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sabato 31 luglio 2010

Le Memorie del Futuro di Iuliana Mihai, poetessa della Couture

Lug 28
Pubblicato da Sandra Rondini

WhyModa ha avuto l'onore di intervistare, in anteprima assoluta Iuliana Mihai.

La giovane designer di origini rumene, nel corso dell'evento IED "Memorie del Futuro" tenutosi al MAXXI di Roma durante la settimana dell'alta moda capitolina, ha colpito pubblico e addetti ai lavori per l'audacia delle sue creazioni, immaginifiche e teatrali, dal grande afflato lirico.
Indossate, o per meglio dire interpretate, da lei stessa che ha un passato da ex modella e una vita intensa, sempre in giro per il mondo.

Ma sentiamo la sua storia che comincia come una favola e poi, tutta per voi, l'intervista esclusiva!

C'era una volta...
Tutte le favole che si rispettano iniziano così ed è per questo che per parlare di me inizierò così...
C'era una volta, in un paese lontano, una bambina che non avendo altro si divertiva a vestire con i pezzi di stoffa trovati per casa la sua bambola.
Un giorno passò da li una persona che vedendola e trovandola molto bella, le propose di girare il mondo per indossare gli abiti degli stilisti più famosi. E fu così che la bambina potè vedere i parchi di Londra e i ponti di Parigi, vedere gli abiti che sognava da bambina e indossarli, da Dior a Gautier, da Chanel a Gucci, fino a quando un giorno arrivò nella città dalle tante chiese, Roma.
Qui la bambina, ormai cresciuta, capì che non le bastava indossare le creazioni di altri stilisti ma voleva lei stessa essere un tassello di quel meraviglio puzzle che è la moda.
Decise allora, di creare una propria collezione e, per migliorare la propria tecnica (perché la passione da sola non basta) si iscrisse ad una scuola in cui incontro personaggi meravigliosi e che amavano le stesse cose che amava lei, lo IED.
E la favola continua ancora oggi, qui, con voi che leggete, perché una cosa è la felicità di fare ciò che si desidera ma altro è la sensazione che si prova quando vedi indossare quello che crei dagli altri...la realizzazione di un sogno!

Ciao Iuliana e benvenuta su WhyModa!
Tu sei una giovane fashion designer, non hai ancora compiuto 30 anni, eppure hai già alle spalle una formazione professionale piuttosto poliedrica. Raccontaci qualcosa di te, dove sei nata e come hai scoperto in te la passione per la moda.

"Ciao a tutti e grazie per l'attenzione accordata. Chiedo scusa se il mio italiano non è uno dei migliori. È proprio nel luogo dove sono nata che nasce insieme a me la passione per la moda. Sono nata in un piccolo borgo della Transilvania degli anni 80 in una famiglia giovane, con una madre che aveva appena finito il liceo tessile di quei tempi e un padre con una furbizia sconvolgente. I miei nonni e parenti, provenivano da una semplice famiglia di montagna dove il lavoro artigianale era anche una fonte di guadagno e fonte di ispirazione per il decoro della casa. La mia curiosità e passione per la moda nascono proprio in quei luoghi. Sin da piccola sono cresciuta tra colori, tessuti, fibre, e tante cose che ai quei tempi per me, essendo figlia unica, accrescevano la mia curiosità e ammirazione nei confronti della ricerca nel settore della moda. Ancora oggi ricordo com'era bello e quasi stregato il profumo delle erbe da dove si ricavavano dei colori magici per poi tingere la lana, il lino. Ricordo che c'erano ancora i grandi e antichi macchinari realizzati in legno dal mio nonno e bisnonno che venivano utilizzati per creare dei grandi tappeti, coperte, anche grandi cappotti ricamati con diversi fili di lana colorati".

Iuliana, tu sei di origini rumene. Della moda della tua terra qui da noi si sa pochissimo. Un po' generalizzando, ci vuoi raccontare qual è lo stile di una donna rumena, quali accessori e vestiti ama indossare al di sopra di tutto e quali sono le ultime tendenze?

Si, sono di origine rumena, ma da 11 anni ormai non vivo più in quel Paese. La donna rumena è una donna semplice, poco stravagante, veste linee classiche, molto pulite. Per dirla tutta, con la crisi che c'è in questo periodo anche in Romania, non tutte le donne possono permettersi di vestire in un certo modo. Il loro stile è pratico, comodo. Scelgono un abbigliamento che può essere utilizzato non solo in una sola occasione, ma che offre più possibilità. Lo possiamo definire un casual-street, ma non scordiamo che da noi c'è anche l'abbigliamento tradizionale, ovvero il costume nazionale che viene spesso usato la domenica per andare in chiesa oppure in occasione di matrimoni. Pensate che c'è ancora l'usanza che le nonnine vestano in costume tradizionale.
Per quanto riguarda le tendenze della moda, c'è chi segue strettamente tutte le tendenze e chi invece mantiene il proprio stile, abiti stile "Via col vento", romantici e ondeggianti, top e mini dress. E poi c'è anche il vintage, che resta sempre una tendenza che non tramonta mai, una passione, uno stile adorabile.

Tu hai iniziato a fare la modella da giovanissima. La tua famiglia era d'accordo? Il mondo della moda non ha una bella reputazione sui media...

