Gela - Romeni utilizzati come pacchi postali, spediti in Italia pagando 150 euro, sfruttati nelle campagne o per lavori umili e rispediti in Romania senza soldi. E poi ci sono badanti in nero, extracomunitari che hanno messo su famiglia ma non hanno assistenza sanitaria e il diritto di avere un pediatra. Sono innumerevoli i disagi degli immigrati, circa 600 quelli regolari, che vivono in città.
Spesso si rivolgono alle parrocchie, alla Caritas o allo Sportello Immigrati della Cgil. Per creare una «rete» è stato deciso di costituire uno coordinamento. Ieri mattina i loro rappresentanti hanno distribuito in piazza un pieghevole scritto in cinque lingue (italiano, arabo, polacco, romeno e francese) dove sono riportati anche i nomi e i relativi telefoni cellulari di dieci volontari cui potersi rivolgere per ricevere assistenza per ogni problema. «Il lavoro è la prima richiesta - spiega Nuccio Corallo della Cgil - ci chiedono come mettersi in regola e reclamano dignità. Anche per le badanti. La legge consente di fare ottenere rimborsi a chi li assume, mentre di contro possono ricevere contributi previdenziali. Con questa azione vorremmo sottolineare come ogni forma di assistenza sia assolutamente gratuita». Padre Michele Bilha sottolinea come ci sia una emergenza familiare tra gli immigrati. «Bisogna anche andare nelle scuole e verificare se i loro figli frequentano - dice padre Bilha - abbiamo chiesto aiuto alle forze dell’ordine perchè è ben noto il racket sulla comunità romena, che non escludiamo possa essere sottomessa alla criminalità locale. Ci sono persone che partono dalla Romania non sapendo dove andranno. Vengono sfruttati e poi rispediti in un’altro Stato. I soldi del viaggio sono un business».
Fonte: Il Giornale di Gela
giovedì 11 febbraio 2010
La mala gestisce la "tratta" dei romeni. Immigrati sfruttati e rispediti in patria
Pubblicato da
Anca Elena
alle
15:04
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento