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mercoledì 15 aprile 2009

Social Card anche agli stranieri comunitari, il ministero ci pensa


ROMA - Sono in arrivo modifiche all'impianto della Social Card e la piu' significativa potrebbe essere l'inclusione degli stranieri comunitari nella platea dei beneficiari. E' quanto emerge dalla prima riunione del tavolo di lavoro aperto tra il ministero del Lavoro, salute e politiche sociali con Arci, Banco Alimentare, Comunita' di Sant'Egidio, Fondazione Opera San Francesco, Conferenza San Vincenzo, Caritas e Auser.

Il ministero sembra intenzionato ad accogliere le proposte delle associazioni per migliorare la misura, renderla piu' fruibile ed efficace. "Abbiamo apprezzato la disponibilita' del ministero a orientare la misura in base anche alle nostre richieste- spiega Paola Vacchina, vicepresidente delle Acli - le piu' importanti sono l'apertura agli immigrati ma anche le modifiche alle fasce d'eta' e di reddito".

Presente al tavolo al ministero anche Francesco Marsico, di Caritas italiana. "I dirigenti del ministero hanno accolto la proposta delle associazioni di allargare la platea dei beneficiari agli stranieri comunitari e stanno lavorando per adeguare la misura alla normativa europea che impedisce discriminazioni di questo genere. Questo- prosegue Marsico- sarebbe un grande passo in avanti perchè porrebbe fine a una discriminazione che di sicuro non fa bene a questo paese. I dirigenti sono stati invece più elusivi sul fronte dei senza dimora, esclusi dalla Social Card pur essendo in situazione di conclamata povertà". Per Marsico, in ogni caso, "se la vocazione della carta acquisti è quella del contrasto alla povertà, vanno eliminati i vincoli di età". Apprezzamento per la disponibilità a dialogare: "E' positivo il confronto aperto sulla progettazione futura con le associazioni che conoscono da vicino la realtà delle persone in difficolta' socio-economica".

Il ministero del Welfare al tavolo con le associazioni ha mostrato la disponibilità anche a semplificare la procedura di assegnazione coinvolgendo le associazioni in qualità di intermediarie. Sono tutti segnali positivi, secondo la vicepresidente delle Acli, anche se restano le perplessità iniziali: "Certo non si tratta di un aiuto decisivo- prosegue Vacchina (Acli)- considerando soprattutto che per quanto riguarda il problema della povertà nel nostro paese resta il nodo del reddito minimo garantito. Riconosciamo che sono stati messi in campo strumenti innovativi per far fronte alla crisi, ma vorremmo che ci fosse uno sguardo d'insieme sul grave disagio socio-economico. Credo che non sia giusto essere negativi per partito preso, ma al contrario che sia corretto lavorare insieme nella consapevolezza delle reali difficoltà".(Dires - Redattore Sociale)
10 aprile 2009

Fonte: Agenzia Dire.

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