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giovedì 4 giugno 2009

Discriminazione: il decreto Brunetta esclude stranieri e comunitari dall’accesso alla posta elettronica certificata gratuita

3 giugno 2009

Discriminazione: il decreto Brunetta esclude stranieri e comunitari dall’accesso alla posta elettronica certificata gratuita.
Italiani a casa e stranieri in coda agli sportelli. Questo il concetto espresso dal decreto Brunetta sulla PEC, la casella di posta elettronica certificata assegnata solo ai cittadini italiani.


Il decreto legge anticrisi del 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, nella legge 28 gennaio 2009, n. 2, contiene una misura - passata quasi inosservata - che potrebbe avere un impatto molto importante sulla vita delle persone in quanto dovrebbe semplificare il rapporto con la pubblica amministrazione grazie all’introduzione della posta elettronica certificata e gratuita. Certificati, domande, documentazione e simili saranno trasmessi e ricevuti tramite posta elettronica certificata che sostituirà anche la tradizionale raccomandata.
L’articolo 16 bis del decreto legge, introdotto con la legge di conversione, prevede infatti che “ai cittadini che ne fanno richiesta è attribuita una casella di posta elettronica certificata” secondo le modalità di rilascio e di utilizzo definite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione. Il decreto, stabilisce la legge, dovrà avere “particolare riguardo alle categorie a rischio di esclusione ai sensi dell'articolo 8 del citato codice di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005”.
Il decreto, a firma del Ministro Brunetta, è stato adottato il 9 maggio e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 119 del successivo 25.
La sorpresa, ma forse non proprio visti i tempi che corrono, sta nel fatto che nell’allegato A “Modalità per la richiesta, l'attivazione, l'utilizzo ed il recesso del servizio di posta elettronica certificata per i cittadini” è scritto “Qualunque cittadino italiano maggiorenne, compresi i cittadini residenti all'estero, può chiedere l'attivazione di un'utenza personale di posta elettronica certificata accedendo al sito dedicato al servizio di posta elettronica certificata...”
Ora, poiché qualsiasi studente del primo anno di giurisprudenza sa perfettamente che anche per la Costituzione la parola “cittadino” non è riferita al solo cittadino italiano (basti per tutti l’art. 3 dove è scritto che “Tutti i cittadini hanno pari dignità...”) sembra proprio che i redattori del decreto Brunetta abbiano equivocato nell’interpretare l’art. 16 bis della legge (che parla di “cittadini” ma non di “cittadini italiani”).
Se invece si volesse sostenere che il Parlamento abbia voluto effettivamente introdurre una tale disparità di trattamento tra italiani, comunitari ed extracomunitari, la norma sarebbe esposta ad un sicuro giudizio di illegittimità costituzionale.
(R.M.)
Fonte: ImmigrazioneOggi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

non si fa cozi sinior bruneta .ancora fati vedere che siete razista pura mal educati.tuti abiamo diriti uguali,paghiamo anche noi tase non dimenticate.chiedo scuza per lo crito non so a crivere italiano.grazzie

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