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domenica 31 gennaio 2010

Intervista a Radu Dobre, Console Generale della Romania a Trieste


Avvenimenti e iniziative
30 gennaio 2010

In occasione dell’incontro organizzato dalla Filca Cisl de Veneto sul tema della tutela dei lavoratori romeni abbiamo potuto intervistare Radu Dobre, Console Generale della Romania a Trieste. Eccone il testo.

Quali sono i motivi che hanno determinato la decisione del governo romeno di aprire una sede consolare a Trieste ?

Come ben sa, il numero dei cittadini rumeni in Italia è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi anni. In questo contesto, il Governo romeno, che ovviamente ci tiene molto che i cittadini romeni abbiano accesso rapido e facile ai servizi consolari di qualità, ha deciso, in collaborazione con le autorità italiane, di estendere la rete consolare del paese in Italia. Si tratta di un’ impresa notevole visto che solo fino a tre anni fa, la nostra rete consolare in Italia era composta dalle due grandi sezioni consolari a Roma e Milano, cosiddette “tradizionali”, che funzionano presso l’Ambasciata romena a Roma e presso il Consolato Generale Romeno a Milano. Successivamente sono stati aperti altri tre consolati generali, per “coprire” in modo equilibrato il territorio, tenendo conto della dimensione della comunità romena che vive in Italia. L’inaugurazione del Consolato Generale della Romania a Torino, nel mese di dicembre del 2007, è stata seguita a meno di due anni, nel 2009 dall’apertura di altri due nuovi Consolati Generali, a Bologna e Trieste.

Per quanto riguarda il Consolato Generale della Romania a Trieste, c’è da dire che abbiamo competenze su due Regioni del Nord Est, ovvero il Veneto ed il Friuli Venezia Giulia, dove vivono e lavorano un alto numero di cittadini romeni. Le ultime stime disponibili parlano di circa 140 - 170.000 persone. La scelta di aprire a Trieste un nuovo Consolato Generale è legata inoltre anche al ruolo di punta di questa città nel panorama economico, commerciale e culturale italiano. Infine, ma non per ultimo, Trieste rappresenta uno snodo importante sulla strada che i romeni usano per rientrare in patria oppure per viaggiare dalla Romania verso l’Italia, ma anche verso il sud della Francia e la Spagna.

Quali sono gli effetti della crisi internazionale sull’economia e sul lavoro nel Suo Paese?

L’economia della Romania è strettamente legata alle economie occidentali e quindi ovviamente non è scappata dagli effetti della crisi internazionale, come del resto neanche gli altri paesi occidentali. In questo modo, l’anno scorso, dopo anni di crescita “spettacolare” dell’economia, abbiamo registrato una diminuzione del Pil. Purtroppo, gli effetti della crisi continueranno ad affliggere la Romania anche nella prima parte dell’anno in corso, ma la buona notizia è che, secondo le ultime stime ed analisi del mercato, la ripresa non si farà attendere e così nella seconda parte dell’anno potremo parlare di nuovo di crescita economica. La Banca Europea per la Ricostruzione e Sviluppo (BERS) stima per esempio che la Romania registrerà una crescita economica di almeno un punto percentuale nel 2010.
Il settore edile è quello più colpito dall’attuale crisi, Come del resto anche in altri paesi. Ma anche altri settori, come per esempio quello tessile, dei costruttori di automobili o di attrezzature professionali per il settore edile o il settore dei prodotti di largo consumo.

C’è da dire che la disoccupazione è cresciuta a causa della crisi. Almeno in una prima fase. Nonostante tutto, la buona notizia confermata anche dalle ultime analisi di mercato, è che una buona parte della forza lavoro disponibile sarà assorbita dal mercato attraverso alcuni progetti ambiziosi nel settore delle infrastrutture, che partiranno durante l’anno in corso, ma anche grazie ad alcune nuove norme del Governo romeno.

Ritiene che, dopo gli anni del boom, l’emigrazione di cittadini romeni verso l’Italia sia destinata ancora a crescere oppure a rallentare?

