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mercoledì 27 gennaio 2010

Resoconto della Preghiera Ecumenica


FROSINONE
 Si è svolta venerdì sera la Celebrazione Ecumenica organizzata in occasione della "Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani" che si concluderà oggi. Dopo i Vespri Ecumenici celebrati mercoledì nella Co-Cattedrale di Veroli cui hanno partecipato Mons. Nino di Stefano, l'Archimandrita Simeon del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli e la Rev. da Daniela Tralli, pastore della Chiesa Evangelica Battista. Una gremita chiesa di San Paolo Apostolo, in Frosinone, ha accolto la processione che, dall'esterno della struttura, ha attraversato la navata centrale sino all'altare. La Celebrazione Ecumenica è stata presieduta dal vescovo cattolico Ambrogio Spreafico e da Mons. Siluan, vescovo ortodosso romeno in Italia. E, nel segno dell'unità, vi hanno partecipato anche la Rev.da Hiltrud Stahlberger – Vogel, pastore della chiesa evangelica valdese di Ferentino, la Rev. da Daniela Tralli, pastore della Chiesa Evangelica Battista di Veroli e padre Ciprian Baltag, parroco della chiesa ortodossa romena di Frosinone, con le rispettive comunità. La preghiera – animata dal coro diocesano – è stata scandita dall'ascolto del capitolo 24 del Vangelo di Luca: dapprima, i vv. 1 – 12 con Mons. Siluan che, nella sua omelia ha voluto sottolineare il significato di cosa vuol dire essere "credenti", ovvero fondare la propria fede sul vedere, toccare, sentire. La Divina Liturgia rappresenta la sintesi di queste tre dimensioni che sono anche la base della testimonianza cristiana. Mons. Spreafico, invece, ha riflettuto sui vv. 13 – 35 richiamando l'attenzione dei presenti sulla difficoltà di vivere guardando oltre le divisioni di tutti i giorni quando, invece, "noi cristiani, testimoni del risorto" dovremmo essere "segno di quell'unità della famiglia umana che Dio ha voluto fin dalle origini del mondo". Poi, la Celebrazione è proseguita con lo scambio della pace, la recita del Credo Niceno – Costantinopolitano e le intercessioni invocate da padre Baltag, dalla Rev.da Stahlberger – Vogel, dalla Rev. da Tralli e da don Giorgio Ferretti con preghiere per la pace, gli stranieri, per le popolazioni colpite dalla guerra e per quella di Haiti sconvolta dal recente sisma. Davvero una bella serata, durante la quale si è potuto "condividere questa nostre fede di cristiani", come sottolineato da Mons. Siluan mediante "la preghiera che unisce nel profondo anche se siamo ancora divisi, perchè unisce al cuore di Dio, ai suoi sentimenti e pensieri, ma soprattutto al suo amore che sana le ferite della divisione", come ha ricordato Mons. Spreafico. Omelia di Mons. Spreafico Care sorelle e cari fratelli, eccellenza carissima Mons. Siluan. Grazie per essere qui con noi questa sera, lei che è pastore dei fedeli della Chiesa ortodossa di Romania che sono in Italia. La saluto con amicizia e con lei saluto tutti i cristiani romeni che sono qui questa sera. Conosco la vostra Chiesa e il vostro patriarca e so della fecondità della vostra vita cristiana dopo lunghi anni di persecuzione e di difficoltà. Grazie anche a voi, pastori i di altre confessioni cristiane. La vostra presenza è segno dell'anelito comune verso l'unità. La preghiera unisce nel profondo anche se siamo ancora divisi, perchè unisce al cuore di Dio, ai suoi sentimenti e pensieri, ma soprattutto al suo amore che sana le ferite della divisione. Noi cristiani, testimoni del risorto, siamo un segno di quell'unità della famiglia umana che Dio ha voluto fin dalle origini del mondo. Ma come vivere e