Bocciato dal governo il welfare leghista del Fvg
"Servizi sociali, extracomunitari discriminati. Ma anche gli italiani". Il Carroccio: "C’è chi fa il doppio gioco"
di Roberta Giani
Il palazzo della giunta regionaleTRIESTE «Discrimina non solo gli extracomunitari, ma anche i cittadini comunitari, italiani inclusi». Silvio Berlusconi e il governo, denunciando la violazione di quattro articoli della Costituzione, bocciano il nuovo welfare del Friuli Venezia Giulia: quello che, da gennaio, è riservato ai soli cittadini dell’Unione europea residenti in regione da almeno 36 mesi. Lo schiaffo, seppur ”amico”, brucia. E la Lega, paladina dei tetti a tutela degli autoctoni, non incassa. Grida al «doppio gioco». Auspica una commissione d’indagine. Il clima si scalda. Ma Renzo Tondo e la maggioranza devono decidere il da farsi: andare allo scontro con Roma o mollare? «Valuteremo giovedì in giunta» risponde l’assessore alla Salute Vladimir Kosic.
LO STOP La doccia gelata arriva nel pomeriggio di ieri. Il consiglio dei ministri, esaminando la Finanziaria regionale 2010, si sofferma sull’articolo 9: i suoi cinque commi, ”imposti” dalla Lega e approvati a maggioranza, correggono la legge sul welfare. Più esattamente, la legge 6 del 2006 sul ”sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale”. L’articolo sotto tiro, già contestato dal centrosinistra e dai sindaci cui spetta l’erogazione di gran parte degli interventi socio-assistenziali, riscrive le regole d’accesso, ammettendo solo i cittadini comunitari residenti da 36 mesi. Subito dopo, in verità, riconosce a «tutte le persone presenti sul territorio regionale il diritto agli interventi di assistenza previsti da leggi nazionali e comunitarie in vigore».
LA CENSURA Ma Palazzo Chigi non si accontenta. Anzi, impugnando la Finanziaria e aprendo il contenzioso in Corte costituzionale, spiega che la presunta «disposizione di salvaguardia non compensa le ingiustificate limitazioni nell’a ccesso al sistema dei servizi». Ribadisce che il paletto dei 36 mesi discrimina persino gli italiani. Previene le accuse d’i nvadenza: lo Stato affida alle leggi regionali il compito di disciplinare l’accesso al welfare di cittadini comunitari e stranieri ma «tale delega non si può tradurre in un’esclusione di intere categorie di persone, come extracomunitari o senza fissa dimora, indiscriminata e ingiustificata».
IL VERDETTO Il verdetto finale è durissimo: la Finanziaria tondiana non rispetta la Costituzione, giacché «viola i diritti fondamentali», «non garantisce l’assistenza sociale a ogni cittadino sprovvisto dei mezzi necessari per vivere» e non assicura nemmeno «il buon andamento e l’imparzialità della pubblica amministrazione».
LE REAZIONI La Lega, però, non porge l’altra guancia: «Un anno e mezzo fa abbiamo approvato la legge sul fondo di solidarietà che ha gli stessi paletti. Nessuno si è opposto. Non è strano?» premette il capogruppo Danilo Narduzzi. Subito dopo, affonda: «Qualcuno fa finta di giocare nella nostra squadra e, invece, rema contro. E non parlo di politici». Non restano che i funzionari: «Non escludo di chiedere l’istituzione di una commissione interna al fine di scoprire se c’è qualcuno che, nella macchina regionale, fa il doppio gioco. Aizzando Roma e Bruxelles... Non è strano che dieci giorni fa l’opposizione chiedeva l’impugnazione e, puntuale, l’impugnazione è arrivata?» incalza Narduzzi.
LA RISPOSTA Chissà. A quanto pare, non è stato il ministro agli Affari regionali Raffaele Fitto, titolare del ”dossier”, a proporre l’altolà: a mettersi di traverso, direttamente in ”cdm”, sarebbero stati i colleghi Maurizio Sacconi o Ferruccio Fazio. E ora? La Regione deve decidere se resistere, sfidando Roma, oppure no: «È ovvio che noi siamo per resistere. Ma decideremo insieme al presidente» afferma Narduzzi. Non si sbilancia nemmeno Kosic: «Valuteremo giovedì in giunta».
(02 marzo 2010)
Fonte: Il Piccolo
martedì 2 marzo 2010
"Servizi sociali, extracomunitari discriminati. Ma anche gli italiani"
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
21:31
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