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lunedì 15 febbraio 2010

Dramma prima dell’inaugurazione: morto uno slittinista georgiano

Sul sacro fuoco di Olimpia soffia la tragedia del georgiano Nodar Kumaritashvili. Durante le prove di ieri, dopo avere perso il controllo del proprio slittino, è volato fuori dalla pista e ha colpito un paloa oltre 140 chilometri all’ora. Immediati i soccorsi, lo staff medico ha provato prontamente a rianimarlo, tutto è stato tragicamente vano: Nodar è morto poco dopo il terribile schianto. E ora la torcia olimpica rischia di non accendersi nemmeno. Non è la prima volta che i Giochi olimpici invernali devono fare i conti con la morte.Era successo anche a Nicolas Bochatay, che morì ad Albertville nel 1992, quando perse il controllo dei propri sci ad oltre 200 chilometri l’ora durante una discesa dimostrativa di supervelocità. Ieri invece si è andati a ben oltre.

Una morte evitabile, diranno alcuni. Perché di segnali ne erano arrivati. Giovedì la slittinista romena Violeta Stramaturaru era volata dal suo slittino perdendo conoscenza per qualche, lunghissimo, istante. Ieri, persino il nostro Armin Zoeggeler, pluricampione dello slittino, profondo conoscitore della materia, ha dovuto fare i conti con il famigerato toboga di Whistler: si è ribaltato dal suo slittino uscendo però indenne dal pericoloso avvitamento.

Il georgiano ha invece riportato lesioni subito gravissime alla base del collo. I soccorritori del settore medico sono intervenuti effettuando un massaggio cardiaco. Circa otto minuti dopo l’incidente un elicottero dei soccorsi ha raggiunto la zona dell’incidente. Tutto inutile, per Nodar non c’è stato nulla da fare.

Un metro e 76 di altezza per 80 kilogrammi di peso, Kumaritashvili era con Levan Gureshide il secondo dei due atleti della mini squadra georgiana. Il migliore dei due visto che quest’anno in classifica generale di coppa del mondo aveva collezionato 17 punti, quarantesimo in classifica. La sua gara migliore era stata l’ultima sinora disputata, in Italia, a Cesana Pariol, con un trentesimo posto e 13 punti conquistati. Vancouver e Whistler dovevano essere il suo grande momento di gloria.

Sotto shock la federazione georgiana: «Siamo tutti profondamente scioccati, non sappiamo cosa fare. Non sappiamo nemmeno se prenderemo parte alla cerimonia di apertura», le uniche laconiche parole del capo della delegazione georgiana Irakly Japaridze. Duro, fatalista il commento dell’ex tecnico dello slittino azzurro, Marco Andreatta: «Ho visto le immagini, sono effettivamente scioccanti ma credo non ci siano dubbi. La verità è purtroppo banale: Kumaritashvili ha commesso un piccolo errore e lo ha pagato carissimo».

La pista di Whistler è considerata la più veloce al mondo, in prova l’austriaco Manuel Pfister ha fatto segnare la velocità di 154 chilometri all’ora (record assoluto per questo sport) una caratteristica che ha portato diversi atleti in gara ai Giochi a metterne in dubbio l’effettiva sicurezza. Durante le sessioni di allenamento circa dieci atleti sono stati sbalzati via dai loro slittini, segno evidente che qualcosa che non funzionava c’era. Eccome se c’era.

L’australiana Hannah Campbell-Pegg aveva già confessato i propri timori per le caratteristiche della pista dopo avere rischiato di perdere il controllo del suo slittino in allenamento. «Credo che stiano andando un po’ oltre il limite - le paure dell’atleta - fino a che punto dobbiamo essere considerati solamente dei crash test da lanciare giù per una pista? È così che viviamo, ecco cosa voglio dire». Dopo l’incidente i funzionari della federazione internazionale di slittino sono stati convocati per una riunione a cui hanno preso parte anche i capitani delle nazionali. Troppo tardi, la tragedia c’è già stata.

Fonte: Il Giornale

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