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giovedì 16 ottobre 2008

Un romeno nell'Italia illegale

16/10/2008
Il nostro Paese visto dai romeni dopo che l'Ue ha fermato il tentativo della Lega di espellere gli stranieri clandestini
(FLAVIA AMABILE)

E allora niente più allontanamento per rom e rumeni non in regola e nemmeno carcere per clandestini extracomunitari, al massimo una multa. E' il risultato del doppio stop ricevuto dal ministro dell'Interno Roberto Maroni, il primo da parte dell'Unione Europea, il secondo da parte dello stesso governo italiano che con un emendamento farà marcia indietro.

Vicentiu Acostandei, vicepresidente del partito Identità Romena, vive da molti anni in Italia. Lavora come sistemista in un’azienda di telefonia mobile, ha in tasca un contratto a tempo indeterminato, e prima o poi anche una cittadinanza italiana che sta per chiedere.

L’Unione Europea ha fermato i tentativi della Lega.
«L’Italia è un paese particolare: qui i romeni arrivano, provano a lavorare, trovano anche qualcosa ma in nero. Stesso discorso con la casa: si affitta solo senza dichiarare nulla. Questo vuol dire che secondo la legge il romeno dovrebbe tornare nel suo Paese d’origine ma solo perchè in Italia le leggi non vengono applicate».

Con questo stop dell’Unione Europea si verrà al massimo invitati a allontanarsi.
«Mi sembra una regola più giusta: chi non ha lavoro o una casa non deve essere trattato come un criminale. Deve avere invece il tempo di regolarizzarsi».

Se però il datore di lavoro non voleva regolarizzare prima il lavoratore...
«Deve valere la regola del passato quando si avevano sei mesi di tempo se si veniva trovati senza documenti in regola ma si garantiva di avere un lavoro. In quei sei mesi si doveva denunciare il datore di lavoro inadempiente e trovare un’altro modo per regolarizzarsi».

E chi non ci riusciva tornava a casa davvero?
«In questo caso si creava una situazione critica perché se è vero che il cittadino comunitario ha il dovere di regolarizzarsi, è anche vero che ha il diritto di essere regolarizzato. A volte si ricorre a espedienti come la dichiarazione di ospitalità rilasicata dal proprietario di casa anche se paghi l’affitto senza che nulla sia denunciato. E’ una scappatoia non particolarmente bella ma a volte in questo modo si può ottenere la residenza».

E però poi ci sono i criminali. Come comportarsi?
«La criminalità non ha cittadinanza, se qualcuno danneggia un altro deve essere punito qualunque sia il suo passaporto. Si sa però che i crimini vengono effettuati soprattutto dagli stranieri che vivono in strada. E’ su di loro che bisognerebbe concentrarsi ma senza mandarli via, integrandoli».

Integrare gli stranieri che commettono crimini?
«Integrare gli stranieri. Noi romeni siamo una comunità ben inserita. Tra clandestini e regolari saremo un milione e mezzo di persone, in carcere ce ne saranno un migliaio, una quota infinitesimale, eppure veniamo identificati con loro, non so se per motivi politici, o elettorali, o altro».

In molti vi confondono con i rom.
«Con alcuni rom abbiamo la stessa cittadinanza. Dovremmo quindi obbedire alle stesse leggi ma i rom sono un’etnia a parte e rappresentano una questione sensibile».

Che cosa vi pesa di più come comunità romena?
«Di avere sulle nostre spalle due pesi da sopportare. Paghiamo le tasse ma non abbiamo nessuno che ci garantisce da chi delinque contro di noi, e nemmeno da chi danneggia l’immagine del nostro popolo».

Fonte: La Stampa.

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