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domenica 13 novembre 2011

San Lucido: cameriera romena uccisa, giovane assolto in appello

Sabato 12 Novembre 2011

La Corte d'assise d'appello di Catanzaro ha ribaltato in assoluzione la condanna a 30 anni di reclusione gia' inflitta a Francesco Franzese, 30 anni, di San Lucido, in primo grado ritenuto colpevole dell'omicidio aggravato della giovane cameriera romena Mahu Mihaela Petronela, di 28 anni, morta dopo una lunga agonia a causa delle gravi ustioni riportate la notte del 14 giugno del 2008. L'uomo, infatti, come richiesto dal suo difensore Sergio Rotundo e' stato assolto oggi dai giudici (presidente Fortunato Rosario Barone, consigliere Marco Petrini) che hanno riformato la sentenza di primo grado emessa il 30 giugno del 2010 dal giudice dell'udienza preliminare di Paola al termine del giudizio abbreviato.

Resta dunque senza colpevoli la drammatica vicenda della giovane Petronela, da tempo residente a San Lucido, che aveva trovato lavoro in un ristorante, vittima di un vero e proprio agguato commesso nel cuore della notte quando ignoti versarono una gran quantita' di liquido infiammabile sotto la porta del suo appartamento, mentre lei era dentro, appiccando poi il fuoco. La ragazza, presto aggredita dalle fiamme, cerco' disperatamente di salvarsi scappando in strada, ma rimase terribilmente ustionata. Dopo il ricovero all'ospedale di Paola fu trasferita al Centro grandi ustionati di Brindisi, dove spiro' il primo luglio 2008.

Dalle indagini emerse poi che a commettere l'attentato incendiario sarebbero state tre persone, un uomo ed una donna fratello e sorella, ed il compagno di quest'ultima, per interrompere la presunta relazione tra Petronela ed il padre dei primi due. Davanti al gup, infatti, comparvero in tre: Francesco Franzese, e poi Babara Franzese, di 31 anni, e Giuseppe Sansone, 31 anni, di Fuscaldo. Gli ultimi due pero' furono assolti "per non aver commesso il fatto", ed il solo Francesco condannato a 30 anni con la sentenza che oggi i giudici di secondo grado hanno completamente ribaltato.

Fonte: Il Centro Tirreno

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