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giovedì 10 luglio 2008

Trentino: Appartamento negato perché è rumena


IL CASO
di Daniele Peretti

TRENTO. Respinta solo perché rumena. Questa è la motivazione data dal proprietario dell'appartamento che Iliana Tomoiaga, titolare del negozio di prodotti alimentari rumeni del Tridente, voleva affittare. Dopo un anno di attività negozio e titolare sono conosciute ormai in città, ma nemmeno le ottime referenze sono bastate per sconfiggere la diffidenza di un proprietario, che non ha voluto nemmeno conoscere il futuro inquilino: per dire no gli è bastato la nazionalità.

L'Ambasciatore di Romania in Italia, Rauzan Victor Rusu ha chiesto di smorzare i toni delle polemiche. A suo giudizio, i problemi si risolvono più facilmente senza clamori. Però è difficile tacere di questo caso perché è indice di un diffuso clima di diffidenza, quasi sempre ingiustificata. E se ha difficoltà a trovare una casa in affitto uno dei 180 imprenditori rumeni regionali, si possono immaginare le difficoltà che incontrano nel quotidiano i 5.100 rumeni residenti in regione.

La vicenda di Iliana è molto semplice. Un anno fa inaugura" Transilvania" negozio di prodotti rumeni al centro commerciale il Tridente e oggi si è messa alle spalle dodici mesi di regolarissima attività ma anche un identico periodo vissuto da pendolare: basta con il viaggio quotidiano da Rovereto a Trento e ritorno. Lo sviluppo dell'attività richiede ancora una maggiore presenza ed ecco la decisione di cercare casa vicino al negozio.

Dopo alcuni mesi di ricerca si prospetta una soluzione ideale. L'appartamento disponibile è proprio al Tridente. Lo tratta un'agenzia immobiliare alla quale Iliana si rivolge. Per le referenze presenta quelle del proprietario del negozio, un noto imprenditore immobiliare trentino, che non può che parlarne bene. Tutto prosegue per il meglio fino alla sottoscrizione del contratto di locazione.

E' in quel momento che il proprietario viene a conoscenza della nazionalità della sua futura inquilina e rifiuta senza altra motivazione. Tant'è che l'agente immobiliare, con scarsissimo tatto, blocca la trattativa per un unico motivo: «Non le vuole affittare l'appartamento, perché rumena. Mi dispiace ma non c'è nulla da fare».


Poco importa se i quartieri a nord della città non sono certo esclusivi. Evidentemente a contare sono di più le apparenze, piuttosto che la sostanza. Sembra interessare cioè di più la nazionalità del titolare del contratto d'affitto, piuttosto che l'uso che verrà fatto dell'appartamento.

Un'ingiustizia palese, quella subita da Iliana, contro la quale non si può fare nulla. Anzi dopo la delusione, arriva anche la paura. Il timore che rendendo pubblica la propria vicenda i problemi possano aumentare e così l'intenzione diventa quella di subire in silenzio. Sperando magari in una seconda occasione. Ma il caso non si può tacere, perché il silenzio finisce per coprire tutte le altre ingiustizie che onesti rumeni, in Italia solo per lavorare, sono costretti a subire nel quotidiano.

Nessuno ne parla volentieri, ma i casi ci sono. Riguardano rallentamenti burocratici, che arrivano perfino a rendere difficili i ricongiungimenti con i figli. Problemi che coinvolgono in parte chi è stato clandestino, prima dell'entrata nella Comunità Europea della Romania. I rumeni trentini li conoscono, ma preferiscono non parlarne. Si rifugiano nella loro comunità, cercando spesso conforto nella chiesa ortodossa, ma oltre non vanno.

Di certo riservatezza, ma anche paura. Perché si parla tanto di integrazione, ma anche se al Trentino Alto Adige è riconosciuto il clima migliore di tutt'Italia per quanto riguarda la convivenza, i problemi ci sono anche da noi. Non è stata sconfitta la diffidenza, che oggi per i rumeni che vivono in Trentino vuole ancora dire soffrire in silenzio.
(10 luglio 2008)
Fonte: La Repubblica.

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