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giovedì 11 febbraio 2010

Immigrati, il razzismo si combatte con i film

E’ nato il cinema migrante di Alejandro de la Fuente. Un cinema che girerà il mondo per raccontare le disperate storie dei suoi protagonisti giramondo.

E’ ancora forte l’eco delle violenze di Rosarno, si farà sentire anche all’anteprima di Magdalena, la prima opera, da regista, dell’italo-spagnolo Alejandro de la Fuente che ripercorre l’assurda tragedia che ha portato alla morte il giovane operaio romeno Bogdan Mihalcea, travolto, a 24 anni, da un' ondata di piena, mentre stava lavorando in un canale fognario di Torino.

Anch’egli con un destino da immigrato (prima a Roma), il 51enne regista spagnolo sentiva, da tempo, il bisogno di raccontare le storie e le vite dei nuovi immigrati, ha voluto prendere spunto da questa drammatica vicenda, facendo proprio il “format” che il grande Ettore Scola utilizzò, nel lontano ’73, per il suo Trevico – Torino…Viaggio nel Fiat-nam sulle disavventure (anche molto amare) dei meridionali che si trasferivano a Torino per lavorare alla FIAT.

De la Fuente riparte da Torino che, 40 anni dopo, ospita una nuova potente ondata migratoria, stavolta di stranieri. In quello che si può etichettare come un docufilm di oltre un’ora, utilizza, come in Trevico - Torino, tutti personaggi reali che sono attori protagonisti nella vita reale cittadina. A differenza del film di Scola, però, anche la protagonista principale non è inventata ed interpreta il suo vero mestiere nel racconto ordito da de la Fuente. Stiamo parlando della brava Magdalena Lupu, ormai una specialista nella narrazione delle vicende dei suoi connazionali attraverso le pagine di Obiectiv, il fortunato giornale degli immigrati romeni che si vende da tre anni nelle edicole torinesi.

Magdalena ottiene una telecamera per raccogliere testimonianze e portare alla luce l'assurda morte di Dani, all’epoca ancora clandestino, da pochi mesi in Italia, annegato silenziosamente in una fogna mentre il resto della popolazione cittadina festeggiava la vittoria ai Mondiali di calcio della nazionale italiana. Un tragico episodio ad alto valore simbolico: il clandestino che non può permettersi di farsi vedere alla luce del sole ma che, fra razzismo, isolamento, incomprensione e povertà, va a costituire un ingranaggio fondamentale per il sistema sociale, dato che accetta di fare lavori logoranti e pericolosi che nessuno vuol più fare, accetta lo sfruttamento pur di rimanere aggrappato ad una speranza di sopravvivenza e di futuro. Tutti ne siamo consapevoli, ma facciamo finta di niente, meglio che il clandestino rimanga al buio, nella sua fogna, rimanga sottomesso allo sfruttamento, senza protezione e sicurezza. Il corpo di Bogdan non sarà ritrovato per cinque giorni, sino a quando non verrà “risputato” nella Dora e non potremo più far finta di niente.

De la Fuente, già produttore di un ottimo documentario su Gian Maria Volontè andato in onda su Sky Tv, si è avvalso della preziosa collaborazione dell’ ex sindaco di Torino Diego Novelli, non a caso, co-sceneggiatore dello stesso Trevico – Torino, che appare anche in alcune scene del film-documentario. Novelli, infatti, sindaco nei caldissimi anni ’80, risulta una delle principali memorie storiche cittadine e, nonostante l’età, rivela ancora una grande lucidità e una straordinaria sensibilità nell’analisi delle dinamiche sociali e culturali della sua città.

Magdalena, finanziato in parte con fondi del programma comunitario Media e da Torino Film Commission, sarà presentato per la prima volta il prossimo 4 Marzo al festival Piemonte Movie e farà poi il giro delle più importanti realtà associazionistiche di immigrati stranieri diffuse sul territorio italiano. Con tutta probabilità sbarcherà anche nei festival di Romania e, si augura il regista, in quelli del resto d’Europa.

Per ulteriori informazioni: www.atacamafilm.com

Fonte: Affaritaliani

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