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giovedì 22 gennaio 2009

Donne perseguitate per 'amore'


VIAREGGIO: Arrestati due uomini che importunavano le ragazze di cui erano innamorati
Due casi di 'stalking' nel giro di pochi giorni. Due storie di violenza nei confronti di donne da parte di uomini. Il tutto nascondendo l'atteggiamento violento con la scusa del rifiuto dell'amore. La Polizia del Commissariato di Viareggio ha arrestato entrambi i protagonisti di queste due storie di ossessione e persecuzione.
Scoperti dalla polizia due casi di 'stalking' avvenuti a Viareggio a pochi giorni l'uno dall'altro. La prima vicenda nasce da una denuncia effettuata da una giovane donna rumena, vessata dal fidanzato italiano, che considerava le donne straniere solo come "persone che necessitano una sistemazione", e perciò (nella mente del nostro connazionale) in nome di ciò disposte a sopportare qualsiasi tipo di sopruso.
E' stata infatti questa la giustificazione addotta dall'uomo per motivare le numerose angherie messe in atto contro la rumena che, secondo lui, doveva accettare tutto in virtù della prospettiva di un matrimonio.
I fatti risalgono a fine ottobre, quando la ragazza, da 10 anni residente a Viareggio e perfettamente integrata nel tessuto sociale della città (è conosciuta da moltissime persone per la sua tranquillità e il suo modo cordiale e affabile di relazionarsi) e commessa presso un noto negozio del centro, si rivolse a un ispettore del Commissariato, confidandogli di non riuscire più a tollerare le ossessive "attenzioni" del fidanzato.
Quel racconto portò alla luce tutta una serie di episodi di umiliazioni, vessazioni e sofferenze che la giovane ebbe a sopportare, tutte messe in atto dall'uomo, molto più vecchio di lei.
Il fidanzato, dall'apparenza affabile e gentile, infatti, con il tempo le aveva costruito attorno una gabbia dalla quale la giovane non riusciva a fuggire. Il rapporto era iniziato tre anni fa e, come tutti i fidanzamenti, all'inizio aveva una forma idilliaca. Poi, l'amara realtà venne a galla, facendo comprendere alla vittima la tragica situazione in cui era precipitata.
Si tratta di meccanismi comuni a molte storie analoghe: si parte con le classiche scenate di gelosia, poi si passa al controllo delle telefonate ricevute sul cellulare, alle domande insistenti e morbose, per poi sfociare in veri atteggiamenti maniacali.
Da qui si passa alla seconda fase, ossia le litigate "chiarificatrici" dell vero carattere del partner: negli scontri, infatti, non è raro che si arrivi alle mani. Questo, in teoria, dovrebbe bastare per far scattare la molla dell'autodifesa e comprendere a cosa si fa incontro, ma in genere non accade così. Ad ogni litigio, a ogni schiaffo, a ogni pugno seguono delle scuse, le promesse che l'episodio non si ripeterà e, spesso, questo basta, almeno fino al litigio successivo e alla nuova aggressione fisica, al successivo occhio nero giustificato con una caduta spesso improbabile o allo zigomo contuso per il quale si dice che si è sbattuto contro un mobile al buio.
La giovane rumena, però, in un momento di lucidità, è scappata dall'uomo e tornata a vivere con i suoi, senza aver però fatto ancora i conti con l'uomo. Quest'ultimo, disoccupato in quanto discendente di un'agiata famiglia di Santa Croce sull'Arno, aveva quindi tutto il tempo per stare dietro alla ragazza a tutte le ore del giorno e della notte.
Mentre la giovane si trovava a lavoro, quindi, lui l'aspettava fuori dal negozio. Ogni giorno, come un predatore.
Quando usciva l'accompagnava quindi nel tragitto per andare a casa. Poi iniziavano gli sms di eterno amore, in cui la si implorava di tornare assieme a lui.
