La comunità romena si incontra e si racconta attraverso storie quotidiane, punti di vista, fatti di cronaca, appuntamenti e novità, per non dimenticare le radici e per vivere meglio la distanza dal paese natale.
Informazioni utili per i romeni che vivono in Italia, per conoscere le opportunità che la realtà circostante offre e divenire cittadini attivi.

Comunitatea Românească în Italia

Locul unde comunitatea românească se regăsește zilnic în știri, noutăți, mărturii, informații și sfaturi, pentru a nu uita rădăcinile și a trăi mai bine departe de țara natală. Informații utile pentru românii care trăiesc în Italia, despre oportunitățile pe care le oferă realitatea din jur și pentru a deveni cetățeni activi.

Bun găsit pe site! Benvenuto!

Comentează articolele publicate! Commenta gli articoli pubblicati!

lunedì 25 maggio 2009

Romeni a L'Aquila

IL TERREMOTO ALL'AQUILA
Anziana ferita dalle macerie e operata due volte muore a Roma
Sisma, la vittima numero 307
Enrico Nardecchia
Allarme caldo: ieri sfiorati i 30 gradi
La polizia alla mensa di Tempera Piazza d'Armi, festa dei romeni

L'AQUILA. Il terremoto fa la sua vittima numero 307. Dopo la postina di Onna (la 41ª vittima del piccolo centro di 350 abitanti), Dora Colaianni, di 83 anni, è morta ieri, nella clinica Villa Betania di Roma, Margherita Borrelli, 84 anni. L'anziana non ce l'ha fatta, dopo aver subìto due operazioni a causa di numerose fratture riportate nel crollo della sua casa, in via Roma, 172, vicino alla chiesetta di San Paolo, la notte del 6 aprile. Era stata la quarta persona a essere estratta dalle macerie.
L'ULTIMA VITTIMA. La notte stessa la donna era stata portata in elicottero all'ospedale di Teramo e poi trasferita a Roma. «Nei giorni di ricovero nei vari ospedali, non ha fatto altro che ripetere che doveva ringraziare il suo salvatore, un uomo di cui non conosciamo l'identità, purtroppo, che l'ha coperta con il suo cappotto e l'ha portata all'ospedale dell'Aquila con la sua auto», dice il nipote della signora Margherita, Antonio Borrelli. «Mia zia ripeteva sempre, quasi con ossessione, che voleva pagargli il conto della lavanderia per il cappotto e della pulizia dell'auto che si era sporcata di sangue a causa delle ferite. Ma dopo avere lottato tanto, mia zia, poverina, non ha avuto il tempo di poter ringraziare chi si è preso cura di lei. Se quel signore sconosciuto dovesse leggere questo appello, lo preghiamo di mettersi in contatto con noi (al telefono 349-6702774) perché vorremmo ringraziarlo a nome di mia zia anche per avere messo la sua vita in pericolo pur di salvare la nostra congiunta».
ALLERTA CALDO. Alle 16,59 il picco di calore sull'Aquila e la città sparsa delle tendopoli. I termometri del Cetemps, il centro di eccellenza dell'Università dell'Aquila di cui è responsabile lo scienziato Guido Visconti, ha rilevato una temperatura di 29,3 gradi. Specialmente nel pomeriggio, la sensazione di una calura opprimente è stata accentuata anche dalla quasi totale assenza di vento che ha contribuito a complicare la vita degli sfollati. Così, la prima delle due giornate di allerta caldo, secondo l'allarme lanciato dalla stessa Protezione civile anche in alcune zone dell'Appennino, è trascorsa tra i consueti malori, che hanno colpito specialmente le persone anziane, e le proteste da parte degli ospiti per le condizioni di vita all'interno dei campi.
POLIZIA A TEMPERA. Una discussione a mensa tra una famiglia di sfollati e i dirigenti di uno dei campi di accoglienza di Tempera si è conclusa con l'arrivo di carabinieri e polizia. Gli agenti della squadra Volante hanno dovuto faticare non poco per riportare la serenità all'interno del campo dove è sorta una controversia legata al fatto che una famiglia è stata invitata a regolarizzare la sua posizione per poter accedere alla mensa. Due le versioni contrapposte. Per i gestori del campo la famiglia doveva servirsi di un'altra mensa in quanto non residente in quell'area, mentre gli sfollati ritengono di essere nel giusto in quanto in possesso di regolare registrazione. È la seconda volta che le forze dell'ordine devono intervenire nella frazione per lo stesso motivo.
POCHI CONDIZIONATORI. Lamentele a causa della mancata distribuzione dei condizionatori che lentamente stanno affluendo ai vari campi. A Monticchio il campo della multisala Garden è sprovvisto sia di ventilatori sia di condizionatori mentre nell'area del campo sportivo ci sono soltanto i ventilatori. «Ma buttano aria calda», spiega uno dei residenti, «quindi finiscono col peggiorare la situazione».
I ROMENI SI DIFENDONO. Vittime di pregiudizio all'interno del campo. È l'allarme lanciato da Mariana Muntean, dell'associazione Gentium, a nome dei cittadini romeni che vivono nella tendopoli di piazza d'Armi. Alla luce dei fatti di cronaca degli ultimi giorni, l'associazione si è mobilitata per favorire la convivenza nel campo. «Si parla spesso di integrazione», dichiara Mariana. «Poi, basta un diverbio tra due ragazzini per spingere molti a puntare il dito sulla nostra comunità. Non si può negare che tra noi ci siano delinquenti, ma non siamo tutti aggressori o stupratori». Sono quasi trecento le persone di nazionalità romena nel campo che ne ospita complessivamente oltre 1300. «Stiamo facendo di tutto per facilitare la convivenza nel campo», commenta il direttore della Protezione civile dell'Emilia Romagna, Demetrio Egidi. «Abbiamo nominato tra gli ospiti i responsabili di campo, proprio per far fronte a qualsiasi problema e pensiamo di organizzare incontri con psicologi. Spesso i pregiudizi sono alimentati da un clima di intolleranza a livello nazionale». Dopo un diverbio avvenuto nei giorni scorsi tra una famiglia italiana e una romena, la Protezione civile emiliana ha anche concordato con gli italiani il loro trasferimento sulla costa. Stasera alle 21 la comunità romena ha organizzato una festa a tema con musica etnica.

Fonte:L'Espresso

Nessun commento:

Posta un commento