Si, è vero, ho iniziato a fare la modella molto giovane. Mi ricordo che avevo 14 anni e mi trovavo in trasferta con la squadra di pallamano a Cluj Napoca, una città vicino alla mia, ed è li che ho conosciuto la signora. Muresan della agenzia Elite Transilvania che mi aveva notata alla partita e che mi propose uno corso di portamento. Fu mia madre a prendere accordi con loro. Lei in fondo non mi ha mai ostacolato perché l'agenzia rilasciava un attestato e per questo motivo la proposta della Muresan non sembrava una presa in giro, come spesso accade.
I media spesso parlano di molti argomenti in libertà, ma ognuno di noi sceglie di fare il suo percorso di vita. Io ho sudato molto per essere dove sono. Il cammino non è facile, è spesso irto di spine ma bisogna imparare a camminare con le zampe di gatto e artigli ben affilati...

Tu hai fatto la modella per diversi anni e avrai quindi viaggiato molto. Vista dagli occhi di una modella straniera è ancora Milano la capitale della moda? E vista con gli occhi di una stilista?

Si, per molti anni ho fatto la modella, anzi, meglio dire indossatrice che è molto diverso dalla modella, e ho anche viaggiato tanto, ma su certi aspetti si può dire, e lo confermo ancor di più ora che la vedo sia come stilista che come modella, che è Parigi la vera capitale della moda.

Come modella ti sei mai sentita trattata solo come un oggetto? E adesso che sei dall'altra parte della barricata, come stilista, come ti relazioni con le modelle? Comprendi le loro ansie, le loro piccole paure?

Mi sono sentita trattata come un oggetto quasi sempre ed è vero che, in fondo, per loro sei solo una stampella, soprattutto per gli stilisti meno affermati. Adesso che sono passata dall'altra parte della barricata, tieni presente che queste ragazze io le conosco quasi tutte, e quindi spesso siamo amiche. È bello rivederle, perciò posso dire con certezza che comprendo le loro ansie e paure, anche se sfilare è sempre una nuova esperienza e, direi, quasi un piacere, se non addirittura un bisogno. Per me lo era.

A proposito sempre di modelle, una volta conclusa la loro carriera per raggiunti limiti di età o perché sono cambiati i canoni estetici, molte di loro si riciclano nel cinema o anche nella moda, lanciando una loro linea. Tu, invece, non hai voluto improvvisarti stilista, ma studiare moda. Da dove è nata questa tua decisione e perché hai scelto lo IED di Roma?

Il riciclarsi nel cinema non è facile, e poi penso che non si diventi attrice dall'oggi al domani, lo studio serve sempre. Io non ho voluto tentare questa strada per non risultare finta, non riuscirei, non ho mai creduto nelle cose facili. Anche a me è stato proposto il cinema, ma mi ricordo ancora la mia risposta: "Io sono una indossatrice non una attrice!". Non lo puoi diventare dall'oggi al domani. Io, comunque, ho sempre avuto il desiderio di studiare moda, ma forse aspettavo il momento giusto. Ero già laureata in marketing management. E poi sono una iperattiva, ho sempre qualcosa da tagliare, cucire...Disegno, dipingo, non ho mai pace, per questo tutti i miei amici, le persone care, anche il mio amore, mi hanno spinto verso lo IED. È stata una scommessa andare lì: un po' per le buone voci che girano su questo Istituto, un po' per le informazioni raccolte ed eccomi qui, laureata allo IED Moda Lab di Roma. Li adoro, con me sono state persone davvero squisite!

Che differenza c'è tra l'emozione che hai provato quando hai sfilato la prima volta in passerella e quella di quando hai mandato in passerella la tua prima collezione? Sembrerà strano passare dal palcoscenico al dietro le quinte, dalla passerella al backstage, anche se so che tu stessa continui a indossare le tue creazioni on the catwalk...

Mi ricordo ancora quando ho sfilato la prima volta. Non ho provato tanta emozione, anche perché avevamo l'ordine di non guardare mai il pubblico per cui non ti accorgevi nemmeno quando iniziava e quando finiva una sfilata. Devo dire che ho anche un carattere molto freddo: solo quando ho mandato in passerella la mia collezione, a parte la stanchezza e tutto il resto, sono scoppiata in lacrime. È stato un successo inaspettato, immagina che gioia, non stavo più nella pelle.
E continuo ancora a fare da modella, per i miei vestiti! È bellissimo, credimi.

Hai una musa a cui ti ispiri nello stile per creare i tuoi modelli? Un'icona del passato o del presente...

No, la mia musa è la mia testa, i miei modelli sono i monti, i fiumi, il suono del bosco, il profumo dei pomodori verdi, il sussurro delle foglie, il canto delle falene, l'ululare dei lupi...Un'icona del passato-presente? Ti risponderei Marylin Manson oppure Alice nel Paese delle Meraviglie, gli angeli, i demoni.
Il mio mondo reale, ma allo stesso tempo irreale...

Qual è lo stilista che consideri un vero Grande nella moda e un po' il tuo Maestro e punto di riferimento?

Alexander McQueen

Come definiresti il tuo stile e cosa vorresti che restasse impresso delle tue creazioni nella memoria della gente?

Il mio stile è un neo gotik romantic. Un ricordo di me? Tutti in fondo siamo solo dei granelli in un deserto di sabbia...

Grazie Iuliana!

Grazie tante a Voi. A presto.

Se avete letto all'inizio di questo post la tenera favola attraverso cui Iuliana Mihai racconta con delicatezza la sua vita, non si può non augurarle l'Happy End.
Iuliana, oltre ad un grande talento come designer, dimostra una sensibilità straordinaria e un'anima profonda da cui speriamo riuscirà a trarre sempre nuova linfa per le sue creazioni.

Certi di avervi segnalato uno dei possibili grandi nomi della moda di domani, a Iuliana diciamo NOROC! (ndr: Buona Fortuna, in rumeno).

Fonte: Why Moda

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