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venerdì 19 febbraio 2010

Intervista: Sabrina Arpini, presidente dell'Associazione DART

Lei è la presidente dell'Associazione D'ART eventi. Com’ è nata l'Associazione? Che obbiettivi ha da proporre?

L’Associazione danza Riflesso D’Arte è nata con il preciso scopo di divulgare l’Arte Tersicorea. A pieno campo. Purtroppo e parlo dell’Italia, ogni volta che si parla di danza, che è assolutamente un’Arte e non uno sport come molti pensano, si affronta lo zoccolo duro delle regole pochi le conoscono e quando si tenta di essere rigidi con gli allievi sembra di fare un affronto. Non è così. Nel modo giusto una regola va assimilata e fatta propria, l’Arte tersicorea e precisione umiltà e bellezza. Questo è un primo obiettivo. Naturalmente ci sono poi dei veri e propri obiettivi artistici.

Il pubblico La conosce perché è l'autrice del libro dedicato al maestro Gheorghe Iancu, un grande ballerino romeno che vive in Italia più di '30 anni, che è riuscito a portare in Italia i valori della scuola romena di balletto, molto apprezzato dal pubblico italiano.
Si è vero: ho scritto un Libro artistico - didascalico su Gheorghe Iancu il danzatore-coreografo nato in Romania ma italiano che tanto lustro ha dato al Patrimonio culturale Nazionale. Gheorghe Iancu, finissimo descrittore dell’Arte tersicorea in tutte le sue discernizioni, mi ha da sempre ispirato perché ha unito una brillantissima tecnica ed una fisicità notevole all’intelligenza. Fondendo le tre cose ha formato un connubio davvero speciale donandoci momenti di rara Beltà che costituiscono il Patrimonio della Danza. Egli è danza e questo rende onore a noi ed al popolo romeno.

Visto i legami con la Romania che progetti futuri ci saranno, tranne i libri e la collaborazione con Edizioni dell'Arco dove è uscito il libro di Iancu in italiano e prossimamente in romeno.
Sin da piccola non chiedetemi perché, ho avuto il Sogno di visitare la Romania e mi sono sempre trovata davanti un simbolo che mi riportava alla Romania. Finalmente sono riuscita ad andarci la prima volta nel 2008 per Lacul Lebedelor un rifacimento dell’Opera Ciakovskiana da parte di Iancu. Sono rimasta affascinata dalla bellezza e dalla cultura: Un mio progetto sarebbe portare in Italia gli allestimenti di Lacul e Donne (altro lavoro di Iancu) ma danzato dalla Compagnia Romena, lo so non è facile, ma ci tenterò, se sarò dovutamente aiutata da fortuna ed anche sponsorizzazioni che servono sempre in quanto la danza è proprio finanziariamente “al verde”

In Italia vive una grossa comunità romena. Secondo Lei quali sono i mezzi di trasmettere l'identità culturale del nostro popolo poco conosciuta dal popolo italiano?
Non è una domanda facile e non vorrei dire delle stupidaggini, io penso che vada, prima di ogni cosa, tolta la falsa nomea romeno = ladro ecc. Il bello ed il brutto lo troviamo in ogni paese e l’Italia non è esente. Io farei molta pubblicità al turismo romeno, le grandi bellezze che esistono in Romania, la grande letteratura romena da noi sconosciuta, le origini del balletto romeno altrettanto sconosciute, la filmografia recente e meno recente e tante altre cose, anche perché no la cucina… in fondo mangiare fa parte delle culture...

Già da due anni Lei è coinvolta nei progetti italo-romeni (eventi, serate culturali e artiscti). Come sono nati i rapporti culturali con la comunità romena che vive a Milano tranne la sua passione di conoscere la Romania di cui mi parlava prima?
Per caso, tramite un google alert (un avviso via web) da me impostato ero venuta a conoscenza di questi incontri culturali presso il Centro Produzioni Teatrali. La verità è che avevo letto nei programmi che avrebbe partecipato Gheorghe Iancu e da sempre, sono assetata di saper la sua sulla cultura della Danza. Non essendo fan di Iancu bensì studiandone la movimentazione tersicorea ed avendo letto nel programma che non solo lui partecipava, ma anche altri artisti di un certo calibro che vivono in Italia, ho pensato di appropinquarmi a quest’ incontro. Davvero è stata una folgorazione ho trovato rispetto, gioia, cultura, cultura, cultura. Ci si può innamorare di persone così. Ho deciso quindi di essere, nel mio piccolo, parte attiva e non me ne pentirò mai. I miei più grandi amici sono romeni, con loro ho uno scambio interculturale e personale magnifico, per loro e per i loro figli mi sento di dare, ma non per ricevere, per trasmettere ciò che mi è stato impartito e che vorrei facesse parte di altri … una giusta continuità per chi di figli non ne ha avuti… ma siamo figli di un mondo così possiamo evolverci e imparare, chiudersi in se stessi non serve. Spero che questo rapporto duri in eterno è una vitalità che sento nelle viscere.

La ringrazio,
La Redazione
Milano, 17 febbraio 2010
www.culturaromena.it

1 commento:

Unknown ha detto...

Grazie per aver anche Voi pubblicato questa intervista.
Ve ne sono davvero grata.
Sabrina Maria

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