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lunedì 7 novembre 2011

La Repubblica attacca il pane "rumeno" venduto nei supermercati con accuse pesanti. Ma “fa male” veramente o non piace perché è rumeno?

Allarme pane importato dalla Romania e venduto nei supermercati: il
quotidiano la Repubblica lo attacca.
Ma “fa male” veramente o non piace perché è rumeno?
L'articolo sul pane rumeno di Paolo Berizzi pubblicato in prima pagina sul quotidiano La Repubblica del 1 novembre 2011, sostiene che un quarto del pane venduto nei supermercati arriva dalla Romania. L'autore lascia intendere che lo sfilatino rumeno "precotto, surgelato, riscaldato e mangiato" è di scarsa qualità. A sostegno della bizzarra teoria scende in campo Federpanificatori che in un'intervista dichiara "nessuno può garantire sulla qualità degli impasti surgelati e sul pane precotto".

Il giornalista avanza anche sospetti sulla bontà della materia prima e riferendosi al pane rumeno venduto nei supermercati scrive "Se sia anche taroccato e un pericolo per la salute, questo, in assenza di tracciabilità, non è dato sapere".

Si tratta di concetti bizzarri scritti (mi auguro in buona fede) da un Berizzi che non ha studiato bene la materia, ma si è affidato ai comunicati stampa di Coldiretti trasformando teorie verosimili in verità assolute.

Berizzi non sa che tutti gli alimenti prodotti e/o importati e/o commercializzati in Europa (compreso il pane rumeno) devono sottostare ai medesimi requisiti di sicurezza stabiliti nel reg. (CE) n. 178/02, “General Food Law. Secondo il regolamento tutte le imprese della filiera devono avere i registri relativi alla rintracciabilità dei prodotti alimentari. In altre parole i fornai, i mugnai che forniscono la farina, gli importatori che vendono i cereali e tutti i soggetti della filiera devono avere le informazioni necessarie per ripercorrere i passaggi che vanno dalla materia prima al prodotto finito. C'è di più, secondo la recente giurisprudenza della Corte di Giustizia UE, anche i supermercati sono responsabili della sicurezza dei prodotti venduti sugli scaffali.
In ogni caso va spiegato a Berizzi che la tracciabilità non c'entra niente con la salute e con la qualità del prodotto, sono concetti diversi e forse serve un ripasso della materia.

Per capire quanto siano infondate le accuse basta ricordare che la migliore pasta italiana e i migliori panettoni natalizi, contengono farina di alta qualità importata da paesi come la Russia e il Nord-America. Anche in questo caso l'origine della materia prima non viene indicata sull'etichetta, proprio come avviene per il pane rumeno, ma nessuno azzarda ipotesi fantasiose sulla qualità e su ipotetici pericoli per la salute.
di Dario Dongo e Roberto La Pira
giovedì 03 novembre 2011

Fonte: Il Fatto Alimentare

Leggi anche:
Lo sfilatino? Arriva dalla Transilvania. Invasi dalle pagnotte made in Romania

1 commento:

Anonimo ha detto...

Buna, sunt Anca si ma ocup cu transport international de persoane Romania-Italia, cu plecari si sosiri din/in toate orasele principale. Pentru informatii si rezervari, va rog sunati la nr. 389.680.3591
Va multumesc

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