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lunedì 17 gennaio 2011

In mille per l'abbraccio tra prete e imam

Cinque confessioni religiose sfilano con i ragazzi, don Marco: «Il mondo può cambiare»

MONTESILVANO. «Se manca la pace è colpa di tutti». Don Giampietro Pittarello è il parroco della chiesa di San Giovanni Bosco a Montesilvano: parla ai mille della marcia della pace e lo fa con un imam marocchino, un ortodosso romeno, un buddista, un pastore nigeriano e uno olandese. In questa foto c'è la scintilla della pace.

Ci sono mille persone alla sesta edizione della marcia della pace, ieri sulla strada parco a Montesilvano: ci sono i bambini delle scuole elementari con le candele accese e ci sono anche il sindaco Pasquale Cordoma e il vicesindaco di Pescara Berardino Fiorilli con i senegalesi dell'associazione Asim, un gruppo che si batte per l'integrazione proprio a Montesilvano dove, nei palazzi che cadono a pezzi tra via Verga, via Ariosto e via Ungheria, la presenza dei clandestini si fa sentire.

Integrazione. È questa la parola d'ordine lanciata da don Marco Pagniello, direttore della Caritas. È la prima volta che la marcia della pace lascia Pescara: «A Montesilvano c'è bisogno di integrazione contro le tensioni sociali», dice don Marco, «e la Chiesa è per l'integrazione: il rispetto per gli altri è l'unica via della pace. Cinque confessioni religiose in marcia tutte insieme? Vuol dire che la pace sta a cuore a tutti. Messa così, io dico che la pace si può fare nonostante gli incidenti in Egitto: la pace è come una casa, si costruisce dal basso». E il parroco don Giampietro Pittarello ci prova con l'imam di Montesilvano Moustafa Benuare che lo abbraccia, con il padre ortodosso Daniel Mititelu, con il presidente dell'associazione Buddha Dharma Dorian Di Renzo, con il pastore evangelico pentecostale Henry Osa Dolor e il pastore metodista Grety Van Deer. Manca soltanto il vescovo Tommaso Valentinetti (presente ieri alle 15 al primo atto della festa per la pace incontrando i bambini della parrocchia di San Giovanni Bosco). In marcia per la pace, ieri, anche la consigliera regionale Marinella Sclocco e l'assessore provinciale Valter Cozzi. Una marcia sorvegliata da carabinieri e poliziotti della digos dopo le minacce di Forza nuova contraria all'integrazione degli stranieri: «Montesilvano», dice Fiorilli, «vive un momento che richiama tutte le istituzioni a un maggior impegno per favorire l'integrazione tra popolazioni e religioni». Nel consiglio del 20 gennaio, Cordoma è pronto a far votare un ordine del giorno per la libertà religiosa.

«Se manca la pace è colpa di ciascuno di noi», ammonisce don Giampietro, «ma camminare tutti insieme come fratelli è un segno che non deve essere valido soltanto oggi ma sempre».
«In marcia ci sono tanti giovani», commenta don Marco, «significa che la pace sta a cuore ai ragazzi: questa presenza è una speranza per un mondo migliore. La pace si costruisce dal basso», ripete don Marco: si fa dalla gente della strada. E come? Magari «la pace inizia con un sorriso», dice l'associazione Will Clown che lavora con i bambini dell'ospedale per regalare pillole di felicità.
16 gennaio 2011
Fonte: Il Centro

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