La comunità romena si incontra e si racconta attraverso storie quotidiane, punti di vista, fatti di cronaca, appuntamenti e novità, per non dimenticare le radici e per vivere meglio la distanza dal paese natale.
Informazioni utili per i romeni che vivono in Italia, per conoscere le opportunità che la realtà circostante offre e divenire cittadini attivi.

Comunitatea Românească în Italia

Locul unde comunitatea românească se regăsește zilnic în știri, noutăți, mărturii, informații și sfaturi, pentru a nu uita rădăcinile și a trăi mai bine departe de țara natală. Informații utile pentru românii care trăiesc în Italia, despre oportunitățile pe care le oferă realitatea din jur și pentru a deveni cetățeni activi.

Bun găsit pe site! Benvenuto!

Comentează articolele publicate! Commenta gli articoli pubblicati!

venerdì 9 ottobre 2009

Undici metri di leggenda


L’ex portiere dell’FC Steaua Bucureşti Helmuth Duckadam ha scritto una pagina storica della Coppa dei Campioni parando quattro calci di rigore nella serie finale dell’ultimo atto del 1986 contro l’FC Barcelona al termine di una gara senza reti.



Nell’intervista che segue, Duckadam, oggi 50enne, rievoca quella famosa notte di Siviglia e spiega le emozioni di toccare di nuovo da vicino il trofeo, che questa settimana ha fatto tappa a Bucarest nel quadro del UEFA Champions League Trophy Tour, presentato da UniCredit.

uefa.com: Il suo ricordo è legato ai calci di rigore parati nella finale del 1986. Qual è la cosa più importante per un portiere in una serie finale dal dischetto?

Helmuth Duckadam: Il portiere deve mettere da parte tutto e concentrarsi esclusivamente su quel momento, osservare attentamente il rigorista e cercare di leggerne le intenzioni. Dopo gli allenamenti ero solito trattenermi con i compagni di squadra, cercavo di ingannarli muovendo il corpo leggermente in una direzione per poi balzare dall’altra.

uefa.com: Allora è questo il segreto per parare un calcio di rigore?

Duckadam: Direi di sì. È fondamentale entrare nella testa del rigorista.

uefa.com: Raccontaci come è andata la lotteria dei rigori nel 1986?

Duckadam: In quel momento non pensavo alla squadra, ma esclusivamente a me stesso, a cosa dovevo fare. Il primo rigore era del capitano Alexanko. L'ho guardato attentamente e a giudicare dal suo fisico ho pensato che avrebbe tirato sulla mia destra. Ho aspettato il tiro per buttarmi e ho parato a destra. Per gli altri rigori è stata tutta psicologia – mi sono messo nella posizione di chi tirava. Il secondo era di Pedraza, che pensava che stavolta mi sarei buttato a sinistra. Il portiere del Barcellona Urruti aveva parato i tiri di Majearu e Bölöni prima a sinistra e poi a destra. Quindi cosa ho fatto? Ancora a destra e ho parato, anche se era il migliore dei loro rigori.

Il terzo è stato il più facile – era logico che avrebbe pensato a un mio tuffo a sinistra dopo due parate a destra. Quindi Alonso ha tirato sulla mia destra e io ho parato ancora. Il più difficile è stato il quarto perché non sapevo cosa fare. Continuo a tuffarmi a destra o cambio direzione? Ho cercato di mettermi nella posizione di Marcos. Avrà pensato che avevo scelto di buttarmi a destra a ogni tiro, quindi sono andato a sinistra e ho parato anche il suo tiro.

uefa.com: Riesce a immaginare un club rumeno capace di vincere di nuovo un titolo europeo?

Duckadam: Non in un prossimo futuro. Occorrerebbe trattenere quei giocatori il cui valore è stimato fra gli 8 e i 10 milioni di euro. Fino ad allora è importante fare quanti più punti possibile in modo da avere ogni anno una squadra che si qualifica direttamente per la fase a gironi della Champions League.

uefa.com: Come giudica le prime due partite dell’FC Unirea Urziceni in UEFA Champions League?

Duckadam: Ha giocato due buone partite dimostrando il proprio potenziale. Non sarebbe giusto aspettarsi troppo, ma penso che possa battere in casa i Rangers e conquistare un punto nelle ultime due trasferte. Il pareggio contro lo Stoccarda è comunque già un buon risultato [1-1 in casa dopo la sconfitta per 2-0 a Siviglia]. L’Unirea è un club piccolo che è riuscito con l’impegno e la dedizione assoluta a vincere il titolo nazionale. E Dan Petrescu è senza dubbio il migliore tecnico rumeno. È un professionista navigato che sa motivare i propri giocatori imponendo una rigida disciplina.

uefa.com: Quali emozioni ha provato portando la Coppa dei Campioni in Romania per la seconda volta nella veste di ambasciatore del UEFA Champions League Trophy Tour?

Duckadam: Questa nomina della UEFA mi riempie d’orgoglio. Non avrei mai pensato di rimettere le mani sul trofeo. È difficile spiegare le emozioni che ho provato toccandolo di nuovo, ma ero certamente colmo d’orgoglio. Se pensiamo alla passione, agli interessi economici e ai grandi giocatori che si contendono oggi questo trofeo, dobbiamo essere orgogliosi che lo Steaua figuri nel suo albo d’oro.

Fonte:Uefa.Com e Youtube

Nessun commento:

Posta un commento