27 gennaio 2011
Gianluca Derelitto
Sassari - Cristina Gheorghe: il nome potrebbe non dire niente a chi segue distrattamente le vicende della Verde Vita. I tifosi più attenti, invece, hanno potuto ammirare le sue doti tecniche nella sfida di Coppa delle coppe con il Rostov Don, occasione nella quale è stata una delle migliori della compagine sassarese.
Abbiamo fatto una breve chiacchierata con questa forte, nonché simpaticissima,
giocatrice rumena, che "sogna" di ottenere la cittadinanza italiana per ritornare ad essere protagonista in campionato e, perché no, diventare, in un futuro non troppo lontano, uno dei pilastri della nazionale azzurra.
Quando hai cominciato a giocare a pallamano?
«Ho iniziato all'età di 14 anni con il Rapid, una squadra di Bucarest, dove mi ero recata dalla mia città natale, Slobozia, per disputare un torneo scolastico, in quella circostanza mi sono fatta notare e mi hanno subito scelta. Sono rimasta lì per quattro anni, periodo durante il quale coniugavo impegni di studio, che mi occupavano per quattro ore al giorno, ed impegni sportivi».
E a 18 anni l'arrivo in Italia.
«Si, per il mio arrivo qua devo molto a Giovanni Saporiti, general manager di quel Cassano che dominava la pallamano femminile italiana, a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta e consigliere federale».
VerdeVitaRostov1Quali sono state le tue tappe prima di arrivare a Sassari?
«Ho giocato a Mestrino, a Taufers, due anni a Casalgrande e poi sono andata a giocare a Cassano Magnago, città dove viveva mia madre. Abbiamo vinto il campionato di A2 e, dopo una stagione in A1 con la squadra lombarda, l'estate scorsa ho firmato per la Verde Vita».
Come è nata la tua decisione di venire a Sassari?
«Il presidente Pes mi aveva contattato già a Natale dell'anno scorso, ma ho preferito chiudere la stagione a Cassano per cercare di conquistare la salvezza e per un debito di riconoscenza. Durante le vacanze estive in Romania, sono stata contattata da una società del massimo campionato rumeno e devo confessare che ho riflettuto a lungo sulla decisione da prendere, dal momento che lo stipendio che mi offrivano era buono, per gli standard rumeni, e poi il livello della pallamano, in Romania, è molto più elevato rispetto a quello dell'Italia - dove le attenzioni per il nostro sport sono veramente poche e rivolte solo alla serie A di elite maschile -, quindi, avrei potuto crescere tanto dal punto di vista tecnico. Alla fine, però, ho deciso di venire a Sassari, perché avevo dato una mezza parola al presidente... io quando faccio una promessa la mantengo».
Come ti trovi a Sassari?
«Come città si sta benissimo, soprattutto per il clima. Ho vissuto per anni in posti freddi e Sassari, per me che vado matta per il mare, è il posto ideale. Per quel che riguarda più specificatamente gli aspetti legati alla pallamano, mi dispiace non poter dare il mio contributo in campo, ma sono contenta di fare parte di un gruppo bello ed unito, nel quale non esistono invidie e rivalità».
E i rapporti con l'allenatrice e il presidente?
«I rapporti con il coach Koka Milatovic sono molto buoni. Lei mi sta insegnando molte cose, poi è molto tranquilla e quando qualcosa non va si fa capire con uno sguardo. Con il presidente Antonio Pes, invece, ho un rapporto franco e diretto. Per la mia esperienza personale, posso dire che rispetta gli impegni molto più di altri presidenti che ho avuto in precedenza, poi mi piace molto il modo con cui carica la squadra prima delle partite. Credo che, dopo di lui, sarà difficile trovare un altro che faccia rimanere la pallamano femminile sassarese a così alti livelli».
A parte giocare a pallamano, fai altro?
«Studio lingue, inglese e spagnolo, all'università».
Per chiudere l'intervista, come vedi il tuo futuro?
«Mi piacerebbe fare l'allenatrice, insegnare la pallamano ai bambini. Ho fatto già un'esperienza a Cassano nelle scuole e mi sono divertita».
Fonte: Sardies
domenica 30 gennaio 2011
Dalla Romania a Sassari
Pubblicato da
Remus
alle
14:23
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