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lunedì 5 ottobre 2009

Ferrara diventa 'Internazionale'

Ferrara diventa 'Internazionale'
Omaggio a Politkovskaja
Via alla tre giorni con le migliori firme del giornalismo. Tanti i temi affrontati, dall'immigrazione al citizen journalism: e si scopre che una volta "l'Italia era un paese più felice"

Ferrara, 2 ottobre 2009 - “Una volta – sbuffa lo scrittore palestinese Muin Masri - l'Italia era un Paese più felice”. Visti da fuori, ovvero dagli ospiti dell'Internazionale a Ferrara, gli abitanti di Milano, Roma e Napoli non ci fanno una gran figura. Il lungo weekend organizzato dalla rivista diretta da Giovanni De Mauro e dedicato al giornalismo, è partito stamattina con la consegna del premio dedicato ad Anna Politkovskaja ed è proseguito con il dibattito 'Indovina chi viene a cena?' moderato da Maria Laura Rodotà.

“Sono arrivato a Perugia nel 1985. Per un musulmano ancora vergine a 22 anni, vedere così tante donne in abitini succinti è stato un choc. Ricordo ancora – ha scherzato Masri – che il mio compagno di viaggio mi disse: io torno dalla mamma”. Nei racconti dell'autore palestinese, di Maksim Cristian, scrittore croato, e di Mihai Mircea Butcovan, mediatore linguistico-culturale rumeno, è palpabile la nostalgia per un'Italia che forse non c'è più. “Quando arrivai a Milano, il regime di Ceauşescu era appena stato rovesciato. Noi rumeni eravamo considerati come un popolo coraggioso, che era stato in grado di rovesciare un regime. Ora – ironizza Butcovan – quando stringo la mano a qualcuno sono sempre costretto a presentarmi come uno stupratore, sennò non ci credono che sono nato in Romania”. Al di là delle battute, il clima di intolleranza che è montato nei confronti degli immigrati, non piace agli ospiti dell'Internazionale a Ferrara. “Ci dispiace – è il commento univoco nel silenzio della sala del cinema Apollo– assistere a quello che sta succedendo”.

Pochi minuti prima, invece, c'erano stati gli applausi per la consegna ad Adela Navarro Bello, direttrice del settimanale messicano 'Zeta', del premio intitolato alla Politkovskaja. “Anna - ha detto la giornalista messicana, che si occupa di criminalita' organizzata, narcotraffico e collusione tra politica e cartelli della droga nello stato di Tijuana - e' stata uccisa per nascondere la verità . Questi omicidi non devono rimanere impuniti e tutti dobbiamo sperare che i responsabili vengano individuati e processati. Questo premio e' per me e peri miei colleghi messicani un forte sostegno internazionale per quello che sta accadendo, per i rischi che stiamo correndo ogni giorno, per le forti pressioni e per gli omicidi che stiamo subendo, tutto ciò per non consentirci di raccontare i fatti che accadono nel mio paese''.

Nel pomeriggio, il direttore dell'Independent on Sunday, David Randall, ha invece affrontato il tema del citizen journalism e di come le nuove tecnologie abbiano cambiato il modo di raccontare la realtà. Sull'immigrazione, sono tornati a discutere in Sala Estense anche Beppe Severgnini, Ovidiu Nahoi, direttore di Foreign Policy Romania, Gabriela Preda, corrispondente rumena dall'Italia e Mircea Vasilescu, numero uno del settimanale Dilema Veche.

di Luca Bolognini

Fonte: Il Resto del Carlino.

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