Egregia redazione, mi chiamo Ioan Siman e sono un giovane rumeno di 25 anni che studia nel vostro Paese. Ho vissuto direttamente il precipitarsi della situazione riguardante rapporti tra i nostri due popoli. L'omicidio Reggiani, la caccia al rumeno e così via....
La cosa che però mi ha sconvolto, oltre logicamente all'efferatezza dei crimini commessi da alcuni nostri connazionali (anche se in maggioranza appartenenti all'etnia rom), è stato l'accanimenti mediatico nei confronti del mio Paese del quale vado fiero e del mio popolo.
Premetto che ho avuto modo in questo breve periodo che sto in Italia di aver conosciuto tantissimi miei connazionali onesti e lavoratori specie nel settore dell'edilizia. Ce ne siamo sentiti dire di tutti i colori, e non da gente comune quanto da chi ha il potere della comunicazione: che siamo culturalmente portati alla violenza, che abbiamo una considerazione primitiva della condizione femminile, che siamo il terzo mondo etc..
La nostra cultura (che ha origini latine) ha partorito importanti personalità quali Cioran, Iorga, Brancusi, e chi conosce la Romania sa che la donna nel nostro Paese ha una funzione molto importante. Da noi dopo 45 anni di feroce dittatura, le cose stanno iniziando a migliorare, e io così come tanti miei connazionali pensiamo presto di farvi ritorno dal momento che vediamo che la situazione economica va migliorando notevolmente, anche se ancora c'è molto da fare. Siamo un Paese che ha città e monumenti patrimonio UNESCO.
Ora io mi chiedo...ma ci rendiamo conto della violenza delle frasi espresse da Gianni Boncompagni nel su articolo dell'altro giorno? Ci rendiamo conto del carattere becero col quale sarcasticamente ci attaccava? Vorrei far presente che mentre il sig.Boncompagni conduce una vita agiata e benestante, i nostri connazionali conducono la classifica degli stranieri vittime di MORTI BIANCHE e non solo di quelle legate alla criminalità.
Quando la gente comune sente dai mass media certa violenza verbale o scritta, e voi lo sapete meglio di me, la interiorizza perchè la prende come lecita e a pagarne le spese in questo caso è la pacifica convivenza tra le brave persone di entrambi i popoli.
E' giustissimo per dovere di cronaca riportare i crimini compiuti dai nostri connazionali ma non credo che articoli beceri e stupidi ricchi solo di patetici insulti come quello di Boncompagni servano a qualcosa. Ognuno ha il diritto di esprimersi. é vero. Ma la penna ne ferisce più della spada e qui si parla di convivenza tra i popoli..
Da noi quando a Timisoara la gente iniziava a reagire alla caccia al rumeno che avveniva in Italia a novembre, i giornali parlarono di IMPRENDITORI ITALIANI AMICI sottolineando come sia falso l'epiteto di italiano colonizzatore ed evidenziando la parte buona del popolo italiano.Perchè invece da voi c'è quest'accanimento contro il nostro popolo? A Napoli pochi giorni dopo lo stupro di Roma compiuto ai danni di campeggiatori olandesi, un gruppo di italiani ha stuprato una tedesca e non ho sentito tanto clamore..
La mia è una preghiera! Chi ha il potere di scrivere di comunicare in massa, potrebbe dare una mano enorme a risolvere questi problemi. Con le denunce si degli episodi criminosi che giustamente fungono da allarme ma anche con una sensibilizzazione al non stereotipizzare un intero popolo.
In attesa di vostra risposta vi saluto cordialmente augurandovi buon lavoro
Ioan Siman
Fonte: Il Messaggero.it
lunedì 1 settembre 2008
Non siamo un popolo di criminali
Pubblicato da Catalina Sava alle 13:42
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