A PROPOSITO DI EMIGRAZIONE ITALIANA IN ROMANIA
Sorprendente come titolo, vero? Eppure non c’è nessun errore, è proprio di emigrazione italiana in Romania che vi voglio parlare!
Il nostro paese sta vivendo un rigurgito razzista nei confronti dei nostri cugini
romeni che oltre ad essere disgustoso è per certi versi paradossale ( ammesso e non concesso che vi siano dei razzismi un po’ meno paradossali di altri !).
Lungi da me il voler insegnare alla Destra a fare il suo “mestiere” ma trovo un po’ “fastidioso” il fatto che nel nostro paese, nel sempre più vertiginoso ed inarrestabile calo di livello culturale, anche i razzisti ormai non leggano più i loro testi sacri.
Se lo facessero magari apprenderebbero che in Romania si parla una lingua molto simile alla nostra e che i romeni sono fieri della loro latinità tanto da autodefinirsi come “figli di Traiano”, o per esempio che molti di loro portano nomi di imperatori romani come Adrian o Trajan ecc ecc.
Ma al di là di questi spunti “culturali” vorrei ricordare, anche se sembra ormai passato di moda farlo, che anche noi italiani siamo stati degli emigranti ed in una misura tale che molto probabilmente non vi è nessuno stato al mondo che non abbia ricevuto una quota di questi nostri migranti.
E fra tutte queste destinazioni una è stata proprio la……….Romania !!!
Chi lo vorrà troverà alla fine di questo articolo un link per scaricare una interessante ricerca etnologica su una comunità italiana in Romania.
Siamo emigrati ovunque e per fare qualsiasi mestiere, dal muratore all’operaio, dal bracciante agricolo al pizzaiolo. Abbiamo esportati artisti ed architetti famosi ma anche famigerati delinquenti!
Abbiamo anche esercitati gli umili mestieri che nel nostro immaginario vengono associati alla gente del viaggio,agli zingari, ai rom come saltimbanchi od orsari!
Gli orsari od orsanti giravano l’intera Europa (fino in Russia) e si guadagnavano da vivere facendo ballare un orso nelle fiere.
E da dove pensate venissero questi orsanti? Dalla Sicilia? Dalla Calabria? No! Dall’Appennino tosco-emiliano, tanto che la cittadina di Compiano in provincia di Parma ha dedicato loro un piccolo museo.
E quasi pleonastico aggiungere che la Storia ha i suoi corsi e ricorsi e che zone che oggi accolgono immigrati erano in passato zone di forte emigrazione e viceversa.
Ciò vale anche all’interno del nostro paese.
Se vi capiterà di fare un giro in alcune valli montane del lago di Como, noterete che molte chiesette hanno una cappella od un altare dedicato a Santa Rosalia (per esempio nella bellissima chiesa dei Santi Eusebio e Vittore a Peglio).
Cosa ci fa Santa Rosalia, la santa palermitana per antonomasia nell’alto Lario?
Semplice! Nel Seicento e Settecento molti abitanti di queste valli erano costretti ad emigrare ed una delle loro mete preferite erano i cantieri navali di…..Palermo!
La comunità lariana a Palermo era numerosa ed aveva finito per adottare santa Rosalia come protettrice dedicandolo statue ed altari anche nella loro patria di origine!
Credo che la conoscenza della Storia sia fondamentale e necessaria per potere classificare nel loro giusto contesto i fenomeni migratori attuali e rendersi finalmente conto che non vi è nulla di nuovo sotto il sole.
Ecco il link:
http://www.emigrazione-notizie.org/public/upload/downloads/F.%20MIGRAZIONE%20ITALIANA%20IN%20ROMANIA%20-%20segnalato_1.pdf
Francesco Fusaro
martedì 24 febbraio 2009
Le vs. lettere: A proposito di emigrazione italiana in Romania
Pubblicato da Catalina Sava alle 10:53
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