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giovedì 6 gennaio 2011

Stranieri comunitari schedati, Pol non ci sta

Arcade, l'ex sindaco solleva la questione di legittimità contro l'ordinanza di Presti

-di Federico Cipolla
ARCADE. Emanuela Pol solleva la questione di legittimità sull'ordinanza emanata dal sindaco Domenico Presti relativa all'iscrizione all'anagrafe degli stranieri. Sotto la lente d'ingrandimento l'obbligo impartito anche ai cittadini comunitari di dichiarare la propria presenza al municipio nel caso in cui il loro soggiorno si protragga per più di 30 giorni. Ad inaugurare il giro di vite sull'accoglienza degli stranieri da parte dei Comuni era stato il sindaco di Cittadella Massimo Bitonci. In molti avevano poi copiato la sua ordinanza, che impartiva agli extracomunitari limiti di reddito per ottenere l'iscrizione. Nulla si era scritto, però, riguardo ai cittadini comunitari. Ed è su questo punto che si riscontra la novità introdotta dall'ordinanza firmata dal sindaco di Arcade, Domenico Presti. Seppur ispirata alla precedente ordinanza di Cittadella, ha introdotto l'obbligo anche per i cittadini comunitari che si trattengano ad Arcade per più di 30 giorni in un anno (anche non continuativi) di comunicarlo all'ufficio anagrafe. Ma questa postilla ha generato non pochi dubbi. Il trattato di Schengen infatti stabilisce la libera circolazione delle persone nei paese Ue. A sollevare dubbi di legittimità dell'ordinanza è la consigliere Emanuela Pol. «Abbiamo chiesto delucidazioni alla giunta e non ci hanno voluto rispondere - ha spiegato - noi abbiamo dubbi che il sindaco possa imporre una tale norma, per questa stiamo chiedendo delle consulenze legali». Ma l'atto d'accusa di Pol è anche nel merito. «Non hanno alcuna utilità, se non quella di fare propaganda. Ad Arcade non ci sono gravi problemi di criminalità tali da giustificare misure straordinarie. Per i cittadini comunitari si creano ostacoli che non servono a nulla». Ma la difesa del sindaco Domenico Presti è su tutta la linea. «E' perfettamente legittima, c'è un decreto legge del maggio 2007 che ribadisce le stesse regole della mia ordinanza anche per quanto riguarda i cittadini Ue. E nessuno straniero è venuto da me a lamentarsi».
5 gennaio 2011
Fonte: La Tribuna di Treviso

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