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lunedì 31 ottobre 2011

I Carpazi di Liliana Lazar luogo di odio e superstizioni

Il Premio Nobel elogia «Terra di uomini liberi» in uscita da Tropea

Q uel che è meraviglioso nella letteratura è la sua capacità, generazione dopo generazione, di rinnovare i temi, in altri termini di servirsi del vecchio per fare il nuovo. Ci vuole audacia oggi per scrivere un romanzo del genere fantastico. Ci vuole audacia, o scienza. Qualità che dimostra di avere una giovane rumena, Liliana Lazar, con una delle opere più originali degli ultimi anni, Terra di uomini liberi (in uscita giovedì per Marco Tropea editore, traduzione di Silvia Fornasiero, pp. 176, 16). Un romanzo davvero bello, che ahimè non ha ricevuto in Francia tutta l' attenzione che meritava, sebbene abbia attirato quella di alcuni critici accorti che l' hanno paragonato ai fratelli Grimm o a George Sand. È sempre un po' triste constatare come, nelle leggi di selezione della letteratura, la dimensione dell' editore sia a tal punto determinante, e come - in questo e in altri business - i piccoli siano mangiati dai grossi. Resta il libro, così come è pubblicato. Un giorno, dopo un anno, dopo dieci anni, il libro ricompare, vive una nuova vita. È quanto accaduto a Johan Bojer, l' autore norvegese di Le Caméléon , e a Isidore Ducasse, conte di Lautréamont, autore dei Canti di Maldoror , che nemmeno avevano visto la luce. Ma non aspettate. Prendete fin da ora il libro di Liliana Lazar, entrate nel suo mondo. Sarete trascinati da un' onda che non potrete controllare, che vi porterà in Romania, ai piedi dei Carpazi, in una natura selvaggia e penetrata dalla più antica civiltà rurale, quella degli «uomini liberi» che costruirono il piccolo villaggio di Slobozia, dove è nata e cresciuta la scrittrice. Cosa racconta Liliana Lazar? Ci parla della famiglia Luca: di Ania, una donna forte, vestita di nero fin dalla morte del marito brutale e alcolizzato, di Eugenia, la figlia, e soprattutto di Victor, il figlio, un povero di spirito che ha ucciso il padre per liberare madre e sorella da un tiranno domestico. Slobozia è un luogo di odio e di superstizioni nella Romania dominata da un altro tiranno, Ceausescu, e dalla sua famiglia di assassini e delatori. È inoltre un luogo di religione, una religione arcaica e radicata nei cuori, al tempo stesso istintiva e ipocrita. Victor l' assassino è innanzitutto vittima, poi eroe di questo mondo primitivo e, se riesce a sfuggire alle trappole che gli vengono tese, è perché sa essere astuto come un animale e anche perché protetto dalla misteriosa «Fossa dei leoni», un lago maledetto che sembra ingoiare le sue vittime e i suoi persecutori. Questo per quanto riguarda la trama. Si pensa al Jean Giono di Un re senza distrazioni , ai grandi romanzieri della natura come Jim Harrison o Scott Momaday, o al russo Pavel Ivanovich Melnikov di Nelle foreste . È dunque un romanzo del genere fantastico: la foresta è uno dei posti dove si prolunga la forza di vita preesistente a qualsiasi società umana; meglio, dove l' essere umano può talvolta farsi molto vicino alle leggi della natura. Ma è anche un romanzo classico, che parla del bene e del male, e ha una visione interiore su uno degli eventi storici meno noti al lettore occidentale, il passaggio dall' era arcaica alla modernità in un Paese stretto dal terrore di un tiranno folle e dall' eredità delle credenze medievali: il mondo della Transilvania e dei Carpazi, da dove ha avuto origine buona parte dei miti e delle leggende sulla licantropia della cultura occidentale - per questo citavo l' autore dei Canti di Maldoror . Probabilmente, non è del tutto un caso se questo immaginario oscuro e tragicomico si esprime attraverso la scrittura di una giovane romanziera emigrata dalla sua Romania natale. Da lei ci aspettiamo che abbia molti segreti da farci condividere: su Slobozia, sulle profondità della «Fossa dei leoni», o su altri enigmi del suo Paese d' adozione, la Francia, esprimendosi nella nostra bella lingua comune. (traduzione di Daniela Maggioni )
Le Clezio Jean Marie
11 ottobre 2011

Fonte: Corriere della Sera

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