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sabato 12 febbraio 2011

Messina, la storia della rumena Angelica Argint

04 Feb 2011
MESSINA, LA STORIA DELLA RUMENA ANGELICA ARGINT: Finalmente torna a vivere superstite di Giampilieri. La donna rimase sotto le macerie per più di 14 ore
Cronaca da Messina e dintorni

Quando una storia che ha del miracoloso si unisce alla solidarietà. È questa la vicenda che vede come protagonista la rumena Angelica Argint. Tutto ha inizio il 1 ottobre 2009, data che ha segnato anche la fine di 37 vite, travolte da una valanga di acqua e fango. A Scaletta Zanclea la prima vittima recuperata dai soccorritori è stato il Martino Scibilia, pensionato 80enne la cui casa sorgeva ai margini del torrente Racinazzi, in contrada Foraggine. Con il passare delle ore cresceva sempre più il numero delle vittime provocate dalla devastante alluvione che ha colpito il centro ionico e Giampilieri, ma all’appello mancava la badante rumena del signor Scibilia. Proprio i parenti di quest’ultimo, dopo aver vegliato il corpo del proprio caro, si sono messi alla ricerca di Angelica, che è stata ritrovata da Domenico Cicero, genero dell’anziana vittima, dal nipote Martino e dal comandante dei Vigili urbani di Scaletta Lillo Alì, imprigionata fra le macerie della casa che la ospitava, dopo quasi 14 ore dalla tragedia, con il fango che le arrivava fino al collo e con le gambe schiacchiate. Un delicatissimo intervento dei soccorritori per estrarre la donna e l’elicottero dei carabinieri di Reggio Calabria l’hanno riportata alla vita. È proprio Domenico Cicero a raccontare questa storia carica di umanità ed il calvario che ha dovuto subire Angelica per tornare ad una vita il più possibile normale. Un calvario durato per la precisione 1 anno e 9 giorni: in questo periodo è stata soggetta a 3 ricoveri in altrettante strutture ospedaliere. Nella prima fase – fino al dicembre 2009 - c’è stata la degenza nel reparto di rianimazione del Policlinico Universitario di Messina, nel corso della quale si è avuto il rischio di amputarle gli arti inferiori, visto le sue critiche condizioni di salute. Successivamente – fino a maggio 2010 - Angelica è stata trasferita al Centro Neurolesi “Bonino Pulejo”, dove ha potuto continuare la sua lenta riabilitazione, che si è conclusa nell’ottobre scorso nella clinica Villa Angela di Galati Marina. In questo lunghissimo periodo la rumena è stata assistita non solo dalla cognata Anna – che vive a Itala Marina – ma è anche stata “adottata” dalle famiglie Cicero - Scibilia, i cui componenti non l’hanno mai abbandonata ed anzi si sono sempre prodigati per non farle mancare nulla nella sua travagliata degenza. Appena le è stato possibile viaggiare, Argint è tornata in Romania per un mese, nella cittadina di Hudesti, dove vive il marito con i 2 figli. Adesso Angelica che riesce a camminare in modo quasi autonomo, anche se ha perso la sensibilità nel piede destro, vive con la cognata a Itala Marina ed ha espresso il suo desiderio di riprendere a lavorare come badante, in attesa che le venga accordata una pensione di invalidità, visto che al momento beneficia di un modesto contributo mensile erogato dalla Protezione Civile. Ma questa è un’altra storia, visto che il bene più prezioso per Angelica è questa seconda possibilità che la vita le ha dato.
Chiara Chirieleison - GDS

Fonte: Blog di Enrico Di Giacomo

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