costruire questa unità, quando non riusciamo talvolta neppure ad essere uniti nella vita di ogni giorno, là dove siamo, con i nostri vicini, concittadini, ancora meno con chi ci è estraneo? Non accettiamo anche noi troppo facilmente la divisione, anzi talvolta ne siamo complici o causa, quando prevale lo spirito di rivalsa, la litigiosità, l'inimicizia, il distacco, la violenza delle parole o delle azioni? Di fronte a questo spirito che sembra pervadere la nostra società, si rimane spesso tristi e rassegnati, come i discepoli di Emmaus. Il Signore ci appare allora lontano dai problemi e dalle difficoltà di ogni giorno e finiamo per vivere come se lui non ci fosse. Ma oggi Gesù si avvicina a ciascuno di noi, preso dai suoi pensieri e dalle sue tristezze e ci parla con affetto: "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti!" Sì, noi talvolta siamo stolti e lenti di cuore, perchè siamo presi da noi stessi, dai nostri piccoli drammi quotidiani e ci dimentichiamo di tutto quanto ascoltiamo nella parola di Dio, di quel Signore sofferente che va verso la croce e che ci aiuta a guardare lontano, verso le gente che soffre più di noi. Finalmente il Signore ci distoglie da quell'abitudine stolta a guardare sempre noi stessi e ci parla di lui e risveglia in noi il desiderio di rimanere con lui: "Resta con noi, perchè si fa sera e il giorno ormai è al tramonto". "Resta con noi", Signore, diciamo questa sera, perché abbiamo bisogno di capire da te come vivere, perchè senza la tua parola e la tua compagnia ci perdiamo dietro noi stessi e ci dividiamo dagli altri. Tu hai voluto che noi fossimo uniti nel tuo nome. Non permettere che i semi della divisone, frutto dello spirito del male, si impadroniscano dei nostri cuori e ci conducano lontano da te. Ma dove incontrarti Signore e dove riconoscerti? Tu ti sei seduto a tavola con quei discepoli delusi e tristi, hai preso il pane e, dopo aver recitato la benedizione, lo hai spezzato e dato loro. In quel momento si aprirono i loro occhi e ti riconobbero. E' l'Eucaristia della domenica che ci unisce e ci fa incontrare con te. Lì noi ti riconosciamo come l'amico e il Signore della nostra vita. Ascoltando la tua parola, il nostro cuore comincia ad ardere, riprende vita, riprende a battere dello stesso amore che tu ci hai insegnato. Così vinciamo quella rassegnazione triste che ci vorrebbe sempre uguali a noi stessi, lamentosi e prepotenti, pronti a chiedere ma poco disposti a dare. Grazie, Signore, perchè non ti tiri indietro davanti alle nostre miserie e difficoltà, ma ci vieni incontro per aiutarci a vivere con te, ad incontrarti ogni domenica, ad ascoltarti nella tua parola. Grazie perchè anche il nostro cuore comincia ad ardere e ci sentiamo più ripieni di speranza e di amore. Come quei discepoli donaci di comunicare la gioia dell’incontro con te a tutti, perchè la tua risurrezione cambi la nostra vita e rinnovi il mondo intero. Donaci di vivere quell'unità per la quale tu hai pregato. Questa sera sentiamo nascere in noi sentimenti nuovi, più umani, più in sintonia con quell'amore che tu Signore ci hai insegnato. Siamo diversi, giovani e grandi, uomini e donne, italiani e stranieri, deboli e più forti, ma sentiamo che la preghiera ci rende più vicini nonostante le nostre diversità, uniti dall'amore del Padre. Forse siamo un pò tutti orfani, perchè facilmente ci perdiamo dietro noi stessi, incapaci di farci guidare e aiutare. Insegnaci a dire "Padre nostro" per vivere come tuoi figli, e tra noi come fratelli, perchè il mondo sia migliore e più umano.

Fonte: Ultimissime

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