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mercoledì 25 febbraio 2009

Rapporto sugli Indici di integrazione degli immigrati in Italia

(23/02/09)

Cnel – Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, Dossier statistico Immigrazione Caritas/Migrantes (a cura di)
"Indici di integrazione degli immigrati in Italia. Il potenziale di inserimento socio-occupazionale dei territori italiani. VI Rapporto"
febbraio, 2009

E’ stato presentato lo scorso giovedì dal Cnel il VI Rapporto sugli Indici di integrazione degli immigrati in Italia realizzato dall’equipe del Dossier statistico Immigrazione Caritas/Migrantes. A partire da indicatori sociali e occupazionali, il documento misura le potenzialità dei territori italiani di accogliere i cittadini stranieri.

Per la prima volta è l’Emilia Romagna la regione italiana a più alto potenziale di integrazione socio-occupazionale degli immigrati in Italia, scavalcando il Trentino Alto Adige (5°) e il Veneto (7°) ai primi posti nel 2003 e nel 2004.

Per quanto riguarda le province, il primato va a Trieste seguita da Reggio Emilia, Biella, Vicenza e Asti. Delle nove città dell’Emilia Romagna, sono tra i primi 15 posti della graduatoria, oltre a Reggio Emilia, Piacenza (7°), Parma (8°) Modena (12°) e Forlì- Cesena (14°), a conferma dell’elevata capacità della regione di attirare e trattenere sul proprio territorio i cittadini immigrati.

A livello di grandi aree, è il Nord-Ovest a collocarsi al vertice della graduatoria dell’integrazione, togliendo il primato detenuto con continuità dal Nord-Est negli anni precedenti. Giocano un ruolo importante in questo cambiamento il Piemonte e la Lombardia, collocate rispettivamente in terza e quarta posizione, a ridosso delle prime regioni di testa (Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia,) e prima di Trentino Alto Adige (5°) e Veneto (7°). Sono invece in fondo alla graduatoria la Campania (19°) e la Basilicata (20°).

Il 1° posto nella graduatoria comparativa, cioè la regione a maggior potenziale integrativo degli immigrati rispetto allo standard di vita della popolazione locale, è della Sardegna. Seguono Marche, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta e Umbria, ovvero realtà medio-piccole che riescono a valorizzare relazioni umane e sociali. A conferma di questo, i ricercatori riferiscono che le grandi regioni del Centro-Nord che spesso hanno un potenziale “assoluto” di integrazione più elevato rispetto al resto d’Italia, occupano posizioni di media o bassa classifica: è il caso del Veneto (13°), dell’Emilia Romagna (14°), della Toscana (16°), della Lombardia (18°) e del Lazio (20°).

La provincia a massima integrazione nella graduatoria comparativa è Cagliari seguita da Belluno, Biella, Macerata, Catanzaro, Vicenza, Pistoia, Massa-Carrara, Arezzo e Cremona. Da notare che le più importanti città del Centro-Nord si situano agli ultimi posti: Bologna (98°), Firenze (100°), Genova (101°), Milano (102°) e Roma (103°). "Proprio in queste realtà urbane più estese, si legge nel rapporto, lo scarto tra le condizioni medie di vita degli italiani e quelle degli immigrati risulta più dilatato a svantaggio di questi ultimi, che faticano a inserirsi sul piano socio-occupazionale a livelli paritari". Sono invece a metà graduatoria alcune città del Sud quali Bari (44°) e Palermo (45°).

Indici di integrazione degli immigrati in Italia. VI Rapporto

Fonte: Programma Integra.

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