Scattano anche le richieste di solidarietà ai conoscenti, in cui l'uomo ovviamente ometteva di averla ripetutamente picchiata o di aver esercitato su di lei una gelosia morbosa. E chi ascoltava la sua storia si inteneriva e lo confortava. Qualcuno cercò addirittura di riavvicinarli, mettendo una buona parola.
Un atteggiamento, questo, che ha fatto sentire ancora più sola e isolata la giovane donna, creandole attorno un'atmosfera difficile da sopportare, dove alla fine pareva che la vera carnefice della situazione fosse lei, mentre si trattava di un sofisticato disegno per metterla sempre più in difficoltà. A quel punto, però, la giovane rumena cedette. Disse ancora di sì e tornò dall'uomo che l'aveva tartassata fino a quel punto. In fondo, forse sperava di essersi realmente sbagliata.
E' così che inizia nuovamente il rapporto tra i due: non ci vuole molto, però, perché l'uomo riprenda nuovamente con la sua gelosia morbosa e la violenza. Finalmente la giovane - forse consigliata - decide di affidarsi alla polizia: di lei si occupa la struttura dedicata a tali problematiche nell'ambito della Sezione Anticrimine. Sebbene la legge contro lo 'stalking' non sia ancora approvata, il quadro normativo tutela comunque una donna che viva una situazione del genere.
Svolte, infatti, le dovute indagini per verificare il racconto della vittima, il caso viene portato all'attenzione della Procura di Lucca, che ottiene dal Gip l'ordine di arresti domiciliari per l'uomo. Il protagonista di questa vicenda viene così prelevato dalla sua abitazione versiliese e portato alla sua casa di origine a Santa Croce sull'Arno, dove ha l'obbligo di restare. Per lui scatta anche il divieto di comunicazione, consentendo così alla giovane donna di tornare a Viareggio da dove si era allontanata per sottrarsi alle persecuzioni.
I reati contestati all'uomo sono maltrattamenti in famiglia, violenza privata, appropriazione indebita e tentata violenza sessuale. A rendere più pesante la sua posizione, un precedente analogo, avvenuto nei cinque anni precendenti a queta vicenda, per il quale aveva già subito una condanna sospesa con la condizionale. E si presenterà al processo anche con un'altra condanna, perché - forse non consapevole di quanto dovesse modificare il proprio atteggiamento - lo scorso 19 gennaio ha lasciato l'abitazione dove deve restare ed è stato arrestato in flagranza di reato per evasione.
Il secondo caso di 'stalking' evidenzia una condotta più maldestra. Anche in questo caso non si è trattato di un unico caso di molestia o di violenza, ma di un'escaletion di episodi che ha portato al precipitare di una situazione tanto da richiedere un immediato intervento della Squadra Volante del Commissariato.
La donna protagonista di questa seconda vicenda era stata avvicinata da uno spasimante esagitato, uno di quelli che non accetta il rifiuto come risposta. Che, invece di inviare fiori per conquistare la donna di cui si è innamorato, le invia sms di minaccia che aumentano in pesantezza, fino alla promessa di tagliarle la testa, qualora la donna non avesse accettato il suo amore..
La donna è arrivata di sera tardi al Commissariato di Viareggio ed ha spiegato tutto agli agenti che immediatamente si sono messi sulle tracce dell'uomo, rintracciandolo a poca distanza, con il telefono ancora in mano, proprio mentre stava scrivendo l'ennesimo sms minaccioso. L'innamorato respinto è stato così arrestato e lunedì è stato giudicato con rito direttissimo dalla Sezione distaccata di Viareggio del Tribunale di Lucca.
Grazie al fatto di essere incensurato e per aver scelto il rito alternativo, eviterà una condanna pesante: l'uomo, infatti, ha patteggiato 4 mesi di reclusione, ma, qualora dovesse ricaderci, subirebbe una condanna molto più pesante.
Fonte: Lo Schermo Lucca

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