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domenica 30 gennaio 2011

Una scrittrice ad alta velocità

Florina Ilis, la più nota autrice rumena, finalmente arriva anche in Italia. La Crociata dei bambini racconta la storia di una scolaresca in gita che dirotta il proprio treno verso Bucarest. E lo fa con uno stile a cascata, senza maiuscole e con pochissima punteggiatura: ottocento pagine che viaggiano al ritmo di una locomotiva.

di Alessandra Minervini

Florina Ilis è una scrittrice rumena, la più nota. Non solo in patria. Di recente la rivista francese Courrier international ha eletto La crociata dei bambini, terzo romanzo della Ilis e unico suo tradotto in italiano, miglior libro straniero del 2010. Ma la notizia è un'altra. La Ilis ha scritto ottocento pagine di romanzo dove, come se non bastasse, i protagonisti sono tutti minorenni. Bambini dai nove ai tredici anni. Che, per giunta, si comportano proprio come tali: sono innocenti, ribelli, odiano gli adulti, sono idealisti e venderebbero i genitori per giocare un'ora in più con i videogiochi. Si innamorano, e sono pure fedeli.


Insomma ce le aveva tutte, questo romanzo, per essere abbandonato prima della metà e la tentazione è stata forte almeno fino a pagina cento (o giù di lì). Poi succede che sali sul treno senza accorgertene e ottocento pagine ti sembrano poche per restare in compagnia di questo mondo talmente reale da essere assurdo, talmente rumeno da sembrare italiano, nostro.

La storia è ambientata nella Romania post-comunista in una data non definita (l'unico riferimento cronologico nel testo è scritto alla fine, in calce, ed è il 2005, anno in cui il romanzo è stato pubblicato nel suo Paese). Tutto comincia in una stazione di Cluj dove, dal binario numero tre, sta per partire un treno prenotato dalle scuole della città con destinazione una colonia estiva nel Mar Nero. Quando le porte del treno devono ancora chiudersi, mentre i genitori dei ragazzini si affannano nelle ultime raccomandazioni, noi siamo già ostaggi di un punto di vista fluviale, di una soggettiva claustrofobica che fissa una varia umanità fatta di adulti benpensanti e di ragazzini prepotenti. E proprio loro, i ragazzini, sono gli unici a credere che il mondo degli adulti vada fermato, dirottato come un treno che corre troppo veloce senza conoscere il valore della sua destinazione.

La prima nota di merito risiede nella metafora del treno che è straordinaria perché, a differenza di altri treni, è un treno senza memoria storica dal momento che è stata calpestata dalla globalizzazione e cornificata dalle ruffianerie dei mezzi di comunicazione. Sono numerosi i passaggi meritevoli di sottolineatura. Uno di questi si trova a pagina 24 quando la Ilis descrive la violenta mutazione antropologica avvenuta in Romania dopo Ceauşescu in un gesto narrativo molto semplice: Cazimir, uno dei protagonisti dell'imminente rivolta, sta per salire sul treno ma per farlo deve scendere dal taxi (un Bmw metalizzato, ultimo modello) e si vergogna profondamente perché non indossa la nuova divisa di Beckham: “neppure quando qualcuno a scuola gli aveva rubato il poster di adi mutu aveva sofferto tanto,”

La virgola e le minuscole sono fedeli al testo. Non esiste punteggiatura. O meglio, è una punteggiatura stilosa (che rende la lettura più complicata, ma la sfida vale l'impresa) e non esiste un punto fino alla fine. Scelta opinabile, ma di sicuro consapevole. Contribuisce alla costruzione di un intreccio narrativo ispessito dalle chiacchiere degli adulti e dai piani cospiratori dei ragazzini. Del resto la stessa Ilis ha dichiarato: “Lo stile ‘a cascata’ mi viene in un certo senso imposto dal ritmo della narrazione stessa. Nei miei libri cerco di rappresentare con realismo la società romena post-comunista, senza rinunciare alla finzione romanzesca. Attraverso la mancanza di punti in qualche modo cerco di far percepire il ritmo ininterrotto della vita, non di una vita individuale, ma della vita in generale, un flusso che non cessa mai.”

Il cuore del romanzo coincide con l'arrivo di Calman, uno zingarello che dal primo momento in cui si infila nel treno, dimostra di essere nato per fare il leader. Ha un cuore duro e una forza di volontà anacronistica con la quale si impadronisce del treno, mettendo sotto scacco non solo il mondo adulto ma anche la sua innocenza e tutti noi mentre leggiamo.
25 Gennaio 2011
Fonte: Giudizio Universale

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