Oggi torno dal mio quinto viaggio in Romania, e come sempre c’è molta contentezza (torno a casa dalla mia famiglia, che diamine!) e un po’ di malinconia… che non è proprio malinconia, è una sorta di rabbia e impotenza per le cose che vedo e che succedono, in azienda e fuori.
Gente normale, che viene da 45 anni di dittatura, che viene trattata da noi “civilizzati” come servi. O laureati costretti a fare da segretari o magazzinieri. Già, noi italiani all’estero siamo proprio bravi.
Ci lamentiamo che le strade rumene sono sporche e poi buttiamo i mozziconi dai finestrini. Andiamo al ristorante italiano perché non ci fidiamo della cucina rumena, quando basterebbe assaggiarla una volta: ho mangiato un ottima “Ciorba da burta” (cioè minestra con la trippa), basta sapere che ci va un po’ di aceto e di salsa di rafano, altrimenti ha un saporaccio… e che non si deve esagerare col rafano!
Ci lamentiamo che la moquette dell’albergo è sporca e che le stanze fanno schifo ma tanto ci rimaniamo solo 8 ore per dormire. E paghiamo 50 euro notte e colazione per andare a bere il cappuccino al bar italiano e “perché c’e la wireless” che tanto non usiamo.
Ma noi siamo “Grandi nella testa”, come dice mio papà.
Andare in una pensione dignitosa da 10 euro a notte? nooooo troppo difficile.
Pretendiamo di andare in Romania a insegnare tutto, quando dei rumeni non sappiamo niente. Non sappiamo neanche la loro forma di governo ma pretendiamo che imparino l’italiano… e loro lo imparano, mica come noi che dopo anni in Romania sappiamo a malapena dire “Buna Ziua”.
E loro l’inglese lo parlano, tutti, anche il nonnetto all’edicola, e noi invece, che diciamo sorry al posto di excuse me…
D’altronde l’Italia e la patria degli Allevi, che l’umiltà non sanno neanche dove abita.
Fonte: Blog Musica Computer e Dintorni
mercoledì 27 gennaio 2010
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1 commento:
Beh, grazie per la pubblicità indiretta al mio blog!
E grazie per aver citato la fonte (cosa che non tutti fanno!).
Igor
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