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domenica 9 maggio 2010

Indian fashion e market romeno: i negozi dell’integrazione

Società & Costume

Sono in aumento i negozi gestiti da immigrati a Termoli: boutique raffinate o botteghe spartane, locali tipici o piccole bomboniere, piano piano stanno diventando parte integrante della città. Fra chi vuole promuovere la propria cultura e chi propone un tocco di esotico fino a chi diventa punto di riferimento per tutta la comunità.

Termoli. Semplici negozi dove acquistare un regalo. In alcuni casi boutique di un certo livello. Altre volte il luogo dove ritrovare sapori e sensazioni di terre lontane fino a creare una sorta di punto di riferimento per tutta la comunità. Sono i negozi gestiti da immigrati di Termoli. Delle piccole bomboniere o dei locali caratteristici, negozi senza pretese o raffinate boutique. Sono tanti e in continuo aumento. Quelli cinesi la fanno da padrone soprattutto nel settore del commercio, ma qua e là si scorgono botteghe indiane, esercizi romeni o attività polacche.

“Indian fashion” di via Frentana è una di quei negozi da voglia di esotico. Da cinque anni Buhyan Mokbul Hossain, 33 anni, proveniente dal Bangladesh, vende a cittadini e turisti della città adriatica oggetti della cultura indiana, dalle collanine alle borse passando per degli affascinanti bracciali che lui stesso realizza. «C’erano già dei miei connazionali quando sono arrivato qui – rivela mentre mostra il permesso di soggiorno - All’inizio abbiamo aperto un negozio insieme ma non è andato bene. Da quando sono in proprio gli affari vanno meglio». Ma i termolesi che clienti sono? «Mi trovo bene con loro, cercano soprattutto oggetti per sé stessi, qualche volta regali».

Uno zoccolo duro di clienti se l’è conquistato negli ultimi cinque anni anche Dagmara Sobolewska, titolare della boutique “Antica Polonia”, che si trova proprio in via Polonia. Inutile rimarcare che Dagmara proviene dallo stesso Paese di papa Giovanni Paolo II e commercializza prodotti di artigianato da Varsavia e dintorni. Bomboniere e servizi di piatti, simpatiche riproduzioni ed eleganti manufatti. «I miei clienti sono termolesi, non ho aperto per i polacchi, voglio promuovere i prodotti del mio Paese qui». A costo di superare i pregiudizi. «Spesso si sentono delle frasi, anche delle battute, che tendono a sminuire i prodotti polacchi. Ma ho una bella clientela».

Chi ha deciso di scommettere forte sui prodotti tipici della propria terra è Aurora Busta, romena, che insieme al marito ha aperto da pochi mesi un Alimentari in via Mascilongo dal nome “Alex Trei”. Salumi e merendine, liquori e bibite provenienti quasi totalmente dalle parti di Bucarest sono in bella evidenza sugli scaffali sovrastati dalla bandiera blu, gialla e rossa in orizzontale. «Ci sono tanti romeni che vogliono tornare a sentire i sapori della loro tavola e noi gli diamo questa possibilità». Ma i clienti sono solo romeni? «No, vengono da noi tanti polacchi, ucraini, qualche russo. In generale tutti quelli dell’Est Europa». E di italiani se ne vedono? «Qualcuno sì. Soprattutto gente che viene per provare o che magari ha assaggiato le nostre pietanze altrove e vuole mangiarle di nuovo. Anche qualche ristoratore del posto».

Gli affari tuttavia non vanno per il meglio. «La crisi si sente. Tante persone sono senza stipendio da mesi e il denaro non circola. Ciononostante ad alcune cose non si rinuncia. Una ragazza romena è venuta a fare la spesa da noi perché voleva assolutamente preparare qualcosa del suo Paese per il marito che festeggiava il compleanno». “Alex Trei” è un negozio dove non esiste il mero scambio prodotto-denaro. «Chi viene qui – spiegano – lo fa anche per scambiare due parole, avere qualche informazione. C’è anche chi ci viene a chiedere se abbiamo dei contatti per un lavoro. Stiamo diventando un po’ un punto di riferimento e ci piacerebbe fare anche qualcosa di più magari a livello culturale». (sdl)
(Pubblicato il 08/05/2010)

Fonte: Primo Numero

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