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venerdì 10 ottobre 2008

Una diocesi rumena in Italia, presto intesa e 8x1000

(ASCA) - Roma, 9 ott - Circa 900mila fedeli stimati, 86 parrocchie gia' attive, dieci in corso di apertura e, da oggi, una sede da 27mila metri quadri, immersa nel verde, con uno staff di circa 30 persone per venire incontro a tutte le esigenze spirituali del popolo rumeno: e' la diocesi italiana del Patriarcato Ortodosso di Romania, la cui sede sulla via Ardeatina, alla periferia di Roma, poco lontano dal santuario del Divino Amore, e' stata inaugurata oggi.

Doveva esserci anche il premier rumeno Tariceanu, in visita in Italia, ma il prolungarsi dei colloqui con Il Presidente del Consiglio Berlusconi non gli ha permesso di arrivare in tempo.

Segno, anche questo, che le conseguenze della morte di Giovanna Reggiani non sono finite e le relazioni tra Italia e Romania sono ancora difficili e complesse. La diffidenza e l'ostilita' nei confronti dei rumeni sono diffuse, tanto da aver indotto il governo di Bucarest a correre ai ripari con una massiccia campagna pubblicitaria sulle tv.

''Alcuni nostri fedeli sono preoccupati'', spiega il neo-vescovo in Italia per il Patriarcato rumeno, Siluan. ''Ma noi invitiamo i nostri fratelli a non percepire quello che e' un atteggiamento di una minoranza della popolazione italiana come quello della maggioranza'', aggiunge il vescovo. ''Siamo molto grati all'Italia per il suo spirito di accoglienza. E lo dico sul serio, non sono parole di circostanza''.

Secondo l'ultimo rapporto Caritas sull'immigrazione, i rumeni in Italia superano il milione. ''Piu' del 90% sono ortodossi - spiegano alla diocesi - e la loro particolare condizione di emigranti aumenta il bisogno di punti di riferimento spirituali''.

Le 86 parrocchie ortodosse rumene attualmente presenti in Italia sono nate cosi': i fedeli si riuniscono, raccolgono centinaia di firme e il Patriarcato invia un parroco, nella maggior parte dei casi dalla Romania anche se qualcuno ha gia' fatto studi in Italia.

''Il nostro e' in primo luogo un contributo all'integrazione.

Diamo un unico punto di riferimento a tutti i rumeni d'Italia'', spiegano alla diocesi. Ma la nascita di un'autorita' centrale come la diocesi semplifica anche i rapporti con il governo italiano: sono in fase avanzata, e potrebbero concludersi entro l'anno, le trattative per la firma di un'intesa che schiuderebbero al Patriarcato romeno le porte dei fondi dell'8 per mille, oltre che del riconoscimento legale dei matrimoni e la possibilita' di offrire assistenza spirituale ai rumeni in carcere.

La diocesi e' appena nata, ma e' in rapida crescita e con piani ambiziosi: dopo la spesa per il terreno (2,6 milioni di euro, forniti in buona parte da governo rumeno e Patriarcato), il prossimo progetto e' quello di costruire una chiesa per le messe domenicali.
Fonte: ASCA.

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