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domenica 21 giugno 2009

50 euro per un voto, "denaro e minacce a elettori romeni"


A Fonte Nuova (Roma) fallisce il tentativo di eleggere in Consiglio comunale un rappresentante della comunità romena. La denuncia di padre Bogdan, parroco ortodosso: "Offerte in denaro e minacce di perdere il lavoro"

ROMA - Cinquanta euro per un voto, quello per eleggere i componenti di un piccolo Consiglio comunale alle porte di Roma. Oppure, quando va peggio, la minaccia di perdere il proprio impiego se non si vota per il candidato indicato dal proprio datore di lavoro. Ecco dove vanno a finire i voti dei cittadini di nazionalita' romena iscritti nelle liste elettorali per le elezioni delle amministrazioni locali. La denuncia e' di padre Petre Bogdan, il parroco ortodosso a Fonte Nuova, comune di poco meno di 30 mila anime lungo la via Nomentana, una manciata di chilometri oltre il Grande Raccordo Anulare. Il sacerdote in un lungo colloquio con Redattore Sociale racconta la situazione della comunita' romena della capitale, anche dall'osservatorio del carcere di Rebibbia, nel quale e' ministro di culto ortodosso, e mette in evidenza l'assenza di politiche di integrazione e l'incapacita' degli stessi romeni di trovare un proprio rappresentante che possa portare la loro voce all'interno delle istituzioni: un obiettivo, questo, secondo padre Bogdan, assolutamente fondamentale per il futuro della comunita', ma che gli stessi romeni non hanno compreso, preferendo obbedire alle indicazioni di voto dei datori di lavoro o svendere la loro scelta per qualche banconota di piccolo taglio.

"Alle elezioni del 6 e 7 giugno scorsi- racconta padre Bogdan- la comunita' romena di Fonte Nuova ha giocato la carta di un proprio candidato per il consiglio comunale: l'idea era di avere un rappresentante che una volta eletto illustrasse le proposte e le esigenze della comunita' romena, ad iniziare dalla necessita' di un centro sociale polifunzionale e di una chiesa ortodossa". Una piccola carta da giocare, una strategia di azione sulla quale chiaramente ognuno poteva concordare o dissentire, anche perche' la rappresentanza di una comunita' non per tutti puo' essere coerente con una scelta specifica di tipo partitico. La strategia - risultati alla mano - e' risultata perdente: "Con circa 580 votanti romeni - spiega il sacerdote - il candidato ha ottenuto soltanto 72 voti, cioe' poco piu' del 10%", posizionandosi solo al quarto posto fra quelli di una lista civica capace di raccogliere l'8% complessivo dei voti. Una lista, "Cittadini per i valori", collegata, come molte altre, al candidato del Pdl che ha sfiorato con il 49,1% dei voti l'elezione al primo turno. Al di la' dei conteggi elettorali e delle piu' ampie considerazioni che possono essere fatte sull'opportunita' di una simile strategia, padre Bogdan e' amareggiato non tanto per il fatto che non si e' riusciti a concentrare i voti su un solo candidato, quanto per l'ignoranza e i motivi che stanno alla base della scelta: "Alcuni, perche' minacciati di perdere l'impiego, hanno dato il voto alle persone indicate dai loro datori di lavoro; altri ancora hanno venduto il loro voto per la misera cifra di 50 euro".

Legato al giorno elettorale, c'e' anche il rammarico da un lato per il mancato arrivo in tempo utile delle schede elettorali di una sessantina di romeni e dall'altro per la mancata possibilita' di verificare quelli che il sacerdote descrive come "i 150 voti annullati al candidato romeno", afferma padre Bogdan. A Fonte Nuova i voti nulli, secondo i dati non definitivi disponibili sul sito internet del Comune, sono stati complessivamente 364, il 2,34% di quelli espressi. "Siamo orfani- spiega padre Bogdaná- pur essendo ormai un numero considerevole (oltre 2 mila e 300 residenti su quasi 30 mila): siamo trattati come delle pecore buone da tosare, da mungere e forse anche da uccidere". Padre Bogdan e' convinto che la strada da seguire per uscire da questa situazione e' politica; a suo avviso infatti "questo e' l'unico linguaggio che conta e per il quale si e' tenuti in considerazione dalla comunita' italiana maggioritaria". "Se- puntualizza ancora il pope- avessimo l'appoggio del sindaco saremmo beneficiari di fondi, di spazi per un centro sociale dove avere un asilo, una scuola domenicale, una biblioteca, un museo: il dramma piu' grande e' la mancanza di uno spazio fisico che sia un luogo di aggregazione dove i romeni possano trascorrere insieme il tempo e una cappella o chiesa dove i fedeli ortodossi possano celebrare i loro riti. Ci vuole un punto fisso che dia stabilita' alle persone e alla comunita': abbiamo fatto richieste alle amministrazioni sia di Monterotondo che di Fonte Nuova ma senza risultati".

Per padre Bogdan "non esistono politiche di integrazione" perche' "cio' che interessa e' il nostro lavoro e non noi come persone, il nostro voto e non noi: finche' non ci sara' una tutela politica, amministrativa e giuridica per la comunita' romena le cose non cambieranno".

Domenica e lunedi' si vota nuovamente, per il ballottaggio: "La speranza e' che la nuova amministrazione sia piu' sensibile alle problematiche che riguardano l'integrazione degli stranieri e che si capisca che la comunita' romena non e' piu' da trascurare e non e' indifferente nello spazio cittadino: vogliamo creare un rapporto di collaborazione e di dialogo con le autorita', altrimenti si andra' avanti per conto proprio vivendo in realta' parallele (gli italiani da una parte, noi nel nostro ghetto), senza che ci sia un raggio di luce per essere integrati nel tessuto sociale del posto".(Dires - Redattore Sociale)
19 giugno 2009

Fonte: DIRE.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La verità è molto diversa rispetto a quanto scritto, sono cittadino di Fonte Nuova, il prete Bogdan, faceva propaganda invitando gli elettori Romeni a votare per il loro candidato, nel giorno delle elezioni, ma quello che mi lascia molto perplesso, è che questo prete ha chiesto 300 euro per un battesimo. Meditate gente!!!!!

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