Si parte con Mozart e si finisce in gloria con il Concerto in re maggiore n. 35 per violino e orchestra di Ciaikovski in 12 minuti anziché 22, ma non importa: nella straordinaria ripresa musicale c’è tutto il pathos accumulato nella storia che si trasferisce da Mosca a Parigi. Quella di Andrei Filipov, ex direttore d'orchestra del Bolscioi ridotto da Breznev a uomo delle pulizie per aver difeso i musicisti ebrei, che si prende la rivincita: intercettato un fax d'invito per suonare allo Châtelet di Parigi decide di radunare i vecchi musicisti e presentarsi come Bolscioi. Come in Quella sporca dozzina, Full Monty, Vogliamo vivere (ogni riferimento a Lubitch non è casuale) è il classico gruppo improbabile che s'imbarca nella mission impossible, scavalcando salti logici in nome della verosimiglianza del cinema. Ecco imusici, raminghi nella Russia capitalista dell'amico Putin, a guidare ambulanze o suonare nelle feste trash della new mafia o nei film porno, ricompattarsi nel sogno di eseguire «quel» concerto di Ciakovski che esprime l'animo slavo e cui partecipa come violino solista una ragazza che è legata col cordone ombelicale al racconto. Se il concerto, dopo mille peripezie, inizia disarmonico, sarà lei a infondere l'armonia per finire in trionfo musicale, civile, politico. Il regista franco-romeno Radu Mihaileanu, che aveva accusato Benigni di essersi ispirato a Train de vie, ora si ispira clamorosamente alla geniale Prova d'orchestra di Fellini, un capolavoro su come la musica diventi armonia per motivi imperscrutabili. E firma un bellissimo e furbissimo film in cui se mai convivono fin troppi elementi, dall'antisemitismo d'epoca non sospetta alla visione della Mosca di oggi. La satira della Russia è fantastica non solo nei costumi volgari dei ricchi che ricattano col potere degli oleodotti di gas mentre i vecchi continuano col patetico contrabbando di caviale e le assise comuniste, ma nell' amoralità diffusa con quei 55 passaporti falsificati all'istante davanti al check in dell'aeroporto. A vincere è comunque Ciakovski, l'altra faccia dellp’amore per dirla con Ken Russell. La ricetta di mixare nostalgie e lacrime, musica e sorrisi vince su tutti i fronti: anche in Italia Le concert sarà un bestseller col cuore in mano. E se il primo tempo vince sul secondo dove il tocco mél0 rischia overdose di violino, appunto, si tratta di un film dal respiro umano e narrativo raro, con attori magnifici ed effetti specialissimi dell'orchestra di Budapest e della violinista rumena Nemtanu che «doppiano» Ciaikovski.
Maurizio Porro
05 febbraio 2010
Fonte: Corriere della Sera
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