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mercoledì 18 febbraio 2009

Il direttore ufficio immigrazione Cei: grave l'equazione romeni uguali delinquenti

di Franca Giansoldati

CITTA’ DEL VATICANO (16 febbraio) - Padre Gianromano Gnesotto, direttore dell’Ufficio immigrazione della Cei, non vuole affatto minimizzare la portata degli episodi di violenza di questi giorni; invita a non generalizzare, a vedere la presenza degli stranieri presenti sul nostro territorio con equilibrio. «Fare di tutta l’erba un fascio è controproducente».

Ancora una volta al centro delle cronache ci sono stranieri che hanno abusato di giovanissime ragazze. «Ciò che è accaduto è gravissimo e doloroso per le vittime. Sono episodi che ci auguriamo siano isolati. L’impegno di tutti è di fare in modo che restino tali. Detto questo, aggiungo, che la prima a essere preoccupata è la comunità rumena, formata da persone che per la stragrande maggioranza sono qui per lavorare e per inserirsi armonicamente nella nostra società. Purtroppo questi fatti orribili penalizzano le comunità straniere per colpa di una generalizzazione ingiusta. E poi..»

Poi?
«Mi pare che il caso specifico sia anche frutto di una sovraesposizione mediatica..»

Ma i fatti sono gravissimi...
«E chi lo nega, ci mancherebbe. Solo che dobbiamo stare attenti a non veicolare degli stereotipi pericolosi. In questo caso rumeni uguale delinquenti. Non è così. Occorre dare, invece, messaggi costruttivi, che non aumentino le paure e l’allarmismo diffuso che è facilissimo cogliere in alcune zone. Bisogna trovare vie intelligenti per governare il fenomeno dell’immigrazione».

Vale a dire?
«Le reazioni immediate a certi fatti orrendi sono comprensibili, ma una convivenza civile deve nutrirsi di punti fermi, valori che ci fanno dire con orgoglio che la nostra cultura è inclusiva, solidale. Da questo punto di vista trovo vi sia una forte responsabilità da parte delle istituzioni, così come da parte dei mass media. Tenendo ben presente che le prese di posizione da chi ha ruoli di responsabilità, contribuiscono a formare una coscienza presso la gente».

Un po’ come dire che gli stupratori potevano essere anche italiani..
«Bisogna parlare alla testa della gente e non alle pance: Parlare alla pancia delle persone sono capaci tutti. Parlare alla testa è un compito educativo e spetta alle istituzioni, nessuna esclusa, anche a quelle ecclesiali. E’ un dovere da perseguire con coerenza».

In queste ore si invocano leggi antistupro più severe..
«Le leggi valgono per tutti, non ci sono norme speciali riservate a una particolare categoria di persone».

La Chiesa, di fronte al fenomeno dell’immigrazione, chiede che non siano disgiunti l’elemento dell’accoglienza da quello della legalità. In pratica, che cosa vuol dire?
«Che occorre creare un equilibrio tra quei valori che sono patrimonio delle nostre tradizioni, e le norme del vivere civile. Le leggi valgono per tutti e vanno applicate a tutti. Erga omnes. Posso dire che la stragrande maggioranza degli immigrati, per quanto è in loro potere, rispettano le regole, perché sanno che ne va della loro serenità e stabilità nel Paese di accoglienza».

Che cosa ne pensa dei Cpt, ora chiamati Centri di identificazione ed espulsione?
«Sono strumenti che lo Stato ha adottato nell’intento di identificare le persone che non hanno i documenti o avviare, eventualmente, l’iter di rifugiato per coloro che fuggono da guerre e persecuzioni. Devono, ovviamente, essere luoghi in cui i diritti della persona sono rispettati e garantiti».

Fonte: Il Messaggero.

1 commento:

Anonimo ha detto...

giusto dice bene la cei.
non si posso fare statistiche:

MORTA LA PAVESE 83ENNE E CIECA
STUPRATA DA UN ANIMALE ROMENO
Fatali lesioni causate dal violentatore. 7 giorni d’agonia
di Redazione. Albüsàn – Non ce l’ha fatta a sopravvivere al brutale stupro subìto una settimana fa: è morta ieri sera, all'ospedale di Belgioioso (Pavia), la pavese di 83 anni di Albuzzano che nella notte tra il 14 e il 15 febbraio scorso era stata aggredita e violentata da un romeno trentenne, muratore con permesso di soggiorno. La poveretta, che era anche cieca, aveva reagito disperatamente a quell'orrore. Le sue urla avevano messo in allarme la figlia che abita poco distante.

EFFETTI DEVASTANTI. La donna, rendendosi conto di quanto stava accadendo nella casa della madre, aveva chiamato immediatamente i carabineri, arrivati in tempo per bloccare e catturare il violentatore. Gli effetti della violenza carnale sull’anziana sono apparsi subito terribili e devastanti agli occhi dei sanitari: nel suo tentativo di ribellarsi all’animale aggressore, la vecchietta aveva subito diverse lesioni che le sono state fatali.

IN BALIA DI UNA BESTIA. Ricoverata in prognosi riservata nel reparto di chirurgia del policlinico San Matteo di Pavia, era stata trasferita all’ospedale di Belgioioso ma per lei non c’è stato nulla da fare e, dopo una settimana di agonia, la vecchina è spirata. Nella società multirazziale una donna di 83 anni, cieca, può finire così la sua vita in balìa di una bestia a cui qualcuno ha spalancato le porte del nostro Paese.

AL LORO PAESE. Intanto il ministro degli Esteri Frattini ha chiesto alla Romania di fare scontare nelle proprie carceri le pene inflitte a suoi cittadini. “Si tratta di 900-1000 romeni condannati in modo definitivo. E' giusto - ha detto Frattini - che scontino il carcere in Romania. Sarebbe un gesto di buona volontà”. Il mantenimento di un detenuto costa ai cittadini circa 300 euro al giorno.

23 febbraio 2009

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