La comunità romena si incontra e si racconta attraverso storie quotidiane, punti di vista, fatti di cronaca, appuntamenti e novità, per non dimenticare le radici e per vivere meglio la distanza dal paese natale.
Informazioni utili per i romeni che vivono in Italia, per conoscere le opportunità che la realtà circostante offre e divenire cittadini attivi.

Comunitatea Românească în Italia

Locul unde comunitatea românească se regăsește zilnic în știri, noutăți, mărturii, informații și sfaturi, pentru a nu uita rădăcinile și a trăi mai bine departe de țara natală. Informații utile pentru românii care trăiesc în Italia, despre oportunitățile pe care le oferă realitatea din jur și pentru a deveni cetățeni activi.

Bun găsit pe site! Benvenuto!

Comentează articolele publicate! Commenta gli articoli pubblicati!

domenica 10 gennaio 2010

Dalla Romania e dall’Africa per una nuova vita ad Alcamo

Una mostra di prodotti artigianali e artistici romeni è aperta in questi giorni nella Sala Rubino del Centro congressi Marconi nel corso VI Aprile ad Alcamo. Non è la prima volta che nella cittadina alcamese vengono portate avanti iniziative e allestite esposizioni volte a valorizzare la creatività di persone provenienti da altre nazioni e a favorire lo scambio interculturale. In pochi ormai rimangono stupiti dal fatto che in giro per Alcamo e, del resto, anche per le vie di Castellammare del Golfo, si possano incontrare tantissimi romeni e nordafricani: uomini, donne, bambini, intere famiglie. Ad Alcamo, nell’ultimo decennio la popolazione è aumentata sensibilmente passando da circa 43 mila a oltre 46 mila abitanti, considerato soprattutto l’afflusso dalla Romania e dall’Africa – per un totale di circa 4 mila immigrati - che tuttora non si arresta. Nel 2007 il Comune di Alcamo ha aperto le porte della cittadinanza, e quindi anche del diritto di voto, ai romeni. “Bisogna insistere – ha messo in evidenza più volte Graziano Ferrara nella qualità di consulente comunale in materia di immigrazione – per assicurare a queste persone maggiori servizi e punti di riferimento costruttivi. Ma il Comune finora si è dimostrato sordo o comunque poco attento nei confronti delle continue richieste di attuare questi servizi. Ed è fin troppo facile bollare come pericolosi tutti gli immigrati a causa di certi fatti di cronaca nera in cui sono protagonisti attivi soltanto pochi di essi. Sia ben chiaro che soltanto una minoranza degli immigrati è violenta o comunque problematica sul piano della sana convivenza sociale. Si pensi alle tante violenze che subiscono qui in Italia”.

Enti e associazioni di volontariato, intanto, si adoperano per garantire assistenza e aiutare queste persone a inserirsi in senso costruttivo e produttivo nel tessuto sociale alcamese e del comprensorio. D’altro canto, la Romania negli ultimi anni è diventata meta di molti italiani intenzionati ad avviare attività imprenditoriali e di scambio commerciale con l’Est europeo.

Ogni domenica mattina celebra messa nella chiesa del Collegio dei Gesuiti il sacerdote cristiano ortodosso romeno Jonel Apavaloai. ”Qui – afferma – ho creato un gruppo di preghiera con quindici miei connazionali”. La sua buona volontà si aggiunge a quella degli enti di solidarietà e dei cittadini che forniscono vestiario e alimenti a chi arriva da lontano in cerca di fortuna. I componenti la comunità romena ad Alcamo si dimostrano, in gran parte, animati dagli obiettivi di lavorare (le donne trovano impiego soprattutto in qualità di badanti, gli uomini tentano di inserirsi come manodopera nei settori dell’artigianato, dell’industria e dell’agricoltura), metter su famiglia e destinare una fetta dei propri risparmi anche ai loro cari rimasti in patria per tirare avanti lasciandosi alle spalle la tremenda dittatura di Ceausescu.

E’ una comunità che si allarga di settimana in settimana. Si tratta soprattutto di giovani e donne, che affrontano estenuanti viaggi in autobus con partenza dai piedi dei Carpazi e arrivo in piazza della Repubblica, con la speranza di trovare un impiego, come già tanti altri, in qualità di operai e badanti. Gran parte delle nuove generazioni alcamesi sceglie di studiare all’Università, di frequentare corsi di formazione professionale, di battere strade che però molto spesso sboccano in occupazioni precarie, in balìa dei ricatti della politica e del mondo del lavoro. Gli immigrati, d’altra parte, rappresentano il naturale ricambio per colmare carenze in determinati settori, sostituendosi ai tanti giovani che non intraprendono più, come avveniva in passato, certi mestieri caratterizzati da attività manuali o comunque artigianali che pur si rivelano redditizie sul piano economico per chi ne ha la predisposizione, l’ingegno e le capacità. “Si sta cercando di portare avanti progetti specifici in collaborazione con le associazioni e le organizzazioni del terzo settore e delle comunità immigrate”, ha in più occasioni affermato l’assessore comunale alle Politiche sociali, Giuseppe Scibilia. Fino allo scorso anno, finché la legge e le disponibilità economiche lo permettevano, era attivo nei locali dell’Ipab Pia Opera Pastore ad Alcamo il Centro di accoglienza “Nelson Mandela” per 60 immigrati minorenni extracomunitari non accompagnati provenienti dall’Africa e sbarcati a Lampedusa senza genitori.

Fonte: AlcaMondoBlog

Nessun commento:

Posta un commento