Roma, 15 set. (Apcom) - Devono rientrare in patria per scontare la pena i rumeni e in generale gli stranieri condannati e nei confronti dei quali è stato emesso un mandato d'arresto europeo, anche se in Italia hanno la famiglia e il lavoro. Lo ha precisato la corte che con la sentenza 352586 di oggi, ha confermato la decisione della corte d'appello di Brescia che aveva dato il via libera alla consegna di un cittadino rumeno, che era stato condannato dalle autorità del suo Paese per guida in stato di ebbrezza e poi si era stabilito in Italia dove si era sposato e aveva avuto una bambina. Sostenendo di avere tutti i suoi affetti e la sua nel Belpaese l'uomo ha fatto ricorso in Cassazione per annullare la decisione della corte territoriale e per scontare la sua pena qui. La sezione feriale della suprema corte lo ha respinto precisando che "legittima e corretta è la sentenza impugnata con cui la corte d'appello di Brescia ha negato al cittadino rumeno il beneficio dell'estensione del rifiuto di consegna previsto dalla legge per il cittadino italiano". Non solo. Nell'enunciare questo principio la Cassazione ha speso due parole per la situazione umana del rumeno scrivendo in fondo alle motivazioni che non si oblitera l'umanamente comprensibile situazione di disagio del condannato nel vedersi consegnare al proprio Paese per espiarvi una pena detentiva, pur avendo stabilito in Italia la sede della famiglia e della propria attività lavorativa". Ora al cittadino rumeno non resta che la possibilità di richiedere alle autorità della Romania di essere ammesso ad espiare la pena in Italia così come prevede la convenzione europea.
Fonte: Apcom
mercoledì 17 settembre 2008
Cassazione: Rumeno condannato lasci Italia pure se ha famiglia
Pubblicato da Catalina Sava alle 15:00
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