di Apcom
Nel funerale unite storie, culture e fedi diverse
L'Aquila, 10 apr. (Apcom) - Il terremoto del 6 aprile cambierà, forse per sempre, la storia dell'Aquila e di una intera comunità. Sono molti a dirlo o a pensarlo. Tanti morti insieme come quelli visti oggi nel funerale solenne che si è svolto all'Aquila, non si ricordano. Sono più delle vittime della strage di Bologna e dell'Italicus. Ancora di più della tragedia del Moby Prince. Quello che si respira è un dolore immenso che ha unito nel grande piazzale della caserma, per qualche ora diventato chiesa e poi piazza, migliaia di aquilani venuti a rendere l'ultimo saluto alle loro vittime. Non ci sono solo italiani tra i morti. Ci sono anche sei persone di fede musulmana, quattro macedoni e due palestinesi. Storie, origini, culture e fedi diverse, per una volta uniti da sentimenti condivisi e dalla convinzione che quanto avvenuto, qui, resterà un segno perenne. Antonio Iovan Ghiroceanu, bimbo romeno di quattro mesi, è la vittima più giovane della tragedia che ha colpito l'Abruzzo. Ai funerali, la piccola bara bianca con il corpicino del bimbo è appoggiata sul feretro della madre, Bobu Darnica, 35 anni. Accanto c'è la bara di Laurentin Costant, 41 anni, il marito e papà di Antonio: il piccolo avrebbe compiuto cinque mesi il 12 aprile. Tra le 205 bare ci sono anche quelle di altri quattro piccoli (le vittime sotto i 16 anni, al momento, sono 20). C'è Francesco Giugno, sei mesi (sette il prossimo 20 aprile); Ludovica Centi, sei mesi; Andrea Esposito, quasi due anni. Tutti bimbi morti tra le macerie insieme alle madri e che quelle piccole bare bianche sovrapposte a quelle scure sembrano unire per l'ultimo addio.
Fonte: Wall Street Italia.
mercoledì 15 aprile 2009
Sisma Abruzzo/ E' Antonio, bimbo romeno, la vittima più giovane
Pubblicato da Catalina Sava alle 17:35
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