Allora, per rispondere alla sua domanda, io non userei il termine “migrazioni” in quanto il fenomeno è legato alla mobilità della forza lavoro nello spazio comunitario. Soprattutto dall’ingresso a pieno titolo della Romania nell’Unione Europea. In secondo luogo, non potrei fare delle stime o previsioni perché sarebbe piuttosto rischioso e non avrebbe inoltre nessun fondamento reale. Inoltre, l’accesso dei cittadini rumeni sul mercato del lavoro in Italia dipende anche del rapporto domanda - offerta. Nello stesso tempo, vorrei sottolineare che le ultime stime attestano aumenti salariali e miglioramento dell’ambiente lavorativo anche sul mercato della Romania.

Come valuta i rapporti tra gli immigrati romeni e le comunità italiane dove essi vivono?

I romeni e gli italiani hanno il vantaggio di avere una cultura comune, ma anche una storia che li unisce da secoli, a partire dall’Impero Romano. Poi, anche sul piano linguistico ci assomigliamo poiché il romeno e l’italiano hanno le stesse radici latine. In questo contesto quindi, i romeni che arrivano in Italia non hanno difficoltà di adattamento, come del resto anche i cittadini italiani che vivono in Romania. Il tasso di integrazione dei cittadini romeni nelle comunità che li ospita è molto alto nella maggioranza dei casi. Certamente, ci possono essere anche delle eccezioni, però a mio avviso si tratta di casi isolati che purtroppo ricevono paradossalmente una copertura mediatica eccessiva, dando magari messaggi pubblici che non corrispondono alla realtà. In realtà i romeni che vivono qui hanno nella maggior parte dei casi buoni rapporti con le comunità che li ospita e questo fatto lo si nota in moltissime città e regioni, dove per esempio adesso i romeni lavorano persino nei municipi perché alcuni consiglieri comunali provenienti dalla Romania, ma che vivono qui da anni, hanno conquistato la fiducia sia degli elettori romeni che di quelli italiani che li hanno eletti. Un esempio in questo senso è la città di Padova.

Infine, vorrei sottolineare il ruolo e l’attività delle associazioni romene che funzionano sul territorio e che contribuiscono senza dubbio all’integrazione dei nostri connazionali nelle comunità locali dove essi vivono. Il Consolato generale della Romania a Trieste collabora costantemente con le associazioni, che secondo noi, hanno un ruolo importantissimo in questo contesto

Nell’incontro di Mestre con la Federazione Sindacale delle Costruzioni (Filca) Cisl si è parlato di collaborazione tra sindacato e Consolato. Lei pensa che potrà dare buoni frutti per i lavoratori romeni in Veneto e le loro famiglie?

Partiamo dall’inizio. Il Consolato Generale della Romania a Trieste ha iniziato la collaborazione con Filca.CISL fin dalla sua apertura. Vorrei ringraziare in questo senso il dottor Salvatore Federico, Segretario Generale Filca Cisl in Veneto, e tutti i suoi collaboratori non solo per aver organizzato l’evento che lei ha menzionato prima ma anche per la disponibilità e lo spirito costruttivo e aperto dimostrato fin’adesso nei rapporti con il Consolato.

La riunione organizzata sabato rappresenta la prima azione concreta della collaborazione tra Filca Cisl e il Consolato Generale della Romania a Trieste. Nel corso dell’evento, sono stati presentati argomenti senz’altro utili e interessanti per i membri del sindacato che provengono dalla Romania. Penso per esempio al trasferimento di alcuni diritti da o in Romania (pensioni, assicurazioni sociali e di salute, contributi statali per i minori), la legislazione italiana e romena sugli infortuni sul lavoro e così via.

Alla riunione abbiamo invitato anche uno dei due rappresentanti in Italia del Ministero Romeno del lavoro, della famiglia e del welfare, per poter presentare il quadro generale ma anche per rispondere puntualmente alle domande specifiche dei cittadini romeni.

Allora, visto il successo dell’evento sia tra i lavoratori romeni che tra i leaders sindacali di tutte le provincie venete, assieme al management regionale Filca Cisl, vorremo andar avanti su questo filone e continuare questo progetto comune organizzando anche altri eventi simili nel corso di quest’anno magari anche nelle realtà aziendali dove lavorano numerosi romeni (cantieri, grandi aziende, ecc). Stiamo inoltre valutando la possibilità di avviare nel corso dell’anno anche altri progetti di collaborazione, ma su questo ne possiamo parlare forse quando avremo elementi più concreti..

traduzione G.Preda

Fonte: Cisl Veneto

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