Ben integrati nel tessuto socio – culturale dei comuni in cui vivono, con un lavoro (proprio o delle famiglie con cui abitano), promettenti nel calcio come a scuola. E’ il profilo di alcuni calciatori stranieri che militano nei campionati giovanili e in quelli dilettantistici. Storie diverse, ma con un unico comune denominatore: il calcio come veicolo d’integrazione. [...]
A Santa Caterina, sponda Caterinese, invece, i tifosi impazziscono per i gol e le irresistibili serpentine di Alin Jonut Tuca, “Giovanni” per gli amici. Con i suoi gol, 12 finora, il ventiduenne attaccante rumeno sta trascinando la sua squadra verso la promozione in Seconda categoria. Un ragazzo semplice e ben voluto a Santa Caterina dove vive e lavora coltivando anche lui l’amore per il calcio. La sua intesa con una bandiera del calcio caterinese come Antonio la Monica, ma anche il gran rapporto di stima e amicizia che lo lega a tutti gli altri suoi compagni rappresentano uno dei segreti della grande stagione che la squadra di Paolo Di Francisca sta fin qui portando avanti in campionato.
A Caltanissetta, sponda Real Nissa, infine, gioca Florin Zecheru, difensore rumeno classe ’93. Un autentico baluardo difensivo, ma anche un ragazzo che a scuola (frequenta il Pacle di Caltanissetta) promette bene. «E’ un ragazzo per bene, una persona con un grande profilo sportivo e umano», ha detto di lui il tecnico della Real Nissa Fabrizio Ponticello.
Storie di calcio e di vita in cui sport e integrazione creano un connubio vincente dimostrando ancora una volta come, al di la dei risultati che si possono conseguire in campo, è possibile vincere la partita più importante: quella contro l’intolleranza e l’emarginazione sociale.
C. L.
Fonte: Miloca - Milena Libera
domenica 14 marzo 2010
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