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domenica 16 gennaio 2011

Immigrati uniti nella diversità. Domenica 16 la giornata dedicata a chi vive lontano dalla patria

CHIESA

La Giornata mondiale Migrantes ci richiama annualmente la sollecitudine che la Chiesa ha verso tutti coloro che, cristiani, vivono l’esperienza del peregrinare. La necessità della continuità nel cammino di fede ci pone delle riflessioni che vanno oltre gli schemi delle nostre tradizionali parrocchie.
Sono tanti gli immigrati cristiani che, presenti nel territorio, vivono sì l’esperienza della Chiesa “una”, ma nella fatica di accogliere riti, lingue e tradizioni diverse.
Nella diocesi di Imola, la Chiesa greco-cattolica Romena, vive la sua prima presenza in Italia da circa dieci anni. La liturgia bizantina, che vive di un rito completamente diverso dal nostro, ci pone alla scoperta di una grande cultura orientale, dove non solo la lingua (tra romena e ucraina), ma anche il rito sono per noi italiani di non facile comprensione.
La comunità africana, presente in numero minore, conosce una liturgia molto più viva della nostra, dove danze e canti, coinvolgono direttamente i partecipanti. Una fedeltà alla liturgia domenicale molto più alta della Romagna è per la comunità polacca, che inserisce facilmente i propri figli nelle nostre parrocchie, ma vive delle difficoltà linguistiche soprattutto con le badanti, molte volte presenti saltuariamente nel territorio.
Aiutare gli immigrati a portare avanti il loro cammino e le loro tradizioni cristiane è per le nostre diocesi italiane un invito ad aprirsi all’accoglienza del diverso, non per cambiare il nostro modo di vita, ma per conoscere, scoprire e vivere in comunione la nostra fede.
È bello pensare che tutti coloro che vivono la cristianità, ma sono costretti a spostarsi per motivi di lavoro o cultura, marittimi, aeroportuali, circensi, lunaparkisti, zingari e i nostri emigrati all’estero, possono trovare una Chiesa accogliente, capace di meditare e di mettere in pratica gli insegnamenti del Maestro e i tanti spunti riflessivi che il magistero della Chiesa stessa propone.
Questo spetta alla buona volontà di vescovi, sacerdoti, istituti religiosi e laici sensibili che trovino nella diversità di riti, lingue e tradizioni il bello di una Chiesa “una”, che continua a vivere e forse pone alla nostra società scristianizzata, domande profonde per un cammino insieme.
Invitiamo tutti, italiani e stranieri, a partecipare alla santa Messa nella cattedrale di San Cassiano, presieduta da monsignor Tommaso Ghirelli, vescovo di Imola, domenica 16 gennaio alle 17.30. Insieme potremo sperimentare l’unità nella Chiesa e fare qualcosa di bello.
Don Maurizio Ardini

Fonte: Nuovo Diario

2 commenti:

Anonimo ha detto...
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