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mercoledì 12 ottobre 2011

Quegli asinelli che aiutano i bambini

L'iniziativa nasce al centro «Don Orione» di Bucarest

Il progetto «It's Donkey Time!» promosso da Save the Dogs: una speciale pet therapy per i piccoli disabili .

MILANO - Occhioni grandi e dolci. Orecchie lunghe e pelose da accarezzare e una schiena solida e comoda. C'è chi dice che sia l'asino il migliore amico dell'uomo. Certamente, ne è il servo più fedele, abituato da secoli a lavorare fino allo stremo delle energie. Ma da qualche tempo, alcuni asinelli di Bucarest sono anche i protagonisti di una svolta epocale. Si chiamano Claudio, Ioan, Sile e Boss. Hanno fra i 6 e i 13 anni di età e che, fino a qualche mese fa, rischiavano la morte per denutrizione e i maltrattamenti a cui i loro padroni li sottoponevano. Ora, invece, sono i fidi compagni di alcuni bambini rumeni, affetti da gravi disabilità fisiche e psichiche e affidati al Centro Don Orione di Voluntari, a Bucarest. Il progetto si chiama «It's donkey time» (è il tempo degli asini ndr) e è nato da un'idea di Sara Turetta, la fondatrice di Save the Dogs e di due sacerdoti italiani Don Graziano Colombo e Don Roberto Polimeni, responsabili del Don Orione. Due realtà che si occupano della sofferenza dei bambini e degli animali hanno unito le forze e così sui terreni della Congregazione è nato un maneggio dove è stata avviata la prima esperienza in Romania della pet therapy con gli asini, ovvero l'onoterapia. Il progetto è finanziato dalla Fondazione Paideia di Torino, con la collaborazione del partner finlandese Friends of Homeless Dog e dell’Elizabeth Svendsen Trust.

PET THERAPY - In Gran Bretagna, Francia e Spagna i centri di onoterapia esistono da decenni. I quattro asinelli sono stati scelti fra i 58 equini ospiti al rifugio di Save The Dogs a Cernavoda, nel distretto di Costanza, dove la onlus opera nel 2002. Due vengono addestrati per l'equitazione. Gli altri, invece, per interagire con i bambini: non solo gli ospiti del Don Orione, affetti dalla sindrome di Down o da paraplegie e tetraplegie, ma anche i ragazzi autistici che vivono negli orfanotrofi pubblici della zona e gli anziani di una vicina casa di riposo. L'associazione sta anche lavorando alla possibilità di agganciare le sedie a rotelle a uno speciale trailer che consenta ai bambini di fare una passeggiata trainati dagli asini nei giardini del Don Orione Ma quali sono i benefici di queste attività per la salute dei disabili? La stimolazione a livello muscolare attraverso l'equitazione. Inoltre – spiegano dalla onlus - accarezzando gli asinelli le persone affette da autismo, da disturbi dell'apprendimento o da iperattività ricevono uno stimolo a livello psicologico. L'incontro tra gli animali e i pazienti sarà limitato a quattro ore al giorno, per limitare lo stress. «L’intento è quello di introdurre anche in Romania il concetto di pet-therapy, dimostrando che esiste un triste legame di tipo culturale all’origine dell’abbandono dei bambini e degli animali e che dall’incontro tra queste due realtà può nascere uno scambio carico di valori importanti, purtroppo estranei ad una parte della società romena» accusa Save the Dogs.

LE STORIE DI ANCA E ALESSANDRO – I primi “pazienti” a fare la conoscenza dei quattro asinelli sono stati Anca e Alessandro, due bambini che vivono al Centro Don Orione di Bucarest. Alessandro ha 5 anni e mezzo, ha una grave disabilità motoria e un lieve ritardo mentale. Da alcuni mesi sua madre è morta e lui ha trovato casa al Don Orione. Il padre è vivo, ma soffre di alcolismo e non ha mai riconosciuto il bambino. Alex nei primi giorni non faceva che piangere. Ora sta meglio: ha cominciato a frequentare l'asilo e presto andrà a scuola. Anca invece ha solo tre anni e mezzo ed è affetta dalla sindrome di Down. Insieme alla madre, un'orfana espulsa dall'orfanotrofio non appena raggiunta la maggiore età, per un anno ha vissuto nelle fogne di Bucarest, dove d'inverno si rifugiano centinaia di ragazzi abbandonati dalle famiglie. I servizi sociali sono intervenuti, affidando la piccola al centro, dove in un anno ha imparato a mangiare, a camminare e recentemente anche a parlare.

IL DRAMMA DEI BAMBINI E QUELLO DEGLI ANIMALI – Mille e quattrocento neonati abbandonati nei reparti maternità in ospedale. 70 mila i minori sotto protezione statale e 23 mila 600 quelli ospitati dagli orfanotrofi, dove il personale, assolutamente indifferente alla condizione dei bambini, non esita a usare le percosse e a rubate il cibo destinato agli ospiti. Sono questi i numeri, pubblicati sul sito dell' ANPDC (organismo per la salvaguardia dell'infanzia) di una tragedia che avviene nel centro dell'Europa. «Ragazzi che crescono senza aver mai ricevuto un grammo d'affetto in tutta la vita» ha spiegato più volte Elena Sachsel, pediatra di Magenta e da anni volontaria in Romania. «Giovani adulti che ritroviamo anche qui in Italia. Li si riconosce dall'ossessivo dondolio che mantengono anche da grandi. Movimento che hanno imparato a fare da bambini e che sostituisce le coccole che non hanno mai avuto. Che valori hanno appreso? Che adulti saranno?». Oltre al Centro Don Orione, in Romania operano da tempo onlus italiane, come quella fondata da Don Gino Rigoldi, “Bambini in Romania”. Alcuni comuni della zona di Magenta, nonostante le ristrettezze della finanziaria, da anni sostengono la onlus rumena “Cuore per Cuore” di Lidia Dobre, che cerca di strappare bambini agli orfanotrofi e offre supporto alle famiglie romene perché possano tenere i figli a vivere con loro. Qualche mese fa la Rai ha trasmesso un documentario di un giornalista rumeno, dal titolo “A casa da soli” che affronta il dramma dei bambini delle badanti, di fatto “orfani” anche se le madri sono ancora in vita.

ANIMALI DA TRAINO E DA LAVORO – Tutt'altro che rosea è anche la situazione degli animali in Romania. Save the Dogs, come dice il nome, è nata per arginare il dramma del randagismo a cui per anni il governo non si è interessato. Migliaia di cani abbandonati vivono in branchi nelle città e nelle campagne e il loro numero continua ad aumentare. Per risolvere il problema, le forze dell'ordine non esitano a usare abbattimenti, soppressioni e avvelenamenti al posto di adeguati programmi di sterilizzazione. I cavalli e gli asini sono invece utilizzati come animali da traino e nel lavoro nei campi, dove vengono sfruttati e costretti a turni di lavoro massacranti in cambio di poco cibo e nessuna cura in caso di malattia o sofferenza. Per questo, è facile vedere per le strade animali di una magrezza impressionante e con gli arti coperti da ferite e abrasioni.
di Giovanna Maria Fagnani
30 settembre 2011

Fonte: Corriere della Sera

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