La showgirl romena nominata da alemanno «ambasciatrice« dei suoi connazionali
Ramona Badescu: processate i rom che delinquono e rimandateli in Romania
L’attrice lavora al gemellaggio fra Napoli e Costanza: «Il nostro popolo infangato da pochi»
Ramona Badescu
NAPOLI - «Non si può sempre generalizzare, bisogna capire che una comunità di un milione e 400 mila rumeni che vivono in Italia non può essere continuamente infangata da qualche singolo delinquente». A parlare è Ramona Badescu, la più nota dei rumeni che vivono in Italia, attrice e showgirl, ma soprattutto operatrice sociale, riconosciuta a Roma con un ruolo assegnatole dal Comune: «Sono la delegata del sindaco Alemanno per i rapporti con la popolazione rumena». Ramona è a Napoli per portare avanti un suo progetto, partito qualche mese fa con una collaborazione musicale con Gigi Finizio e proseguito poi con l’aiuto di un’associazione femminile cittadina, la «Tutti per», e della Regione. Il progetto è quello di gemellare Napoli con una città rumena, Costanza. «E’ proprio in questa occasione che mi sono resa conto di quanto siano radicati i luoghi comuni, proprio come quelli dei rumeni in Italia. Quando ho proposto Napoli alle istituzioni rumene, mi hanno detto subito: non è che ora ci arriva la spazzatura in casa? Ecco, una città con tanta arte e musicalità, tradizione, amicizia e buona tavola, ricordata solo per un problema passeggero... Come quegli italiani che venivano definiti mafiosi per colpa di pochi delinquenti. Di fronte alla mafia tutti dimenticavano che l’Italia è stato ed è uno splendido paese di cultura».
La Badescu punta molto sul concetto di cultura. «Bisogna insegnare agli italiani la cultura rumena - dice - e ai rumeni quella italiana. Mi domando? E se iniziassimo a distribuire a chi entra in Italia la Costituzione, tradotta, in modo che da far capire a tutti quali siano i diritti, ma soprattutto i doveri, in questa terra?». Sui delinquenti che hanno ucciso due volte a Posillipo Ramona è intransigente, non lesinando, commenti sulla lentezza e sulla morbidità della giustizia italiana. «Processiamoli subito e velocemente, ma soprattutto rimandiamoli nel loro paese, anche perché lì la pena la sconterebbero veramente e senza tante possiblità di vedere la tv o di fare acquisti dalla cella. I primi a chiedere giustizia siamo proprio noi. I tanti rumeni che lavorano e che si fanno conoscere per i loro meriti, da chi assiste bambini e gli anziani fino a quei cinque fisici nucleari che stanno facendosi onore a L’Aquila».
Vanni Fondi
19 maggio 2009
Fonte: Corriere del Mezzogiorno.
mercoledì 20 maggio 2009
Ramona Badescu lavora al gemellaggio fra Napoli e Costanza
Pubblicato da Catalina Sava alle 18:26
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