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lunedì 17 gennaio 2011

Comunitari alle urne, solo 700 pronti a votare

METROPOLI

Polemica in Comune in vista delle elezioni. Ghiglia: "Un diritto che conoscono pochi". Ferraris: "Manderemo una lettera"
di ERICA DI BLASI

Gli stranieri che hanno diritto a votare, per le elezioni amministrative o per le europee, sono sempre più numerosi. "A Torino - sottolinea l'assessore comunale ai Servizi civici Giovanni Maria Ferraris - sono ormai 46.300. Un corpo elettorale composto da immigrati che possono recarsi alle urne in quanto cittadini dell'Unione Europea". Insomma, un bacino che raccoglie austriaci, belgi, bulgari. "Ma soprattutto romeni - fa notare l'assessore - Addirittura 41.962 immigrati da questo Paese, che avranno diritto a votare alle prossime elezioni amministrative.

Per i cittadini provenienti da uno stato dell'Unione Europea è sufficiente prendere la residenza e iscriversi nelle liste elettorali". Ma a compiere questo passo non è che una risicata minoranza: 700 persone circa, secondo i dati delle ultime elezioni. "Troppo pochi - sentenzia Agostino Ghiglia, consigliere comunale di An-Pdl che sull'argomento ha presentato un'interpellanza - Il Comune deve impegnarsi di più affinché gli stranieri che hanno diritto a votare siano consapevoli di questa possibilità e la sfruttino. Un'informazione istituzionale, senza cioè alcun fine propagandistico, che deve arrivare in tempi stretti: non bisogna aspettare la data ufficiale delle prossime elezioni. Questo sì che sarebbe un passo importante nel processo di integrazione dei cittadini comunitari".

La risposta di Palazzo civico non si è fatta attendere. "Stiamo utilizzando - spiega l'assessore Ferraris - ogni mezzo di informazione per arrivare a questi potenziali elettori. Alla pubblicazione sul sito Internet del Comune abbiamo aggiunto quelle nei siti dedicati alle comunità straniere. Poi c'è il lavoro che stiamo portando avanti con i singoli consolati: abbiamo lanciato un appello affinché informino i loro cittadini delle elezioni imminenti". Alle prossime amministrative mancano infatti pochi mesi. Per non lasciare nulla di intentato il Comune sta anche valutando la possibilità di spedire a casa dei 46mila stranieri una lettera che spieghi loro come e dove esprimere la propria preferenza politica. Un'ipotesi cavalcata anche qualche anno fa, ma poi cassata per la mancanza di risorse. Adesso, con le elezioni del prossimo sindaco alle porte, il Comune ci sta ripensando. Gli stranieri comunitari vanno coinvolti: l'integrazione passa anche dalla loro partecipazione attiva nelle scelte politiche. E, dati alla mano, si può dire che vantano già un certo peso: solo i cittadini romeni rappresentano infatti il 5 per cento dei residenti.

"Diversa è la situazione - precisa Ferraris - per quegli stranieri che hanno preso anche la cittadinanza. A loro non è richiesto nulla. La scheda elettorale arriva direttamente a casa. Stando ai dati dell'Anagrafe si tratta di altri duemila elettori". Palazzo civico mette comunque le mani avanti da possibili accuse di strumentalizzazione per comunicazioni tardive. "Un pericolo che non esiste - conclude l'assessore - visto che i cittadini comunitari devono iscriversi nelle liste elettorali 40 giorni prima del voto".
(12 gennaio 2011)

Fonte: La Repubblica

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