Lo "straniero" ucciso dagli sfruttattori e dall’indifferenza
Radu Gheorghe era un bracciante agricolo di 35 anni morto nei campi di contrada Cocciolete, a Campomarino, nel luglio 2008. La sua storia, dopo i fatti di Rosarno, diventa la parabola del rapporto tra immigrati e molisani e il tema di un incontro dei giovani Democratici del Pd nel circolo di Campomarino. Diversi giovani stranieri hanno affrontato la problematica insieme con i referenti politici locali tra i quali Petraroia, che racconta: .«Ho incontrato la famiglia alla Viglia di Natale. La moglie non ha ricevuto nemmeno una telefonata di cordoglio».
di Stefano Di Leonardo
Campomarino. Radu Gheorghe era un bracciante agricolo romeno. E’ morto sul lavoro, nei campi di contrada Cocciolete, Campomarino, nel luglio del 2008. Abbandonato al suo destino da colleghi che per paura o chissà quale altro motivo, l’hanno lasciato morire. Il Molise e i molisani lo ricordano a malapena. A quasi un anno e mezzo di distanza, hanno reso onore alla sua memoria di vittima dello sfruttamento e dell’indifferenza i giovani democratici del Pd, che hanno organizzato nel circolo di Campomarino un incontro sul tema “Stranieri di nome, italiani di fatto”.
Un incontro nel quale diverse esperienze e punti di vista sono venuti fuori sul tema degli immigrati in Italia. Gheorghe e la sua storia drammatica sono stati il filo conduttore della giornata, e il nome del bracciante romeno è venuto fuori spesso, dalle parole del consigliere regionale Petraroia a quelle del giovane italo-albanese Bladi Plaku, perché del suo sangue si è macchiata in qualche modo proprio Campomarino. E con la cittadina adriatica tutto il Molise.
Un’iniziativa nata sullo sfondo dei fatti di Rosarno, che hanno riportato in primo piano la questione dell’immigrazione e del lavoro nero nel nostro Paese. Presenti, fra i relatori, anche il giovane italo-marocchino Khalid Chaouki, responsabile a livello nazionale del Prd per immigrazione e giovani. Insieme a lui, spazio ai giovani Manuela Cordarelli, Alessandro Petriella, Michele Di Giglio e Bladi Plaku, tutti giovani democratici, l’assessore provinciale Gigino D’Angelo e Paolo De Chiara de “Il Ponte”.
Interventi che hanno puntato il dito contro la legge Bossi-Fini e contro una politica di governo che «alimenta la caccia all’immigrato» a dispetto del fatto che «gli stranieri contribuiscono per il 9% al Pil dell’Italia». Discorsi che spesso hanno toccato il tema della morte del 35enne bracciante romeno. «Nessuno ha dato ancora risposte su Radu Gheorghe» ha sottolineato Petriella.
Un argomento che il consigliere Michele Petraroia aveva più volte riportato alla luce in consiglio regionale, con interrogazioni cadute nel vuoto. «La famiglia del lavoratore romeno – ha dichiarato Petraroia in un intervento pregno di sentimento – mi ha cercato avendo trovato i miei scritti su Radu. Ci siamo incontrati alla Vigilia di Natale e in quel momento, davanti alla figlia di quell’uomo, ho capito che non sapevo cosa dire».
Petraroia ha puntato il dito contro l’indifferenza sia a livello istituzionale che umano sulla vicenda del bracciante morto nei campi. «La moglie ha ricevuto solo 500 euro per rimpatriare la salma. Mi ha detto che la cosa più triste è stata il fatto di non aver ricevuto nemmeno una telefonata di cordoglio».
(Pubblicato il 16/01/2010)
Fonte: Primo Numero.
domenica 17 gennaio 2010
Lo "straniero" ucciso dagli sfruttattori e dall’indifferenza
Pubblicato da
Catalina Sava
alle
11:01
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento