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sabato 26 novembre 2011

Intervista a Irina Serban, scrittrice di origini rumene

CARA ITALIA … Epistolario alla nazione per il suo 150° Anniversario (1861 – 2011) . L’elegante cerimonia di chiusura del concorso Cara Italia …, segnata dalla presenza di Monica Palozzi, carismatica e impeccabile padrona di casa, che ha fortemente voluto agitare un tema attualissimo, ha visto la partecipazione di molti ospiti e concorrenti, compresa di Irina Serban che lo ha vinto. Come la stessa Monica Palozzi chiarisce: La lettera che Irina ha indirizzato all’Italia è una lettera di impostazione surrealistica, in cui lo scrivente della stessa è il destino. In essa si ripercorre -senza giudicare- il corso storico dell’Italia, risalendo dall’epoca imperiale romana sino ai nostri giorni.

E’ sottolineato in essa, dall’ultima frase “Sappi che continuerò ad osservarti e ogni tanto a visitarti”, il concetto di un determinismo che governa l’universo. Ed è, forse, proprio questa concezione che anima il mondo, ciò che ha spinto la Giuria del concorso a optare per la scelta della lettera di Irina Serban.
Chi volesse leggere la lettera di Irina, può consultare la pagina fb di Pragmata, dove appare in nota o acquistare il libro “Cara Italia…”.

Il contributo di Irina Serban si può leggere qui:
http://it-it.facebook.com/pages/Pragmata/64481330247?sk=app_2373072738

Si possono vedere foto, rassegna stampa e molto altro connesso all’evento qui: http://www.pragmata.info/Cara%20Italia.htm
L’INTERVISTA
D – Che effetto fa vedere la copertina di Cara Italia …?

R – Tornare a casa dopo molto tempo e vedere da lontano le piccole luci della città, poi da più vicino quelle del quartiere dove abiti, poi a due passi da te una finestra illuminata e una madre ansiosa nascosta dietro le tende, ti fa sentire tranquillo e in pace con tutto il mondo. È questo l’effetto che mi fa la copertina del libro, di un Italia accesa come il focolare di una casa in attesa dei suoi cari.

D – Quando nascono l’interesse per la cultura e la passione per la scrittura?

R – Un mostro sacro come Hemingway direbbe ironicamente che tra una caccia e una donna nasce l’interesse per la cultura e la passione per la scrittura. Io che non sono nemmeno un mostriciattolo mi permetto una risposta più modesta: il desiderio di scrivere l’ho portato con me dalla Romania ma l’ho abbandonato all’arrivo in Italia. Scrivere in romeno non mi riusciva più e scrivere in italiano non mi riusciva affatto. Ho ripreso un paio di anni fa.

D – E come è venuta la voglia di partecipare a un concorso letterario in Italia?

R – Scrivere è come uno sport. Lo faccio perché sento il bisogno e il desiderio urgente di affidare alla pagina bianca qualche pezzettino della realtà visto in modo diverso. Partecipare ai concorsi è forse un desiderio di condividere.

D – Ci parli del tuo contributo a Cara Italia …?

R – È un contributo che probabilmente ha delle ingenuità e una certa sensibilità. Ho cercato di essere originale senza però tralasciare l’aspetto umano.

D – Altre tue opere?

R – Non ho pubblicato nessun libro, ma mi piacerebbe. Ho soltanto piccoli testi in prosa, alcuni vincenti altri no e altri in attesa di essere valutati in diversi concorsi. Variano: dall’ironia alla semplicità, dal romanticismo all’astratto, non perché faccia sperimenti letterari, ma perché ogni personaggio che ho in mente è diverso.

D – Da quanto tempo vivi sulla Penisola? Come ci sei giunta? E prima?

R – Sono arrivata in Italia nel 2002, il 6 gennaio per l’esattezza, assieme a mia madre e mio fratello. Mio padre ci aspettava da tre anni e aveva le idee molto chiare su quello che avremmo fatto mio fratello e io: ragionieri. Mio fratello ci è riuscito, ma io provenivo da un liceo psico-pedagogico e ho continuato il percorso. Avete mai visto una insegnante straniera? Nemmeno io! In Romania studiavo, uscivo con gli amici, collaboravo col giornale locale ed ero innamorata.

D – Nella pagina facebook di Pragmata-Monica Palozzi (http://it-it.facebook.com/pages/Pragmata/64481330247 ), abbiamo notato che sei seguita sia da connazionali che da italiani: c’è differenza? E tra gli italiani e i rumeni c’è differenza nell’approccio verso la letteratura?
R – “Connazionali” ??? Ho visto solo una! Alla cerimonia di Roma ho conosciuto una ragazza romena invitata da Monica. Lei è l’unica che mi segue su face e credo di sapere il perché: come romena che vive in Italia s’identifica con il successo di una delle sue connazionali. Non posso che essere felice per questa sua piccola gioia che le ho regalato. Per quanto riguarda gli italiani e la letteratura, l’approccio è diverso. La gente si lamenta spesso che qui si leggono, e ancora meno si comprano, pochi libri, ma almeno qui si scrive. In Romania la gente è talmente impoverita e preoccupata per il domani che il tempo dedicato alla cultura è quasi inesistente.

D – Ci fai almeno un nome di un autore rumeno che apprezzi? Perché?

R – Mircea Eliade. È un autore del ‘900 e credo che S. King sarebbe invidioso delle sue opere. Eliade ha un talento straordinario nel far passare al lettore cose straordinarie per poi ributtarlo nel suo mondo. Qualche sua opera mi pare sia stata tradotta anche in italiano.
D – Ce ne dici uno italiano? Perché?

R – Leonardo Sciascia. Il suo modo di scrivere è geniale e mi sarebbe piaciuto conoscerlo, magari averlo come maestro. Tuttavia, ammetto che non sempre riesco a capire dove vuole parare. Il giorno in cui riuscirò a leggere uno dei suoi libri senza fare ricerche in internet mi considererò una vera scrittrice. Se devo scegliere anche uno scrittore attuale scelgo Massimo Manfredi. È uno di quei scrittori ai quali invidio la chiarezza delle idee esposte.
D – Progetti per il futuro?

R – Sogni più che progetti. Collaborare con delle riviste, pubblicare un libro, due, tre, aprire una cartoleria… basteranno 100 anni?

di Alessia e Michela Orlando

Fonte: ZaZoom

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