di Marida Lombardo Pijola
ROMA (13 ottobre) - Alina bella. ”Bella” vuol dire il suo nome in est Europa. Bella come si è sempre, alla sua età. Bella com’era proprio, secondo le sue amiche. Alina innamorata, Alina un vulcano di allegria, Alina che manda messaggini al fidanzato in Romania, Alina che ride sempre, e corre a Lunghezza con le amiche a fare shopping al centro commerciale, ad acquistare i jeans strappati sul ginocchio, e le magliette rosa come il tramonto la speranza e la sua vita, come i peluche di Winnie the Pooh che le avevano regalato gli amici, sabato sera, per il suo compleanno. Alina che colleziona ancora pupazzetti, Alina diciannove anni, e basta una frazione di secondo, il tempo di un respiro, e un vento impetuoso come il suo entusiasmo, e un albero infido come gli agguati della sorte, e il rosa precipita in un buio, e addio.
Chissà se era bella davvero come dicono, come la principessa delle Mille e una Notte, l’Alina radiosa «da far vergognare il sole». Ora solo una sagoma su sfondo azzurro, è Alina, il profilo di niente, di nessuno, nessun volto, nessun sorriso, niente sguardo, un’ombra bianca, un fantasma, o un sinistro presagio del destino che l’aspettava lungo una strada battuta dalla pioggia, nel giorno successivo a quello del suo compleanno.
Nessuna foto, su Facebook, e undici amici, nove rumeni e due italiani, le proporzioni dell’integrazione in un paesino dell’agro romano dove gli immigrati sono i più numerosi di tutta la provincia, e i rumeni più di 1.100 lavoratori su 3.600, e a volte si convive bene, e altre no. Alina e le altre sì. Alina, Mikaela, Nicoleta e i fidanzati, tutti operai, edili o meccanici, lavoratori, bravi ragazzi, brava gente, di quelli che stanno via da casa a faticare a denti stretti, per farsi un futuro, mandare i soldi a casa, e raccattare briciole da quelli che hanno tutto. Eppure puoi fare gli incantesimi, a vent’anni, e trasformare un appartamento popolare in un castello, e tramutare le briciole in un simulacro di abbondanza. Sembravano felici, Alina e gli altri, a vivere tutti insieme con i fidanzati a Corcolle, tra la via Lunghezzina, (dove quell’albero ha travolto l’auto), e via Polense, che porta al borgo medioevale di San Vittorino, passando sotto un arco di tufo grande e accogliente come una speranza.
Aveva dieci anni, Alina, quando era venuta a vivere qui con la famiglia. E qui in Italia era diventata donna. Adesso piange Niki, il fidanzato di Nicoleta che sta in ospedale, con la mente spersa in un vuoto, per non voler ricordare quello che è successo. Piange, e si chiede chi glielo dice, all’uomo di Alina, che sta in Romania, della pioggia dell’albero del vento della morte. Piange e ripensa a quanto può essere breve lo scarto tra la vita e la morte, un passo di pochi minuti, poche ore, pochi giorni.
«Sabato sera eravamo andati a ristorante per festeggiare il compleanno di Alina. Era felice. Le abbiamo fatto un sacco di regali. Io un grande pupazzo rosa, di Winnie the Pooh. Lei per i peluche ci andava pazza».
Passioni di bambina, progetti di donna, perché si accellera il passo, si cresce più presto, a fare gli immigrati. Nessun lavoro ancora, Alina, ”casalinga, per ora”, dice Niki, a vivere d’amore e di sogni, sposarsi, avere dei figli, una famiglia, chissà cosa. E poi, forse, tornare a casa: così lontano ci vai per lavorare, per vivere, nient’altro. Come lo sai che, qualche volta, puoi andarci per morire? Morire di freddo, o di razzismo, o di alcolismo, o di droga, o di disperazione, o in una rissa, oppure travolto da un pirata della strada, come il rumeno che fu trovato senza vita sul ciglio di una strada proprio a San Vittorino, proprio qui. Oppure morire di maltempo, mentre, in una maligna ambiguità del cielo, piove col sole, geloso della principessa Alina.
Fonte: Il Messaggero.
---------------------------------------------------Roma -La ragazza è rimasta bloccata nell'auto. Ingenti danni in tutta la Capitale e traffico congestionato
Tromba d’aria, muore 22enne
La tromba d’aria che ieri ha investito Roma si è scatenata da Monte sacro all’Eur, lasciandosi dietro una scia di danni in genti alla velocità di 50 nodi, ol tre 90 chilometri all’ora.
A San Vittorino una ragazza romena, Alina Doca, 22 anni, è stata schiacciata da un albero mentre si trovava in auto con due amiche, e ferito altre cinque persone, una delle quali, in viale Europa, è ricoverata in ospedale in gravi condizioni.
Le raffiche di vento che hanno spazzato la città hanno abbattuto in pochi minuti, nel pomeriggio, oltre 200 alberi e rami. Sono volate antenne tv, cartelloni pubblicitari e cornicioni.
L’assessore comunale all’Ambiente, Fabio Di Lillo, ha parlato di “calamità naturale”.
Alina Doca, impiegata vicino Tivoli, è morta sul colpo dopo che un pino ha distrutto la Fiat Punto sulla quale stava viaggiando su via di Lunghezzina, fra Roma e Tivoli. Le sue amiche, anche loro ventenni, sono rimaste ferite in modo non grave. Per estrarre il corpo della ragazza sono intervenuti i vigili del fuoco.
Più di 500 le chiamate dei cittadini alle forze dell’ordine. In via Val di Fiemme, al Nomentano, un albero si è abbattuto su un’utilitaria imprigionando una cinquantenne, che ha riportato fratture e contusioni. In via Tiburtina, invece, un automobilista se l’è cavata con la frattura di un braccio dopo che un grosso ramo aveva schiacciato la sua vettura. Soccorritori in azione anche in via Val d’Ossola e via Valsolda. In viale Europa, al l’Eur, la tromba d’aria ha provocato la caduta di tronchi, uno dei quali ha colpito in pieno una donna di 50 anni che aspettava l’autobus. Ora è ricoverata al Sant’Eugenio per trauma cranico.
Ambulanze, vigili del fuoco e Protezione civile, sono intervenuti praticamente in ogni quartiere. Centinaia anche le segnalazioni raccolte da polizia e carabinieri. Una ventina invece le linee Atac deviate. E il traffico è impazzito in varie zone: chiuso alla circolazione il Muro Tor to, interdetto il passaggio dei veicoli in viale Venezia Giulia, all’Alessandrino, e anche nei pressi della Regione Lazio.
Tre grossi alberi sono caduti a Villa Borghese e un altro in via XXIV Maggio, nei pressi del Quirinale. Momenti di paura in via Marmorata, dove un albero si è schiantato su un pullman turistico. Bloccata la ferrovia Roma-Viterbo. Al porto di Civitavecchia una nave da carico ha rotto gli ormeggi. E in serata chiusa la galleria “Giovanni XXIII” con pesanti ripercussio ni sulla circolazione a corso Francia, Vigna Clara, Collina Fleming e in tutta Roma nord.
13 ottobre, 2009
Fonte: Corriere 2000.
mercoledì 14 ottobre 2009
Un amico della vittima: «Sogni e peluche, Alina era così felice...»
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
16:54
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