consigliera delegata per i romeni dal sindaco Gianni Alemanno. «Ci faccia il favore, non parli più a nome della patria e di tutti i romeni, e peggio ancora di tutte le romene», dicono in coro i suoi connazionali in Italia. «Parli per lei».
A far scattare la levata anti-Badescu la sua ultima apparizione in tivù, il 2 dicembre, all'indomani della festa nazionale romena, nella trasmissione Rai Pomeriggio sul Due. La «romana e romena», come la presenta la conduttrice Caterina Balivo entra in studio, in supermini, ancheggia al passo dell'inno nazionale, mentre nel maxi schermo sono impressi i colori della bandiera.
Mi potresti tradurre il testo del vostro inno? Chiede la presentatrice. Lei farfuglia: «Svegliati, svegliati romeno dal sogno di quello che voleva buttarsi...». Leontina Ionescu, 53 anni, prima consigliera comunale romena eletta in Italia, rivede il video tre volte e inorridisce: «Non sa neanche l'inno del suo Paese, perché vuole rappresentarci per forza... Il nostro inno nazionale dice: «Svegliati romeno dal sogno della morte».
Leontina sostiene di essere stata sollecitata da decine di connazionali per fermare la Badescu: «Bella ragazza, bella figliola, ma meglio che stia zitta: offende la patria». E «mette tutti in pericolo», è l'accusa.

Va in onda la gaffe

A un certo punto della trasmissione la Badescu, che si presenta come un' ottima cuoca e fattucchiera («so leggere le carte, i piedi e i fondi del caffé»), secondo i romeni in polemica, lascerebbe intendere che le sue connazionali riescono a sfilare i mariti alle italiane perché avendo avuto un'infanzia più difficile.
«Mai, mai dire certe cose in tivù» s'inalbera la Ionescu. «Le donne romene, anche se laureate, in Italia fanno le baby sitter e le badanti... Non puoi andare a dire alle padrone di casa che hanno un'acchiappamariti tra i piedi. Le migliori ricette le ho imparate in Italia. Le italiane sono delle ottime mamme e mogli. Far perdere un lavoretto così a una connazionale significa far precipitare gente nella miseria».
Ma la Badescu va avanti per la sua strada. Parla delle chewingum. Racconta che da ragazzina in Romania non c'erano e lei così quando aveva la fortuna di trovarne una se la faceva durare per sette giorni. «Ne scartavo una, la succhiavo e a scuola la mettevo sotto il banco, la riprendevo e la mettevo vicino al letto, poi la riprendevo... ».
Liliana Marinoiu, impiegata presso il Centro servizi immigrazione della Provincia di Roma, si dice inorridita. «Alla Badescu» premette «riconosco molti meriti per la sua professione, per la sua prestanza fisica, ma ci danneggia. Continua ad autodecretarsi autorappresentante della comunità romena... Ma le sue gaffe sono boomerang per noi. La storia delle chewing gum è surreale. Il popolo romeno ha sofferto tanto ma non per mancanza di gomme da masticare...».
Come dire che la Badescu è un po' autoreferenziale, «purtroppo per lei però sono in molti i connazionali a non riconoscersi in quello che dice», ha tagliato corto il segretario nazionale del partito Identità romena, Mihai Muntean. Ma Ramona non ci sta. «Voglio essere solo voce di chi non ha voce», si difende. «E in tivù rivendico l'orgoglio di essere romena. C'è sempre qualcuno però che si lamenta. Sono delegata del sindaco, per esempio. Gratis, lo scriva. A breve farò installare in Campidoglio una linea telefonica per informazioni immediate sui romeni, con una centralinista ben formata».
Giovedì, 02 Dicembre 2010
Fonte: Lettera43

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